martedì 9 maggio 2017

Mandiamo a casa Salvini e i suoi amici espressione dell'arroganza della casta e della incompetenza politica. Diamogli il tempo di prendersi una laurea in Albania.



08 maggio 2017

Salvini e la sua giornata peggiore da leader della Lega Nord

Il ko francese della Le Pen. Borghi e le sue gaffe complottiste. L'inchiesta di Report sullo spin doctor Morisi. L'avversario Fava che lo sfiderà col sostegno di Bossi e Maroni. Cronaca di un Consiglio federale da incubo.

           

Giornate peggiori di queste non potevano esserci per Matteo Salvini, segretario della Lega Nord alla prese con una delle fasi più delicate del suo mandato da leader. A parte la sconfitta di Marine Le Pen in Francia, risultato che lo stesso "Capitano" aveva preventivato, in 48 ore sul numero uno del Carroccio si è abbattuto di tutto. Periodo nero, come il colore del Front national perdente contro Emmanuel Macron.
TORNA IL VECCHIO VENTO FEDERALISTA. Nel mese più delicato per la sua segreteria c'è anche il "padanissimo" Gianni Fava - capace di riaccendere i vecchi cuori federalisti e nordisti contro la linea nazionalista - che è pronto a sfidarlo alle Primarie e poi al congresso. Pensare che Salvini aveva convocato l'assise per rifare il Consiglio federale e soprattutto per rilanciare la sua immagine politica un po' offuscata negli ultimi tempi. Ora il congresso rischia di ritorcerglisi contro.
Ma andiamo con ordine. Durante il tracollo della Le Pen in Francia, mentre Fava esultava per aver superato le firme che lo hanno portato alla candidatura, Salvini ha pensato bene di andare allo stadio a vedere Milan-Roma. A parte il risultato non esaltante per i rossoneri, squadra del cuore del segretario della Lega uscita perdente 4-1, un tifoso lo ha "beccato" in sala vip mentre mangiava: su Twitter c'è chi ha ricordato che qualche settimana prima aveva promesso di non andare più allo stadio perché il Milan è passato di proprietà ai cinesi.
Finito "lo spettacolo" a San Siro, sono iniziati i guai veri. Claudio Borghi, l'economista anti-euro, è stato bersagliato sui social per aver paragonato la piramide del Louvre a quella della massoneria, durante il discorso di Marcon. Era solo l'antipasto. Il lunedì del segretario è stato pesantissimo dal punto di vista politico. E non è ancora finito. Perché in serata Report, il programma di Sigfrido Ranucci, è pronto a fare le pulci al suo spin doctor Luca Morisi, portavoce e macchina salviniana sui social, beccato a prendere appalti pubblici con la sua società in alcune Asl lombarde, la Sistema intranet.

È la tempesta perfetta su mesi di politica salviniana improntata all'attacco, soprattutto sui social grazie a Morisi, sfidando i toni più moderati e morigerati su cui continua a insistere in queste ore anche Silvio Berlusconi. A iniziare le danze è stato Roberto Maroni. Il governatore lombardo in mattinata, interpellato sull'argomento dalle agenzie di stampa, ha spiegato che «quello che è successo in Francia non è irrilevante anche all'interno del centrodestra. Oggi c'è il consiglio federale della Lega, parleremo anche di questo».
UN SALVINI PIÙ NERVOSO CHE MAI. Ma di Le Pen non si è parlato. Sarà anche per questo motivo che chi ha partecipato al consiglio che ha ratificato le candidature alle Primarie ha trovato un Salvini più nervoso che mai, ancora determinato nella sua linea lepenista ma talmente infuriato da abbandonare via Bellerio appena terminato di parlare. «Non è stata detta neppure una parola sulla Le Pen», si lamenta un dirigente che ha assistito al consiglio.
MARONI E BOSSI CONTRO DI LUI. Non solo: la consueta conferenza stampa del lunedì pomeriggio è saltata. In sostanza l'accerchiamento intorno al "Capitano" inizia a farsi sentire. In via Bellerio vogliono vederci chiaro su Morisi. Aspettano con trepidazione la puntata di Report. E Gianni Fava, il candidato a sorpresa, rischia di creare non pochi problemi all'attuale segretario, se non alle Primarie, di sicuro nella nuova composizione del consiglio federale. Per di più i vecchi dirigenti del Carroccio, in primis Maroni e lo storico Senatùr Umberto Bossi, stanno con Fava.

Gianni Fava, a destra, con Umberto Bossi.

Fava è già dato sopra il 30%. Ma Salvini ha annunciato che se non prenderà l'80% tornerà a fare il militante

Se all'ultima sfida tra Salvini e Bossi alle Primarie il primo vinse con larga maggioranza, ora invece c'è chi dà già l'assessore lombardo all'Agricoltura sopra il 30%. Un'eventualità che potrebbe costringere Salvini al passo indietro, visto che al Consiglio federale il leader ha annunciato che se non prenderà l'80% tornerà a «fare il militante».
SILVIO TORNA ALLA CARICA. Il risultato sarà determinante per i prossimi mesi della Lega Nord, ancora indecisa su quale linea tenere nonostante i continui appelli di Berlusconi. L'ex Cavaliere è tornato alla carica anche in queste ore: «È bene che anche Salvini possa verificare che certe teorie non portano a convincere gli elettori e che quindi non vale la pena di perseguirle».
BOBO SI PRENDERÀ LA SCENA. Il segretario leghista ha risposto indespettito: «Si scordi l'alleanza». Ma la partita in vista delle elezioni politiche è lunga. Nel frattempo sono in programma le Amministrative dove il centrodestra corre unito. E poi nei prossimi mesi ci sarà sempre di più in televisione Maroni che si ricandida alla presidenza di Regione Lombardia. Il maggior presenzialismo del governatore inizia a spaventare i salviniani perché potrebbe correggere la linea portata avanti fino adesso dal movimento.
I SONDAGGI NON BASTANO PIÙ. «Io una Lega al 3% non la voglio più», ha tuonato Salvini durante il consiglio prima di andarsene, mostrando sondaggi che danno il Carroccio al 12. Ma le intenzioni di voto non bastano ai leghisti. Ormai in tanti vogliono i risultati. Se sono come quelli della Le Pen, meglio cambiare linea politica. E tornare all'autonomismo padano.

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