Dal blog di Beppe Grillo il deputato Danilo Toninelli lancia l'allarme: «Multa al M5S per aver rifiutato i rimborsi elettorali». Non è proprio così, anzi. Ma c'è anche un'altra legge che potrebbe mettere nei guai Grillo e gli altri. Proprio per le elezioni politiche
Dal blog di Beppe Grillo il deputato Danilo Toninelli lancia l’allarme: «Multa al M5S per aver rifiutato i rimborsi elettorali». Sostiene Toninelli: «Il Pd vuole farci pagare 200.000 € di multa per aver rifiutato i rimborsi elettorali. La firma dell’emendamento è del noto piddino Boccadutri grazie al quale pochi mesi fa i partiti si sono regalati illegittimamente 45,5 milioni di euro di finanziamenti pubblici. In pratica il Pd ha depositato un emendamento al decreto Mille Proroghe nel quale chi non si iscrive al Registro dei partiti per avere i finanziamenti pubblici, subisce una multa di 200.000€».
La storia dell’emendamento che multa il MoVimento 5 Stelle
Andiamo con ordine: qual è l’emendamento? L’emendamento che Toninelli imputa a Boccadutri è questo ed è stato presentato come primo firmatario dal renziano Ernesto Carbone (Boccadutri è la seconda firma). L’emendamento, presentato il 25 gennaio, non è ovviamente ancora stato approvato visto che la discussione è appena cominciata in commissione e quindi non è nemmeno iniziata in Aula. Il Pd ha comunque chiesto con una modifica al Milleproroghe 2016, firmata da Ernesto Carbone e Sergio Boccadutri, di consentire lo slittamento a giugno prossimo del termine entro il quale i partiti devono presentare i rendiconti del 2013-2014. Nello stesso testo si prevede una multa di 200mila euro per chi non ottempera “all’obbligo di trasmissione degli atti” alla commissione per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici. Un passaggio, quest’ultimo, che secondo il M5s punta a punire i grillini che rinunciano ai rimborsi elettorali. Questo è il testo completo dell’emendamento:
E cosa dice il comma 4 dell’articolo 9 della legge 6 luglio 2012?
La Commissione effettua il controllo di regolarita’ e di conformita’ alla legge del rendiconto di cui all’articolo 8 dellalegge 2 gennaio 1997, n. 2, come da ultimo modificato dal presente articolo, e dei relativi allegati, nonche’ di ottemperanza alle disposizioni di cui alla presente legge. A tal fine, entro il 15 giugno di ogni anno, i rappresentanti legali o i tesorieri deipartiti e dei movimenti politici, che abbiano conseguito almeno il 2 per cento dei voti validi espressi nelle elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati ovvero che abbiano almeno un rappresentante eletto alla Camera medesima o al Senato della Repubblica o al Parlamento europeo o in un consiglio regionale o nei consigli delle province autonome di Trento e di Bolzano, sono tenuti a trasmettere alla Commissione il rendiconto e i relativi allegati previstidall’articolo 8 della legge 2 gennaio 1997, n. 2, come da ultimomodificato dal presente articolo, concernenti ciascun esercizio compreso, in tutto o in parte, nella legislatura dei predetti organi.Unitamente agli atti di cui al secondo periodo del presente comma,sono trasmessi alla Commissione la relazione contenente il giudizioespresso sul rendiconto dalla societa’ di revisione di cui al comma 1del presente articolo, nonche’ il verbale di approvazione delrendiconto medesimo da parte del competente organo del partito omovimento politico. In caso di partecipazione in forma aggregata aduna competizione elettorale mediante la presentazione di una listacomune di candidati, ciascun partito e movimento politico che abbiadepositato congiuntamente il contrassegno di lista e’ soggetto agliobblighi di cui al presente comma.
Ecco quindi che ci sono molti requisiti richiesti oltre all’iscrizione nel registro dei partiti, che è consultabile qui (Scelta Civica e Partito Democratico si sono iscritti soltanto di recente); tra questi c’è sicuramente il rendiconto e gli allegati con la relazione della società di revisione che deve controllare i bilanci e il verbale di approvazione del rendiconto da parte del partito o movimento politico. Ma c’è anche altro che andrebbe fatto notare sul tema.
E lo Statuto del MoVimento 5 Stelle? E gli organi di garanzia?
La multa da 200mila euro sembra proprio l’ultimo dei problemi del MoVimento 5 Stelle. Perché anche se l’emendamento non passassela nuova legge per l’elezione della Camera dei deputati prevede che per partecipare alla competizione i partiti dovranno presentare al ministero dell’Interno il proprio statuto. Un contributo di Maria Romana Allegri, professoressa di diritto pubblico alla Sapienza, sulla rivista dell’AIC (Associazione Italiana Costituzionalisti) ricordava che la norma potrebbe riguardare anche il MoVimento 5 Stelle:
Questo perché, come scrive la professoressa Allegra il movimento si è dotato di un non-statuto pubblicato dal sito di Beppe Grillo e ha depositato anche un vero e proprio statuto datato 12 marzo 2013. Ci sono alcune incongruenze tra i due documenti: «Il non-statuto definisce il Movimento una non-associazione, mentre l’atto notarile la qualifica come associazione vera e propria, con sede legale. Secondo il non-statuto non è previsto il versamento di alcuna quota di adesione al Movimento, mentre lo statuto registrato fa riferimento a quote annuali versate dagli associati. Solo nello statuto si fa riferimento agli organi dell’associazione (Assemblea, Consiglio direttivo, Presidente), alle attribuzioni del Presidente e allo status dei soci (fondatori, ordinari, sostenitori)». Ma una cosa è certa, sostiene l’esperta, «ma quel che più conta rilevare in questa sede è che nessuno di questi – e nemmeno la loro somma – è rispondente ai criteri indicati nell’art. 3 del d. l. n. 149/2013».
Quindi già oggi, se l’interpretazione della legge è corretta (c’è un “di cui” che balla, quasi come nell’emendamento Carbone-Boccadutri illustrato da Toninelli) il MoVimento 5 Stelle non potrà partecipare alle prossime elezioni per la Camera dei deputati se non si doterà di uno statuto (di quello parla l’articolo 3 della 149/2013), di organi deliberativi e di commissioni di garanzia per gli iscritti. Le elezioni sono lontane, ma le procedure “creative” di espulsione sono sotto gli occhi di tutti. Forse il cittadino deputato Toninelli dovrebbe rivedere l’ordine di priorità: prima preoccuparsi delle leggi già approvate e poi degli emendamenti ancora da discutere.
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