Grillo non capisce cosa è successo in Francia. E “rosica”
Il capo del M5S ossessionato non va oltre il complotto delle banche
Lo stop francese all’antipolitica del vaffa – alla quale va in qualche modo iscritta Marine Le Pen – induce Beppe Grillo a buttare le carte in aria piuttosto che riflettere sulle ragioni della sconfitta della paladina dell’antieuropeismo.
Il voto d’Oltralpe non coincide con i suoi desideri. Si scaglia dunque contro Macron, i banchieri, gli “eurocrati” e, anche se non c’entra niente, una buona parolina per il Pd non manca mai.
Cosa scrive il comico nel suo blog? “La vera notizia di ieri sera è che nella speranza di disfarsi di questa Europa più di un terzo dei votanti ha scelto l’estrema destra e più di un terzo dei francesi non si sente rappresentato con l’astensionismo oltre il 25% – record storico dal 1969 – e con il record storico assoluto di schede bianche, il 12%”. La “notizia vera” dunque non è che ha prevalso la razionalità e la scelta europeista ma che ad essa si contrappone una buona minoranza nella quale si mescola tutto, estrema destra, estrema sinistra, qualunquismo, protesta, apatia.
E’ il ragionamento che fa la stessa Le Pen, o Giorgia Meloni, o Daniela Santanché o Matteo Salvini. Legittima la delusione, certo. Ma l’analisi dov’è? Perché i francesi, che come tutti gli europei vivono una fase storica piena di problemi e segnata da grandi malesseri, hanno scelto un presidente liberal-riformista e non il salto nel buio della protesta estremistica?
Nessuna risposta. Grillo preferisce fare l’unica cosa che sa fare, scagliarsi contro il neopresidente: “L’Europa vedrà un altro governo uscito delle banche. Ancora altro tempo prezioso perso a vantaggio di questo schieramento di plastica, dei manichini serventi di una moneta impossibile”.
Siamo a un passo dal complotto pluto-giudaico-massonico, come sempre.
Nella consueta paranoia del dominio delle banche, con il sottinteso disprezzo per la volontà popolare – quella vera, figlia dell’Illuminismo, non quella di Rousseau nel senso dei clic. Prigioniero delle sue ossessioni, Grillo mette in mezzo “i giornalisti sodali dell’establishment” pronti a costruire nientemeno che la “fakepolitica”.
Come se la vittoria di Emmanuel Macron fosse il frutto di una colossale operazione dei media e non invece un clamoroso fatto politico che egli non prevedeva e non sa, non può capire.
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