Ruby torna in aula a Milano per il controesame sul processo a carico di Fede, Mora e Minetti. La giovane marocchina testimonierà di nuovo al Palazzo di Giustizia di Milano a partire dalle 9:30. Il processo è il cosiddetto Ruby 2, che vede Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile.
La nuova puntata del processo Ruby arriva in un clima politico sempre più incandescente. Le motivazioni con cui la Corte d'Appello ha confermato la sentenza a carico di Silvio Berlusconi per il caso Mediaset (4 anni di carcere) hanno prevedibilmente riportato in primo piano il dibattito sull'ineleggibilità dell'ex premier, un tema su cui il Pd si presenta diviso (leggi anche: Felice Casson: "Abolire legge Cirielli ed eliminare prescrizione dopo appello").
Secondo la Corte d’appello di Milano, Berlusconi è stato il "reale beneficiario delle catene" dei diritti tv, cioè di un sistema concepito per gonfiare i costi della compravendita degli stessi diritti televisivi. I giudici evidenziano che l'ex premier era uno dei due "responsabili di vertice di tale illecita complessiva operazione". "Era assolutamente ovvio - si sottolinea nella sentenza - che la gestione dei diritti, il principale costo sostenuto dal gruppo, fosse una questione strategica, quindi fosse interesse della proprietà, di una proprietà che, appunto, rimaneva interessata e coinvolta nelle scelte gestionali, pur abbandonando l'operatività giornaliera".
La presenza di Ruby oggi nel Palazzo di Giustizia proietta l'immagine della giovane marocchina nel processo principale, quello che vede tra gli imputati lo stesso Cavaliere (accusato di concussione e prostituzione minorile). La sentenza, in questo caso, potrebbe arrivare il prossimo 24 giugno. Il tribunale ha infatti fissato la prossima udienza del processo per il 3 giugno, quando è in programma l'arringa della difesa, e un'altra per il 24 giugno, per eventuali repliche.
Crescono intanto le intimidazioni nei confronti del procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, cui ieri è stata recapitata una busta contenente una lettera di minacce e due proiettili. Ne ha dato notizia il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Nel comunicato stampa, Bruti Liberati precisa che "nelle ultime settimane sono pervenute, in un crescendo, numerose lettere anonime con gravi minacce nei confronti del procuratore aggiunto Boccassini e da ultimo, ieri, una lettera contenente due proiettili".
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