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Un boom di tessere che, specie in alcune zone della Sicilia, viene ritenuto anomalo dai vertici regionali del Pd. E il segretario deI dem nell'Isola, Fausto Raciti, decide di congelare le nuove iscrizioni al partito. "Ho chiesto alle commissioni provinciali di garanzia di verificare tessera per tessera: saremo inflessibili. Non ho ancora i dati completi del tesseramento, che è stato chiuso il 31 gennaio, ma mi sono giunte segnalazioni di pratiche disinvolte in alcune aree dell'Isola. Interverremo laddove sarà necessario. Dove ci sono anomalie, pacchetti, tentativi di scalata quelle tessere si annullano. E non guarderemo in faccia nessuno".

La polemica era esplosa ieri, con le dichiarazioni dell'ex governatore siciliano Totò Cuffaro, che aveva detto che i suoi voti erano finiti in gran parte nel Pd, e con l'attacco dell'ex capogruppo alla Camera Roberto Speranza che aveva chiesto "chiarezza" sul tesseramento. "Mi pare del tutto evidente - dice Raciti all'Huffington post - che in molti cercano di fare del Pd un partito non ben definito nei confini e nell’identità. Insomma un contenitore nel quale ricollocare ceto politico perché tanto c'è spazio. Glielo dico con molta nettezza che chi, anche nel Pd siciliano, gioca su questa ambiguità finisce per giocare col fuoco". Sullo sfondo uno scontro fra il segretario e Davide Faraone, colonnello di Renzi in Sicilia e fautore dell'allargamento del partito alle aree moderate, un'operazione che nei mesi scorsi ha fatto entrare nel Pd ex cuffariani e lombardiani.

"Il cambiamento di Renzi fa paura". Replica a muso duro il presidente del Pd siciliano, Giuseppe Bruno, legato a Faraone: "Il fatto che Cuffaro si inventi questa storia del tesseramento dei suoi uomini nel Pd, facendo cosi da assist alle parole del segretario Fausto Raciti, è la conferma di come in Sicilia il cambiamento di Renzi faccia paura e si stia cercando di restaurare il vecchio sistema consociativo e di potere che da Totò Cuffaro portava a Vladimiro Crisafulli, Antonello Cracolici e Lillo Speziale".

La cuffariana: io ho detto no al Pd. "Caro Guerini mi chiamo Giusi Savarino, sono stata più volte eletta deputato regionale, sono una cattolica moderata e sono cresciuta nella sinistra DC di Don Sturzo, La Pira e De Mita, come Renzi e, in quegli stessi anni, sono stata cuffariana
 e sono persona perbene. Oggi non sono nel Pd solo perché io ho garbatamente rifiutato il vostro invito e sto cercando di costruire un'alternativa al disastro che il Pd insieme a Crocetta sta facendo in danno alla Sicilia e ai siciliani esasperati". E' un passaggio della lettera aperta che Giusi Savarino, ex deputata regionale dell'Udc e oggi presidente del movimento Amunì Sicilia, indirizza al vice segretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini.