Consip, avviata un’azione disciplinare per Woodcock
Nell’articolo venivano riferite alcune frasi che il pm Woodcock avrebbe pronunciato parlando con i suoi colleghi dell’inchiesta Consip
Il procuratore generale della Corte di Cassazione ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del pubblico ministero napoletano Henry John riaccendendo i riflettori su una vicenda che sembrava essersi già consumata.
Una storia che la scorsa estate e autunno aveva lambito pericolosamente palazzo Chigi e Matteo Renzi coinvolto nella grande battaglia referendaria e che, dopo il 4 dicembre, ha assunto un’importante accelerazione rivelando pian piano i pasticci di un indagine dai contorni davvero bizzarri. Tanto da far partire un’indagine del Csm.
Il magistrato sarà difeso dall’ex procuratore di Torino Marcello Maddalena. In sostanza il procuratore generale della cassazione ha aperto il fascicolo dopo le dichiarazioni di Woodcock riportate dalla giornalista di Repubblica Liana Milella sull’inchiesta che aveva suscitato molte polemiche. Per il Pg della Cassazione, Woodcock ha violato il riserbo sulle indagini.
Cosa era successo
La Procura di Roma aveva revocato l’indagine tenuta dal Noe di Napoli e dal capitano dei carabinieri Gianpaolo Scafarto a seguito della fuga di notizie che aveva accompagnato il passaggio delle carte per competenza da Napoli a Roma. Dopo un mese le toghe di Roma si accorgono di una che le intercettazioni non sono attendibili: viene attribuita all’imprenditore Romeo una frase da lui mai pronunciata. Una frase su cui si basava l’ipotesi di traffico di influenze che si viene formulando a carico del padre di Matteo Renzi, Tiziano.
Il relativo avviso di avvio dell’azione disciplinare è stato già notificato a Woodcock. Nell’articolo venivano riferite alcune frasi che il pm Woodcock avrebbe pronunciato parlando con i suoi colleghi dell’inchiesta Consip, e, in particolare, dei rapporti tra le procure di Napoli e Roma e dell’indagine avviata dai pm romani nei confronti di un ufficiale del Noe, Giampaolo Scafarto.
Il procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo? “Lo stimo, e sono suo amico”, aveva detto Woodcock, secondo quanto scriveva la Repubblica. La lite tra procure? “Non esiste”. L’intercettazione attribuita dal carabiniere del Noe all’imprenditore Romeo anziché a Bocchino? “Un grave errore, senza dubbio, ma mi chiedo cui prodest?”. Sulla fuga di notizie sull’inchiesta, Woodcock affermava: “Uno scempio, e un gravissimo danno per l’indagine, solo un pazzo avrebbe potuto provocarla danneggiando il proprio lavoro”.
Il pm napoletano respingeva, tuttavia, l’ipotesi di un complotto contro Renzi: “Solo un folle potrebbe pensarci”. Alla domanda se la procura di Napoli fosse colpevole perché non aveva vigilato sul lavoro dell’ufficiale, il pm replicava: “Ma per Napoli quelle carte sono tuttora un ‘interna corporis’, su cui la procura non ha compiuto alcun atto. Le ha passate a Roma”.
Sull’ipotesi che l’errore incriminato fosse la vendetta postuma dell’ex vice comandante del Noe Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che catturo’ Riina, rimosso dopo l’uscita di un’intercettazione del Noe tra Renzi e il generale della Gdf Adinolfi, Woodcock osservava: “Innanzitutto Scafarto non ha mai lavorato a Palermo con De Caprio, non fa parte della sua squadra storica”Y e poi via …adesso De Caprio lavora nei servizi, quindi è un dipendente della presidenza del Consiglio”. “Se qualcuno pensa che il mandante sia io – aggiungeva Woodcock -, lo dica chiaro così querelo e mi compro casa a Capri. O meglio: a Sorrento”.
Per alcune di queste affermazioni è verosimile che il pg della Cassazione abbia ritenuto violato l’obbligo di riservatezza da parte del pm ed abbia deciso di avviare l’azione disciplinare contro Woodcock, che aveva avviato le prime indagini sull’inchiesta Consip, poi trasferita da Napoli a Roma per competenza territoriale. Woodcock è tuttora co-titolare del filone napoletano dell’inchiesta che riguarda l’imprenditore Romeo.
Sulla presunta violazione disciplinare sarà ora svolta l’istruttoria, al termine della quale il pg della Cassazione dovrà decidere se chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio di Woodcock davanti alla sezione disciplinare del Csm.
Interrogato Gasparri
Nel frattempo si è avolto a Roma l’interrogatorio del funzionario Consip, Marco Gasparri, da parte del giudice Gaspare Sturzo. Gasparri ha confermato l’impianto accusatorio, dicendo di aver effettivamente preso 100 mila euro da Romeo per dargli informazioni riguardante le gare dell’appalto Consip. Questa e altre dichiarazioni dovrebbero contribuire ad alleggerire la posizione dello stesso Romeo.
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