L'ex consulente dell'AMA è stata iscritta nei mesi scorsi, prima che diventasse assessora, ma la notizia è stata tenuta riservata per non influire sul dibattito politico. Concorso in reati ambientali e concorso in abuso d'ufficio le due ipotesi di reato. Lei si difende con Il Fatto Quotidiano
Tanto tuonò che piovve. Paola Muraro è indagata da circa tre mesi per due ipotesi di reato: violazioni ambientali e abuso d’ufficio. L’ex consulente dell’AMA è stata iscritta nei mesi scorsi, prima che diventasse assessora, ma la notizia è stata tenuta riservata per non influire sul dibattito politico.
Paola Muraro è indagata per due ipotesi di reato
L’assessora sarà ascoltata domani dalla Commissione Ecomafie insieme alla sindaca Virginia Raggi per il ciclo dei rifiuti a Roma, dopo l’audizione di luglio di Daniele Fortini (quella rimasta famosa perché Stefano Vignaroli, più volte nominato dall’ex AMA, è rimasto in religioso silenzio per tutto il tempo: stavolta il deputato parlerà?). La Ecomafie ha gli stessi poteri della magistratura, con i pubblici ministeri lavora spesso in tandem. Dunque la procedura prevede che le persone convocate possano farsi assistere da un legale qualora ritengano che le loro dichiarazioni possano essere utilizzate anche ai fini dell’inchiesta penale. L’avvocato Salvatore Sciullo ha già fatto sapere che Muraro potrebbe chiedere di essere ascoltata in audizione segreta, almeno per quanto riguarda alcuni passaggi. Spiega oggi Repubblica:
Sui suoi 12 anni in Ama è nata una maxi-indagine. Tra i fascicoli c’è quello sul tritovagliatore di Rocca Cencia, di proprietà di Manlio Cerroni. La procura indaga per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito dei rifiuti, truffa e frode nelle pubbliche forniture. Muraro, prima che i carabinieri a fine giugno sequestrassero le carte dell’impianto, era favorevole al suo utilizzo. Il vero nodo, però, sono le consulenze: dal 2004 al 2016, l’assessora ha lavorato come referente Ippc negli impianti Tmb di Rocca Cencia e di via Salaria. L’ipotesi è che per un lungo periodo siano stato sottoutilizzati, producendo meno scarti in uscita, difformi rispetto alle prescrizioni. Al vaglio degli inquirenti anche il trattamento economico che Muraro, approdata in Ama con Fiscon, ha ricevuto negli ultimi anni di consulenze. Nell’inchiesta pure le intercettazioni tra Muraro e Buzzi, il ras delle coop di Mafia Capitale.
Contestati, oltre al concorso in abuso d’ufficio, ci sarebbero reati ambientali, di solito puniti se accertati – con contravvenzioni. L’assessora parla oggi con Il Fatto Quotidiano, ma intanto ha già preparato una relazione con tanto di atti allegati, anche per smentire una serie di accuse mossegli da Fortini. La relazione della Muraro potrebbe essere acquisita anche dalla Procura di Roma: secondo indiscrezioni anche lei è pronta a indicare davanti alla Commissione una serie di responsabilità di altre persone.
Non sono mai stata ascoltata da una commissione d’inchiesta, ma ritengo che una parte dell’audizione sarà pubblica, quella cui chiederanno a me e alla sindaca ragguagli sulla situazione dei rifiuti a Roma, e su cosa vogliamo fare sul tema. Noi spiegheremo cosa abbiamo trovato e cosa intendiamo fare, il nostro programmaMa ci sarà anche una parte secretata.
Me lo auguro. Voglio consegnare della documentazione, che potrebbe portare a un’indagine da parte della magistratura. Ma questo eventualmente lo deciderà la Procura.Cosa c’è in quelle carte? E chi accusano?
Presenterò dei documenti che raccontano la passata visione dell’Ama da parte dell’ex presidente Fortini. Gli risponderà, insomma. Spero che mi facciano replicareatutte leinfamiecheha detto su di me. Fortini ha raccontato la sua verità, ma il vertice di un’azienda doveva volare più alto. E comunque la verità sta nei documenti. Io non sono un’affabulatrice, e mi baserò su fatti concreti.Fatti gravi, a suo dire.
Prima, da consulente dell’Ama, stavo dall’altra parte. Ora sono nell’amministrazione e ho potuto apprendere tante cose di cui ero all’oscuro.
È davvero curioso che la Muraro affermi che possiede della documentazione «che potrebbe portare a un’indagine della magistratura» ma non l’abbia ancora consegnata ai magistrati, visto che fa parte di una Giunta che a parole dice che la legalità è importante. Ancora più curioso è che il giornalista Luca De Carolis non le chieda come mai non l’ha ancora consegnata.
La vicenda di Paola Muraro
La vicenda prende spunto dai tre filoni d’indagine avviati dal pubblico ministero Alberto Galanti e coordinati dai procuratori aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino. Si parla degli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) di cui la Muraro era responsabile per conto di AMA e di cui sarebbero stati falsificati i dati sul materiale smaltito. Prima della pausa estiva i carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico guidato dal generale Sergio Pascali, hanno acquisito la documentazione relativa al trattamento della spazzatura per effettuare nuove verifiche sull’entità dell’eventuale truffa. E soprattutto per accertare la natura dei rapporti tra Muraro e Cerroni, anche alla luce della posizione dell’allora funzionaria sul tritovagliatore di Rocca Cencia. Proprio quel tritovagliatore che la Muraro insisteva per far usare nel suo blitz-piazzata nella sede di AMA davanti a Fortini.
Ma il 3 agosto scorso, in audizione pubblica davanti alla commissione parlamentare Ecomafie ha dichiarato: «Vedere che nel blitz a Rocca Cencia a fianco al sindaco di Roma e all’assessore Paola Muraro l’unico dirigente dell’azienda presente era una persona coinvolta nell’inchiesta di Velletri sull’inceneritore di Colleferro che io avevo allontanato, mi convince ancora di più che giovedì prossimo io inderogabilmente lascerò l’incarico». Ancora da esplorare sono invece i contatti con Salvatore Buzzi, ritenuto insieme con Massimo Carminati il capo dell’organizzazione mafiosa che ha ottenuto appalti e nomine dal Campidoglio. Si tratta di tre telefonate che la Muraro fece nel 2012, proprio su indicazione di Fiscon, per una delle commesse che riguardavano i rifiuti.
Scrive il Messaggero che c’è perfino chi ipotizza, nella cerchia più ristretta dei consiglieri di «Virginia», che la Muraro l’avesse addirittura avvisata delle indagini a suo carico. Non ieri, ma diverse settimane fa. Per prepararla e abbozzare insieme una strategia. La sindaca avrebbe una linea attendista e garantista, anche a causa delle cinque dimissioni della scorsa settimana. Paolo Berdini, l’unico in giunta a uscire allo scoperto sul tema, disse qualche settimana fa che se la Muraro fosse stata indagata sarebbe cambiato tutto.
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