Il magistrato: «Emerge un quadro desolante sulla gestione del denaro pubblico»
«Fatture false per sanare i bilanci»
PAVIA Un mare di fatture false, relative a operazioni mai eseguite, per appianare perdite e far quadrare i bilanci delle due partecipate. «Un quadro desolante sulla gestione del denaro pubblico, quello che emerge dalle indagini – commenta il procuratore Mario Venditti –. Gli sbilanci venivano occultati mediante il ricorso al più banale, efficace e truffaldino degli espedienti: la predisposizione di fatture maggiorate o per operazioni inesistenti». Le indagini, secondo il magistrato, sono la «dimostrazione della disinvoltura con cui i vertici delle due partecipate hanno gestito la contabilità e i bilanci delle società, utilizzate come una sorta di camera di compensazione per aggiustare i conti dell’amministrazione del Comune di Pavia». Il riferimento è a operazioni fittizie che sarebbero state predisposte anche con la complicità di funzionari del Comune, ma su questo possibile sviluppo delle indagini il procuratore non rilascia dichiarazioni. Nell’ordinanza di custodia cautelare, tuttavia, Antoniazzi parla del meccanismo degli storni di fatture, soprattutto relative al “verde”, emesse da Asm Pavia nei confronti del Comune: «Il Comune di Pavia ci ha chiesto di stornargli delle fatture molto vecchie, 2002, 20023, 2004, 2005 e 2006, perché non avevano più su quel capitolo di spesa soldi a sufficienza». Lo stesso meccanismo sarebbe stato applicato alle partecipate. Per Asm Lavori, secondo l’accusa, si chiese ad Antoniazzi di “aggiustare” la perdita di 500mila euro del 2013, «perché a giugno c’erano le elezioni». Solo i conti in ordine, inoltre, e i “buoni risultati” potevano giustificare i premi ai dirigenti. (m. fio.)
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