venerdì 12 maggio 2017

Il grande Sartori aveva proprio ragione: abbiamo mandato degli asini al governo delle nostre città.

Raggi vs Zingaretti sulla gestione dei rifiuti a Roma: perché il sindaco ha torto

Roma
Immondizia in Via Giolitti, nei pressi della stazione Termini, 12 luglio 2016 a Roma.
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Duro botta e risposta sui social: chi dei due mente? Facciamo chiarezza
 
Tutto è cominciato con un post su Facebook dall’incipit ad effetto: “Nessuno scaricabarile sui rifiuti“. Così il sindaco di Roma Virginia Raggi ha “scaricato il barile” sul Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Roma Capitale raccoglie i rifiuti e li trasferisce negli impianti di trattamento Tmb. Da qui, non possono partire i camion di rifiuti trattati perché la Regione non ha previsto impianti sufficienti e, addirittura, non autorizza l’incremento della capienza di quelli esistenti”. E ha aggiunto: “Dal 2012 la Regione Lazio non ha ancora adottato un nuovo Piano Rifiuti Regionale”.
Una versione ribadita anche durante la trasmissione Porta a Porta, in cui il sindaco si è difesa dalle accuse di non aver fatto abbastanza: “Noi abbiamo scelto tre siti per aumentare la capacità di 120mila tonnellate”. E ancora: “Abbiamo già parlato con la Regione ed inserito i tre siti nel piano rifiuti”.
La Regione Lazio però non ci sta a prendersi colpe non sue ed è prontamente arrivata una risposta via social: “Rifiuti a Roma, è il Comune di Roma che dovrebbe indicare i nuovi impianti, la Regione ha compito di autorizzare. Finora nessuna proposta”.
Una versione sottoscritta anche dall’assessore ai Rifiuti della Regione, Mauro Buschini, secondo cui “la Regione ha potere pianificatorio e autorizzatorio sulla base della programmazione che le Province e i Comuni debbono fornire alla Regione. Interpellata la Città Metropolitana della quale Lei (Virginia Raggi) è sindaca, alla Regione non è mai arrivata alcuna risposta, contrariamente a quanto hanno fatto le altre province. Per un anno e mezzo il Comune di Roma ci ha spiegato che non servivano impianti”.
Uno dei due mente: chi? Dalla Regione Lazio è stato confermato quanto dichiarato da Zingaretti e da Buschini: non sono mai arrivate proposte di nuovi impianti dal Comune di Roma, men che meno circa i tre menzionati dal sindaco Raggi.
L’unica proposta ricevuta, fanno sapere, è giunta da un privato – Rida Ambiente – circa l’ampliamento della discarica di Aprilia. Ma, sottolineano alla Regione, sarebbe strano che il sindaco di Roma facesse riferimento a una richiesta avanzata da privati e non dall’ente pubblico incaricato (l’Ama), oltretutto per un impianto che si trova in provincia di Latina. Autorizzazioni anche per soli ampliamenti, confermano in Regione, dal Comune di Roma non ne sono mai arrivate. L’Agi ha anche contattato il Comune di Roma per chiedere una smentita o una conferma dell’assenza di proposte, ma non c’è stata (ancora) risposta.
Che cosa dice la normativa vigente? L’Agi ricostruisce cosa prevede il decreto Ronchi – la norma che nel 1997 ha recepito tre direttive comunitarie in materia di rifiuti – e che stabilisce (all’art. 19) che l’individuazione delle zone idonee e non idonee per gli impianti spetti alla provincia. Nel caso di Roma, dal primo gennaio 2015 alla provincia è subentrata la città metropolitana di Roma Capitale, presieduta dal sindaco di Roma. Quindi non ci sono dubbi: è il comune che deve proporre dove posizionare eventuali nuove zone per gli impianti.
Per quanto riguarda le competenze della Regione, all’articolo 20 si esplicita quali sono: tra le altre cose, c’è l’adozione e l’aggiornamento dei piani regionali di gestione dei rifiuti, la regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, l’approvazione dei progetti di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e l’autorizzazione alle modifiche degli impianti esistenti. Anche qui non ci sono molti dubbi.

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