sabato 25 maggio 2013

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M5S, cena segreta dei dissidenti: “Basta chiedere il permesso per parlare”

Pubblicato il 25 maggio 2013 09.40 | Ultimo aggiornamento: 25 maggio 2013 09.40
ROMA – Movimento 5 Stelle, cena segreta deidissidenti. La cena, secondo quanto scrive Repubblica, si sarebbe tenuta martedì sera, 21 maggio a casa di un parlamentare 5 stelle. Appuntamento stabilito suWhatsApp, visto che le email non sono più considerate sicure dopo le violazioni degli hacker. Ad incontrarsi sarebbero stati sette deputati e due senatori, tra cui una donna
Tra i temi affrontati, le pressioni dell’ufficio comunicazione alla Camera, i “talebani” al Senato, la vicenda diaria, l’elezione del prossimo capogruppo di Palazzo Madama.
In tutto i dissidenti contati dal quotidiano romano sono 12 su 54 al Senato, una ventina alla Camera.
Scrive Repubblica:
La voce è arrivata fino a Pippo Civati, il pontiere pd, che conferma: “Oltre alla famosa cena, so di altre cose. Il progetto di Sonia Alfano, che è in contatto con alcuni di loro da un mese, sta andando avanti. L’idea è quella di fare un gruppo e staccarsi, a partire dai temi della legalità, ma non solo”. “Io ho un canale perennemente aperto con loro – dice la parlamentare ex Idv – molte delle persone che erano alla cena le ho sentite, sto andando avanti e a breve accadrà qualcosa. Concretizzeremo quest’impegno che non vuole essere concorrenziale, ma mettersi a disposizione del Paese”.
Davanti a pizze a portar via, birra e coca cola si sono finalmente potuti sfogare guardandosi negli occhi. Deputati e senatori, ognuno a raccontare i propri guai. “Ma vi pare che bisogna chiedere il permesso a qualcuno prima di parlare?“, “Ma possibile che ci trattino come ragazzini da mettere in riga?”, si lamentano i ‘giovani’ di Montecitorio. I senatori li ascoltano complici, anche se dicono che da loro no – da loro lo staff comunicazione non si azzarda più di tanto – e però, “ci sono i ‘talebani’ che non consentono di fare passi avanti”. “Perché mai non possiamo firmare una proposta di legge del Pd se è buona? Potremmo giocarcela mediaticamente, andare da loro con i nostri ddl e dire: adesso tocca a voi”.
Secondo quanto scrive Repubblica, quello di martedì è stato solo il primo di una serie di incontri tra grillini dissidenti. Il pensiero è chiaro:
“Hanno detto che potremo rendicontare per macroaree, alloggio, vitto, trasporti, ma ci hanno fatto capire che controlleranno fino all’ultimo scontrino. Cercano scuse per far fuori chi pensa”.
Beppe Grillo è distante. Lui stesso non conosce molti dei suoi ragazzi. Per lui sono solo dei “portavoce”.
“Ci sarà chi vuole tenersi i soldi e io non posso farci niente. Posso solo mandarli fuori. Perché quello che bisogna capire è che non ci sono deputati, senatori, ci sono solo portavoce. Devono fare quel che chiede il Movimento. Se non capiscono questo è finita”.

1 commento:

Unknown ha detto...

Finalmente inizia a finire il branco, il gregge.

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