La Raggi non paga le bollette. Chiusi gli uffici dei consiglieri
Roma, staccata l'acqua nella sede dei gruppi comunali. Le opposizioni insorgono: che esempio date ai cittadini?
Roma, staccata l'acqua nella sede dei gruppi comunali. Le opposizioni insorgono: che esempio date ai cittadini?
Roma - «Distacco per morosità». Da ieri, il già notevole Guinnes dei primati di Virginia Raggi, sindaca di Roma, annovera anche questo record: causa mancato pagamento delle bollette alla società Acea (di cui per altro il Comune di Roma è azionista di maggioranza), l'acqua è stata staccata e gli uffici dei gruppi consiliari sono stati chiusi.
I consiglieri comunali della Capitale e i dipendenti e funzionari dei gruppi si sono ritrovati in mezzo alla strada, sui marciapiedi di Via del Tritone: in caso di mancanza d'acqua, infatti, la legge obbliga gli uffici pubblici alla serrata, onde evitare emergenze igieniche. L'acqua è stata staccata da Acea mercoledì, e ieri i dirigenti sono corsi ai ripari, invitando i dipendenti a lasciare gli uffici.
Il surreale episodio viene denunciato su Facebook dalla deputata romana del Pd Lorenza Bonaccorsi: «Siamo di fronte a un episodio senza precedenti: i gruppi consiliari del Comune di Roma, i rappresentati eletti dal popolo, da oggi sono costretti a lavorare in strada perché per gli uffici di Via del Tritone non sono state pagate le bollette dell'acqua all'Acea», scrive. «L'Amministrazione M5s non rispetta le scadenze neanche quando deve pagare una propria municipalizzata: è questo l'esempio che viene dato ai cittadini? Nel frattempo gruppi e commissioni consiliari non possono lavorare: e questo sarebbe il partito che si riempie tanto la bocca parlando di democrazia?». Intanto nell'aula Giulio Cesare del Campidoglio il consigliere comunale democrat Orlando Corsetti scatena la protesta: «Questa amministrazione non riesce neanche a pagare le bollette. Gli uffici dei gruppi di via del Tritone sono da ieri senz'acqua e da oggi inagibili perché non sono state pagate le utenze. Noi non riusciamo a lavorare, mi pare grave».
Il presidente del Consiglio comunale di Roma, il grillino Marcello De Vito, cerca di metterci una pezza spiegando che la responsabilità è tutta della società Prelios, da cui il Comune ha in affitto gli uffici: «Troviamo inaccettabile che nella sede dei Gruppi consiliari manchi l'acqua da due giorni. Stamattina l'edificio è stato dichiarato inagibile, nonostante la società Prelios sia tenuta a garantirne la piena funzionalità. Tali disservizi non consentono ai consiglieri e ai loro staff di lavorare e di convocare le commissioni capitoline, bloccando di fatto l'attività politico-amministrativa. Va trovata una soluzione immediata».
Peccato che, ricordano dall'opposizione, il Comune di Roma guidato dall'inneffabile Raggi - oltre a pagare 1 milione e mezzo di euro l'anno alla Prelios per l'utilizzo della palazzina di Via del Tritone - sia anche azionista di maggioranza della società Acea, quella che appunto eroga l'acqua anche al palazzo dei gruppi consiliari romani: «Possibile che in quarantotto ore l'amministrazione capitolina non sia riuscita ad intervenire per evitare una simile emergenza, che getta nuovo discredito sulla Capitale?», si chiedono. Possibile, sì.
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