Scandalo dei 2 milioni spariti: ex presidente in manette con il suo dg Tedesi
In carcere anche Luca Filippi (Asm Lavori) e il contabile licenziato Antoniazzi
In carcere anche Luca Filippi (Asm Lavori) e il contabile licenziato Antoniazzi
Asm, quattro arresti
Chirichelli a S. Vittore
Chirichelli a S. Vittore
di Maria Fiore wPAVIA A distanza di quasi quattro mesi dall’arresto dell’ex contabile di Asm Pavia, arriva il colpo di coda delle indagini sullo scandalo dei soldi spariti dai conti della società. Ed è una sferzata che colpisce, travolgendoli, i vecchi vertici dell’azienda di via Donegani. I finanzieri si sono presentati ieri all’alba nelle abitazioni dell’ex presidente di Asm Pavia Giampaolo Chirichelli, dell’ex direttore generale Claudio Tedesi e dell’ex presidente di Asm Lavori Luca Filippi per notificare un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di peculato. Lo stesso provvedimento è stato consegnato in carcere a Torre del Gallo (dove si trova rinchiuso dal 16 ottobre) all’ex contabile di Asm Pavia, Pietro Antoniazzi. Per il gip Erminio Rizzi, che ha firmato le ordinanze, gli arresti sono giustificati dal pericolo di inquinamento delle prove e, solo per Antoniazzi, del pericolo di fuga. Gli indagati sono stati portati in istituti diversi: Chirichelli nel carcere di San Vittore e Filippi junior nel carcere di Voghera, mentre a Tedesi sono stati applicati gli arresti domiciliari nella sua abitazione. Perquisizioni, con sequestri di documenti e materiale informatico, sono state eseguite negli uffici della società di via Donegani e nelle abitazioni degli indagati. Secondo le indagini coordinate dal procuratore Mario Venditti e dal sostituto Paolo Mazza, gli arrestati avrebbero avuto un ruolo nella sparizione di oltre un milione e 870mila euro, distratti dalle casse di Asm Pavia e Asm Lavori e finiti su un conto, in una banca di Castel San Giovanni, intestato ad Antoniazzi e alla sua società Consula Srl. L’ex contabile era già finito in carcere, ma i finanzieri avevano trovato traccia di passaggi di denaro sul suo conto per circa 400mila euro. Gli accertamenti successivi dei militari del nucleo di polizia tributaria, guidati dal colonnello Cesare Maragoni, hanno permesso di ricostruire l’intera cifra. I soldi sarebbero finiti sul conto attraverso 13 note di accredito, in apparenza rivolte al Comune di Pavia ma in realtà destinate al conto di Antoniazzi. I soldi sarebbero usciti attraverso bonifici ma soprattutto assegni: titoli che portano la firma di Chirichelli, Tedesi e, per una cifra di 684mila euro, anche di Filippi junior. A spiegare il meccanismo, per l’accusa costituito da fatturazioni false e operazioni inesistenti, è lo stesso Antoniazzi durante l’interrogatorio di novembre: «Le impiegate emettavano il documento, mi facevo dare il libretto degli assegni dalla cassaforte, compilavo l’assegno per intero e poi lo portavo da Chirichelli, lui lo firmava, io tornavo in ufficio, facevo la fotocopia dell’assegno, sbianchettavo il mio nome sulla fotocopia, mettevo Comune di Pavia, rifacevo la fotocopia e la consegnavo alla contabilità». Per l’accusa, quindi, non solo Chirichelli era a conoscenza del meccanismo (avrebbe firmato assegni intestati ad Antoniazzi), ma avrebbe anche ricevuto, a detta dell’ex contabile, 450mila euro in contanti. E il resto dei soldi? Sul conto piacentino il denaro non c’è. Il sospetto è che sia finito su conti svizzeri riconducibili all’ex contabile. I finanzieri hanno già avviato rogatorie internazionali per trovarlo.
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