Roma, Muraro indagata per abuso d’ufficio e violazioni ambientali
Ma anche con l’inchiesta la sindaca Raggi potrebbe confermarla: l’attuale assessore all’Ambiente è stata iscritta mesi fa (prima della nomina) ma la notizia è stata sempre tenuta riservata per non influire sul dibattito politico e sulle polemiche sul Comune
Paola Muraro è indagata dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio e violazioni ambientali. L’iscrizione è avvenuta nei mesi scorsi, ben prima che la consulente dell’Ama fosse nominata assessore all’Ambiente dalla sindaca di Roma Virginia Raggi. La notizia, tenuta finora riservata proprio per non influire sul dibattito politico e sulle polemiche che ormai da settimane coinvolgono il Campidoglio, trova conferma alla vigilia della sua audizione di fronte alla commissione parlamentare Ecomafia. E rischia di travolgere l’intera giunta, dopo le dimissioni del responsabile del Bilancio Marcello Minenna e la revoca del capo di gabinetto della stessa sindaca, Carla Raineri. E l’abbandono dell’amministratore di Ama Alessandro Solidoro.
La fiducia della prima cittadina
Già alla fine di luglio, quando si scoprì che Muraro era stata per 12 anni consulente dell’Ama, l’azienda municipalizzata per i rifiuti, guidata da Franco Panzironi e Giovanni Fiscon — entrambi imputati nel processo di «Mafia Capitale» — Raggi aveva fatto sapere che sarebbe rimasta al proprio posto. E anche nelle ultime ore, di fronte al rincorrersi delle indiscrezioni sulle indagini in corso, avrebbe ribadito questa posizione confermando la volontà di rinnovarle la fiducia. Consapevole comunque che il coinvolgimento nell’inchiesta rappresenterà un nuovo e duro colpo per la tenuta della sua giunta. Anche tenendo conto che al momento della designazione a responsabile di un settore delicato come quello dell’Ambiente e in particolare della gestione dei rifiuti a Roma dove sono decine i processi già in corso proprio per gli illeciti compiuti negli anni passati, Muraro era già iscritta nel registro deli indagati.
I rapporti con Cerroni
Sono tre i filoni avviati dal pubblici ministero Alberto Galanti e coordinati dai procuratori aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino. Uno riguarda gli impianti di Tmb (Trattamento meccanico biologico) che Muraro seguiva per conto di Ama e che avrebbero portato nelle casse delle società di gestione (la stessa Ama e le ditte del ras dei rifiuti Manlio Cerroni) molti più soldi di quelli dovuti, falsificando i dati sul materiale smaltito. Prima della pausa estiva i carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico guidato dal generale Sergio Pascali, hanno acquisito la documentazione relativa al trattamento della spazzatura per effettuare nuove verifiche sull’entità dell’eventuale truffa. E soprattutto per accertare la natura dei rapporti tra Muraro e Cerroni, anche alla luce della posizione dell’allora funzionaria sul tritovagliatore di Rocca Cencia.
Lo scontro con il presidente dell’Ama Fortini
Nonostante il sequestro e il blocco dell’attività dell’impianto, Muraro si schierò sul suo utilizzo e per questo arrivò allo scontro con il nuovo presidente di Ama Daniele Fortini, che invece aveva deciso il blocco definitivo. I rapporti tra i due sono rimasti pessimi. Pochi giorni dopo essere stata nominata assessore Muraro si è presentata con le telecamere nella sede di Ama proprio per denunciare la cattiva gestione. Lui non si è scomposto. Ma il 3 agosto scorso, in audizione pubblica davanti alla commissione parlamentare Ecomafie ha dichiarato: «Vedere che nel blitz a Rocca Cencia affianco al sindaco di Roma e all’assessore Paola Muraro l’unico dirigente dell’azienda presente era una persona coinvolta nell’inchiesta di Velletri sull’inceneritore di Colleferro che io avevo allontanato, mi convince ancora di più che giovedì prossimo io inderogabilmente lascerò l’incarico».
Le telefonate con Buzzi
Ancora da esplorare sono invece i contatti con Salvatore Buzzi, ritenuto insieme con Massimo Carminati il capo dell’organizzazione mafiosa che ha ottenuto appalti e nomine dal Campidoglio. Si tratta di tre telefonate che la Muraro fece nel 2012, proprio su indicazione di Fiscon, per una delle commesse che riguardavano i rifiuti. Alla fine la cooperativa di Buzzi non ottenne l’appalto — che fu invece assegnato a una delle ditte indicate da Fortini in qualità di presidente di Federambiente — ma i magistrati vogliono approfondire le procedure seguite.
Domani l’audizione alla Ecomafie: «Dirà quel che ha da dire»
Inizialmente le conversazioni erano state infatti ritenute «penalmente non rilevanti» perché non era noto il ruolo che Muraro aveva in Ama e la possibile influenza rispetto alle scelte di Panzironi prima e Fiscon poi. Ora si effettuerà dunque una «rilettura» e poi Muraro sarà convocata per l’interrogatorio. A questo punto sarà lei a dover decidere se svolgere ugualmente l’audizione di fronte alla Ecomafie prevista per domani oppure chiedere un rinvio. Ieri, per tutto il giorno i suoi collaboratori hanno ostentato sicurezza: «È tranquilla e dirà quel che ha da dire davanti alla Commissione parlamentare dove è stata lei a chiedere di essere ascoltata».
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