venerdì 12 maggio 2017

L'Italia è fatta di tanti piccoli e mediocri imitatori di Salvini e Grillo ma anche di grandi uomini. Proprio quelli che reggono il nostro paese e che lo faranno diventare grandissimo.


In merito ad un mio recente post su queste colonne che ha aperto una discussione dai toni anche aspri ho pensato di fare alcune precisazioni ,e ho scelto di esprimerle attraverso la forma della lettera a colui che meglio , a mio avviso , ha interpretato il significato di quel post, cioè Massimo Gramellini nella sua rubrica odierna sul Corriere della Sera:
“ Stimatissimo Massimo Gramellini,
Ti ringrazio per aver commentato con la solita pacatezza e lungimiranza il mio scritto su Fb. Permettimi allora alcune precisazioni:
anzitutto il tono e il significato provocatorio che tu hai ben colto del messaggio non poteva avere il carattere né di un consiglio ( non sono abbastanza autorevole per elargirne) né tantomeno di una minaccia ( non rientra nei miei canoni comportamentali) nei confronti di estensori e espositori di quel manifesto : infatti mai nella mia Azienda è stato tollerato né sara’ mai tollerabile una discriminazione sul trattamento di qualsiasi paziente , né io potrei rinunciare a prestare la mia opera in qualità di Medico della mia Azienda e dipendente di quel Servizio Sanitario pubblico che da anni cerco di difendere e di onorare , nei confronti di chiunque si presenti alla mia attenzione con un bisogno di salute ;
in secondo luogo il mio strale non era soltanto dettato dalla vicenda dell’accoglimento o meno dei migranti , tema delicato ed ampio di cui non ho titolo di essere portavoce : fin dai primi minuti dal post ho fornito un argomento addirittura a favore dei resistenti e dissenzienti ,scrivendo della difficoltà di spalmare la miseria altrui sulla povertà nostrana , delle nostre borgate periferiche , montane o rurali piccole che spesso hanno patito piu’ dei grandi borghi la crisi economico sociale dell’ultimo decennio.
Volevo stigmatizzare soprattutto il tono istigativo e il retroterra xenofobo di quello scritto , che ancor oggi mi pare inaccettabile e che deve richiedere ad ognuno di noi una presa di posizione netta ; un retroterra in parte diverso dalle resistenze dei comunitari che pure, proprio in virtu’ di quella pessima vetrina, si sono trovati oggi sotto i riflettori di tante televisioni e testate giornalistiche ( e credo di essere stato uno dei pochi a difenderli dalle massificazioni e semplificazioni dei media )
In terzo luogo dopo quasi 30 anni di lavoro ho imparato che non è possibile erogare una prestazione medica senza stipulare un patto , non scritto ma per questo non meno importante , con il paziente , un accordo empatico biunivoco Questo ‘sum pathos’ , questo soffrire assieme, richiedono cifre etiche analoghe : il mio post era proprio un invito agli autori di quel gesto ( ma anche di chi ha vergato i muri di salita a Superga con scritte antisemite, o chi quotidianamente regala cori razzisti dagli spalti degli stadi di calcio, di alcuni in particolare) a rivedere i loro stilemi comportamentali se vorranno davvero entrare in empatia col sottoscritto qualora ( speriamo di no) si presentasse la necessita’ di stipulare quel patto .
Per finire, quel 25 aprile a Saluzzo avevamo celebrato due resistenti saluzzesi caduti nell’era contemporanea , il Dottor Damiano presidente dell’allora USL 63 e il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: i figli di questi miei nobili concittadini dal palco ci hanno invitato ad uno scatto di responsabilità e di dedizione per portare avanti i loro ideali e quelli della Resistenza: ho interpretato e interpreto il mio post contro il razzismo ( ma anche l’antisemitismo , l’omofobia etc) un piccolo scatto di responsabilità personale e civile .
Grazie ancora a Te e alle migliaia di persone che mi sono vicine in questi momenti non proprio facili 
Corrado Lauro”

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