Torna Grillo e ritrova un terzo di piazza
IL COMIZIO. Il capo del Movimento 5 Stelle in piazza dei Signori tre mesi dopo il pienone: stavolta quasi 2 mila persone per un discorso dai contenuti per lo più nazionali. L'ex comico: «Noi la sola speranza, la nostra rabbia è positiva ma ci riversano odio». Su Vicenza: «A forza di cemento dipende da 5 centimetri d'acqua»
VICENZA. Dopo lo tsunami, il riflusso. Fisiologico o meno, il colpo d'occhio non fa sconti: a febbraio piazza dei Signori brulicava di persone dalle colonne alla Loggia del Capitaniato - 7 mila scrivemmo allora - per ascoltare il comizio di Beppe Grillo; a tre mesi di distanza e dopo l'exploit alle Politiche, il capo del Movimento 5 stelle ritorna nella stessa piazza ma non trova la stessa gente: ci sono quasi 2 mila persone (che in sè non sono poche) fino alla Torre Bissara, curiosi e avversari compresi. Il verbo di Grillo è sempre lo stesso: «Mandiamoli a casa». La fotografia però è diversa, ed è inevitabile partire da quella, data la vicinanza temporale delle due piazze. «Diranno che siamo in pochi - dice Grillo sul finire del comizio - ma non importa quanti siamo, perché andremo alle elezioni a breve», e pensa alle Politiche, «e il “nano” potrebbe avere delle speranze», dice riferito a Berlusconi. «Ma ci siamo noi, e alla fine, come gli highlander, ne resterà uno solo. Li manderemo a casa, ci credo».
TRIBUNALE E CEMENTO. Grillo giunge a Vicenza per tirare la volata alla candidata sindaco a 5 stelle Liliana Zaltron, ma il suo è un comizio a tinte nazionali, con rari accenni locali. Di vicentino c'è il palco: con lui c'è il senatore Enrico Cappelletti, la deputata veronese Silvia Benedetti e tutta la truppa dei candidati al Consiglio, tutti in polo bianca, salvo Zaltron in giacca nera. Nel tardo pomeriggio i candidati berici lo avevano portato a vedere Borgo Berga, il nuovo tribunale. Non gli è piaciuto. «I politici di questa città mettono una foglia di fico ma sono sempre gli stessi da anni». attacca Grillo, «gli stessi che hanno fatto questo scempio, il palazzo di giustizia: Berlusconi dovrebbero occupare questo, non quello di Milano». Tra gli altri accenni vicentini, «i negozi che chiudono» e l'alluvione scampata. Il Bacchiglione ancora gonfio gli offre un assist per intonare un noto anatema: «Siete una città che a forza di cemento, cemento, cemento, dipende da 5 centimetri d'acqua». Amari applausi che iniziano a scaldare un piazza in avvio freddina. Anche il comico parte lento, poi alza tono e toni, strada facendo: alla fine si conteranno una mezza dozzina di riferimenti a genitali maschili e ad altre parti anatomiche, come da copione, e anche quello aiuta a fare gruppo. Così come il coro «tutti a casa» o come l'abbraccio collettivo che propone alla piazza, anche se solo una parte accoglie l'invito, come accade in chiesa quando il prete suggerisce ai fedeli di darsi la mano. La piazza si scalda quando tocca il tasto della casta, dei rimborsi elettorali che i 5 stelle restituiscono, «ma gli altri no»; dei politici «al supermercato con la scorta», dei costi del Quirinale «cresciuti di 100 milioni in un anno».
TRIBUNALE E CEMENTO. Grillo giunge a Vicenza per tirare la volata alla candidata sindaco a 5 stelle Liliana Zaltron, ma il suo è un comizio a tinte nazionali, con rari accenni locali. Di vicentino c'è il palco: con lui c'è il senatore Enrico Cappelletti, la deputata veronese Silvia Benedetti e tutta la truppa dei candidati al Consiglio, tutti in polo bianca, salvo Zaltron in giacca nera. Nel tardo pomeriggio i candidati berici lo avevano portato a vedere Borgo Berga, il nuovo tribunale. Non gli è piaciuto. «I politici di questa città mettono una foglia di fico ma sono sempre gli stessi da anni». attacca Grillo, «gli stessi che hanno fatto questo scempio, il palazzo di giustizia: Berlusconi dovrebbero occupare questo, non quello di Milano». Tra gli altri accenni vicentini, «i negozi che chiudono» e l'alluvione scampata. Il Bacchiglione ancora gonfio gli offre un assist per intonare un noto anatema: «Siete una città che a forza di cemento, cemento, cemento, dipende da 5 centimetri d'acqua». Amari applausi che iniziano a scaldare un piazza in avvio freddina. Anche il comico parte lento, poi alza tono e toni, strada facendo: alla fine si conteranno una mezza dozzina di riferimenti a genitali maschili e ad altre parti anatomiche, come da copione, e anche quello aiuta a fare gruppo. Così come il coro «tutti a casa» o come l'abbraccio collettivo che propone alla piazza, anche se solo una parte accoglie l'invito, come accade in chiesa quando il prete suggerisce ai fedeli di darsi la mano. La piazza si scalda quando tocca il tasto della casta, dei rimborsi elettorali che i 5 stelle restituiscono, «ma gli altri no»; dei politici «al supermercato con la scorta», dei costi del Quirinale «cresciuti di 100 milioni in un anno».
1 commento:
Non si può mentire sempre e sperare di farla franca.
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