venerdì 24 maggio 2013

Adesso vediamo quanto è incapace il secondo. Intanto l'ala minoritaria è fatta di dieci persone. Almeno 10 ragionano.


Movimento 5 stelle, la conta dei dissidenti alla Camera

Sono i deputati dell'«ala minoritaria». Che fa capo a Zaccagnini e Pisano. E critica Grillo.

di Annalisa Magno
Continua il balletto di cifre sul numero effettivo di «dissidenti» tra i deputati del Movimento 5 stelle. Trenta o 40 (sul totale di 163 eletti), secondo alcuni. A quanto risulta a Lettera43.it, in realtà, i ribelli sarebbero non più di 10. Galeotta è stata l’assemblea del gruppo del 16 maggio scorso.
L'ELEZIONE DI VILLAROSA. Proprio quella che ha votato Alessio Villarosa nuovo vice di Riccardo Nuti, il deputato che dal prossimo 4 giugno sostituirà Roberta Lombardi nel ruolo di portavoce M5s a Montecitorio.
Intorno al prescelto Villarosa che, a sua volta, in base alle regole sulla rotazione trimestrale, da settembre sarà capogruppo, infatti, si è attestata la stragrande maggioranza dei «cittadini». Il parlamentare di Barcellona Pozzo di Gotto quindi per un soffio non ha ottenuto l’unanimità delle preferenze, ma al tempo stesso ha sbaragliato il suo competitor.
IL VOTO RIVELATORE. «Sta di fatto che l’analisi del voto del 16 maggio», ha raccontato a Lettera43.it una fonte interna al Movimento, «ha fatto venire allo scoperto la minoranza interna: in tutto una decina di deputati che ha orientato la propria scelta verso Adriano Zaccagnini».
Zaccagnini, che su diaria e ius soli ha compiuto per primo lo strappo nei confronti di Beppe Grillo, è riuscito a convogliare sulla sua linea meno di un decimo della truppa dei grillini alla Camera.
Il voto rimane segreto. Nessuna possibilità di conoscere, dunque, i nomi della decina. Tranne uno, però: «Si tratta di Mimmo Pisano», ha ammesso l’interlocutore. La conferma? «È bastato il suo intervento in assemblea, ma soprattutto il fatto che a riunione ancora in corso, si sia fatto pizzicare da un collega mentre dettava la linea politica alla stampa».
«ALA MINORITARIA FISIOLOGICA». La fonte, però, ha tenuto a precisare che i 10 parlamentari ribelli «non sono dissidenti. Del resto come in ogni partito, è del tutto normale e fisiologico che ci sia un’ala minoritaria».
Ala minoritaria, dunque. «È questa l’espressione corretta», è il ragionamento. «A conti fatti, sarebbe quella risultata sconfitta nelle assemblee. Nel senso che su questioni come l’accordo col Pd, la diaria e il voto al gruppo comunicazione della Camera è stata battuta a stragrande maggioranza. E ci sono i verbali d’Aula a provarlo».

Il muro dei «dissidenti» contro lo staff comunicazione

Sta di fatto che tale pattuglia di deputati, seppure sparuta, non sembra darsi per vinta. E la battaglia contro l’ufficio stampa della Camera, con la diffusione della mail interna sulle direttive di comunicazione, ne è la prova. «Su questa vicenda è nato un caso di futilità inaudita», è la versione del grillino. «Come tutti gli uffici stampa parlamentari anche quello del M5s cerca di dare un indirizzo. Se vogliamo dirla tutta, anzi, siamo stati proprio noi parlamentari, assediati da giornalisti troppo invadenti, a chiederne l’aiuto e l’intervento».
«IL GRUPPO HA PERSO FIDUCIA IN ALCUNI ELETTI». Insomma, non sarebbe in corso alcuna caccia alle streghe tra lo staff comunicazione e i deputati. «Casomai», ha incalzato la fonte, «è l’assemblea stessa ad aver perso la fiducia nei confronti di alcuni eletti e a guardare ora con una certa diffidenza l’ala minoritaria del gruppo. Ci chiediamo come sia possibile che alcuni deputati trovino il tempo di parlare con i giornalisti. Evidentemente non sono oberati di lavoro come noi…».
LA CRITICA A GRILLO E CASALEGGIO. A quanto pare, scorrendo i verbali d’assemblea, la maggior parte dei parlamentari di Montecitorio avrebbe contestato ai «dissidenti» interviste «rilasciate non sui contenuti ma sul mero chiacchiericcio politico», oltre all’attacco alla linea di Grillo e Casaleggio. «C’è addirittura chi vorrebbe che Grillo non scrivesse più sul blog. È come se anche a Veltroni e D’Alema chiedessero di non parlare più di politica solo perché non sono più in parlamento».
Sulla black list di giornalisti, infine, è stata smentita l'intenzione di stilare un albo ufficiale deicronisti «inaffidabili». «Nessun bavaglio ai deputati», ha spiegato un’altra persona vicina al M5s, «e le decine e decine di interviste rilasciate, anche in tivù, lo confermano».
«PER ALCUNI ARTICOLI PRONTE LE QUERELE». «Questo non significa, però, che passeremo sopra le scorrettezze di alcuni colleghi nei confronti del Movimento», hanno fatto sapere direttamente dall’ufficio stampa. Anzi, dal quartiere generale dello staff comunicazione alla Camera è arrivato un messaggio chiaro: «Per alcuni articoli pubblicati sui giornali, stanno per partire querele ed esposti all’Ordine dei giornalisti».
Sarebbe interessante capire come si comporterà il M5s nei confronti di Milena Gabanelli. «Nell’ultima puntata si è accodata al chiacchiericcio politico accusando il Movimento di discutere solo di scontrini», ha concluso la fonte. «In meno di 24 ore, un pony express le ha consegnato il nostro report sull’attività legislativa per ristabilire la verità. Ora vedremo se darà spazio ai fatti e non al gossip».
Venerdì, 24 Maggio 2013

1 commento:

Unknown ha detto...

Finalmente 10 che la pensano diversamente.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...