Unioni Civili, Ruini: «Un compromesso è possibile»
Il cardinale sul riconoscimento dei diritti delle coppie gay: «Un vero accordo possibile stralciando le adozioni e togliendo i tanti riferimenti a diritto matrimoniale e diritto di famiglia»
Sulle unioni civili un compromesso con il mondo «è possibile», «o almeno sarebbe possibile, un vero accordo, se oltre a stralciare le adozioni si togliessero i tanti riferimenti al diritto matrimoniale e al diritto di famiglia». Ad affermarlo il cardinale Camillo Ruini, per 17 anni vicario di Papa Giovanni Paolo II, in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per Il Corriere della Sera.
UNIONI CIVILI: RUINI: «UN VERO ACCORDO È ANCORA POSSIBILE»
Ruini invita i parlamentari, non solo quelli cattolici, ad ascoltare la manifestazione di ieri al Circo Massimo, frutto – dice «del sentire di gran parte del nostro popolo». Ma non si esprime sul premier Matteo Renzi:
Ora cosa accadrà in Parlamento? È più difficile per un parlamentare cattolico votare la legge?
«Questo non sono in grado di prevederlo. Credo però che tutti i parlamentari, non solo quelli cattolici, farebbero bene ad ascoltare questa manifestazione; che non è il frutto di una forte organizzazione, ma del sentire di gran parte del nostro popolo».
È ancora possibile un compromesso?
«Direi che è possibile, o almeno sarebbe possibile, un vero accordo, se oltre a stralciare le adozioni si togliessero i tanti riferimenti al diritto matrimoniale e al diritto di famiglia. Altrimenti si apre la strada all’equiparazione, attraverso le decisioni della magistratura».
È deluso da Renzi?
«Lei sa che non esprimo mai giudizi sulle personalità politiche».
È un premier cattolico. Come lo era Prodi, di cui lei celebrò il matrimonio e battezzò i figli, prima dello scontro sui Dico.
«Romano Prodi rimane per me un amico come, ne sono sicuro, io per lui. Le divergenze su alcune questioni non significano la fine di un’amicizia che tra Romano e me ha radici molto profonde».
E Renzi?
«Rispondo solo che da Renzi come da altri politici continuo ad aspettarmi scelte positive, per le quali non è mai tardi».
Ci sono quindi i margini per un accordo.
«Se si vuole, ci sono eccome. Bisogna avere la volontà di essere disposti a fare modifiche profonde».
Se invece la legge dovesse passare, si farà un referendum per abrogarla?
«Mi pare un po’ presto per parlare di referendum. Adesso l’impegno e la speranza sono di evitare che sia fatta una cattiva legge, e che sia invece approvata una legge equilibrata e largamente condivisa dai parlamentari e dalla sensibilità comune».
Sta dicendo che non si può fare come se non ci fosse stato il Family Day?
«Questo si vedrà. Certo sarebbe strano che non se ne tenesse conto».
Ma non era meglio tenersi i Dico?
«È vero che non contenevano certe forzature dell’attuale disegno di legge. Ma se fossero stati approvati non sarebbero stati il punto d’arrivo, come non lo sarebbe nemmeno l’attuale disegno di legge. Il vero traguardo è la totale parificazioni delle coppie omosessuali a quelle eterosessuali; come riconoscono apertamente i promotori più decisi di queste rivendicazioni, e com’è già accaduto in molti altri Paesi».
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