mercoledì 3 febbraio 2016

Unioni civili, così il M5s ha cambiato posizione

Nel 2013 il Movimento sosteneva nozze omo e adozioni. Ora ha corretto il tiro. Rotelli di Rete Lenford a Lettera43: «Di Maio? Sulla stepchild è ingiustificabile».

03 Febbraio 2016
Di Maio e, sullo sfondo, Grillo.
(© Ansa) Di Maio e, sullo sfondo, Grillo.
All'inizio furono i matrimoni gay e le adozioni, senza se e senza ma.
Poi la convergenza sulle unioni civili.
Quindi persino i dubbi sulla stepchild adoption espressi da Luigi Di Maio e dal senatore Sergio Puglia.
«SERVE UNA PAUSA DI RIFLESSIONE». «Sono d’accordo con questo impianto perché si tratta di unioni civili, il matrimonio non c’entra nulla», dichiarò il 16 ottobre 2015 a Famiglia Cristiana il membro del direttorio, ponendo paletti sulle adozioni: «Se uno dei due ha un figlio da un’altra relazione è giusto così. Il problema è quando si apre all’adozione tout court da parte delle coppie omosessuali, su questo bisogna andare con i piedi di piombo».
Circa lo spauracchio dell'utero in affitto, invece, abbozzava: «Mi sembra una discussione sterile: tanto le unioni civili non si faranno». Per poi recentemente correggere il tiro a Ottoemezzo: «In caso di governo 5 stelle, su matrimoni e altro discuteremo».
Pare invece irremovibile Puglia che sulla stepchild adoption lo scorso marzo confessò ad Avvenire: «Stiamo rischiando di aprire una voragine nei fondamenti dell’umano. Stiamo correndo troppo, occorre una pausa di riflessione».
NIENTE ADOZIONI NEL SONDAGGIO Distinguo e prudenze ripetuti che hanno fatto addirittura ipotizzare l'esistenza (solo ora?) di una 'fronda' cattolica all'interno del M5s.
A mettere a tacere le voci di un possibile voto contro il ddl da parte di alcuni esponenti del M5s ci ha pensato il senatore Alberto Airola: «Il M5s voterà compatto», ha assicurato.
Del resto la base nell'ottobre 2014 si era già espressa chiaramente, dettando la linea anche ai cattolici Di Maio, Di Battista, Morra e Taverna.
Di 25.268 iscritti certificati, 21.360 votarono sì, contro i 3.908 no. Il quesito però era: «Sei favorevole all'introduzione nel nostro ordinamento giuridico delle unioni civili fra persone dello stesso sesso?».
Nessun accenno, quindi, al capitolo adozioni stralciato - per alcuni 'misteriosamente' - dal sondaggio.

Dal matrimonio alle unioni civili: l'annacquamento del M5s

Una cosa però è certa: dall'arrivo in parlamento a oggi le posizioni M5s sul tema si sono a dir poco annacquate.
Visto che Grillo nel 2012 sentenziava: «Sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge».
Concetto ripetuto e ribadito più volte. 

  • Le dichiarazioni di Grillo sui matrimoni gay. 

ROTELLI: «IL DDL È DISCRIMINATORIO». Non a caso, la proposta di legge accolta e presentata dal M5s nel 2013 era stata redatta dalla Rete Lenford, avvocatura per i diritti Lgbti. E prevedeva tra le altre cose l'estensione del matrimonio alle coppie gay e l'adozione da parte delle coppie omogenitoriali.
Per questo il presidente dell'associazione Antonio Rotelli è arrabbiato. E non solo col M5s.
«Il ddl Cirinnà», spiega a Lettera43.it, «è discriminatorio perché, creando un istituto diverso dal matrimonio, stabilisce una differenza per legge tra coppie etero e gay».
Il matrimonio in altre parole è un diritto che agli omosessuali viene e verrà negato.
LA GIURISPRUDENZA C'È GIÀ. Anche sulla stepchild adoption finora è stata fatta parecchia confusione: «Da più di 30 anni nel nostro ordinamento esistono le cosiddette 'adozioni in casi particolari' che permettono l'adozione del figlio da parte del partner, garantendogli la bigenitorialità». Possibilità che sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo hanno esteso anche a coppie gay.
E pure in Italia ci sono casi di adozioni di questo tipo da parte di partner dello stesso sesso del genitore.
«Il diritto esiste, la giurispudenza è già intervenuta», commenta Rotelli. «Ora devono essere applicabili per legge, sottraendole dall'arbitrarietà di un giudice».
Senza dimenticare che ogni adozione passa da un tribunale che valuta molto apporfonditamente la «capacità genitoriale», che è slegata dall'orientamento sessuale.
L'EQUIVOCO SULL'UTERO IN AFFITTO. Altro grande equivoco è generato dallo spettro della maternità surrogata. «I bambini nati cinque o sei anni fa», continua l'avvocato, «come sappiamo come sono venuti al mondo? Il nodo non è in che modo verrebbero alla luce i futuri figli, ma come sono nati quelli che già ci sono. Detto questo, la maternità surrogata è vietata e punita in Italia, ma non all'estero».
E anche in questo caso lo spread dell'Italia nei confronti di molti Paesi evoluti aumenta: «Resto convinto», aggiunge l'avvocato, «che la decisione spetti solo alla donna, in nome della sua autodeterminazione. Il corpo va sempre rispettato. Ma se vuole e se la sente, deve poterlo fare. Esattamente come accade in Canada o negli Stati Uniti».
Per questo si arrabbia per la crociata contro la maternità per altri portata avanti da molti esponenti anche della sinistra Pd, tra cui l'ex segretario Pier Luigi Bersani.
Non solo: «Se bambini di quattro, cinque o 10 anni mostrano di stare bene ed essere felici, perché intromettersi? Per questo pure le posizioni di Di Maio sulle adozioni sono ingiustificabili».

Matrimoni gay condannati a un binario morto

La senatrice Pd Monica Cirinnà, redatrice del ddl sulle unioni civili, in piazza del Pantheon a Roma per la manifestazione Svegliati Italia.
(© Ansa) La senatrice Pd Monica Cirinnà, redatrice del ddl sulle unioni civili, in piazza del Pantheon a Roma per la manifestazione Svegliati Italia.
Ma perché il M5s, partito con i matrimoni gay, ha accettato il ddl Cirinnà addirittura mostrando qualche dubbio circa le adozioni?
«All'inizio», ricorda Rotelli, «furono calendarizzati sia il testo sulle unioni civili sia quello sull'estensione delle nozze e Grillo mise in chiaro che si trattava di una iniziativa a titolo personale di alcuni parlamentari. Poi le proposte di legge vennero separate. Fu il presidente della II commissione Giustizia Nitto Palma a rallentare l'iter, fino a bloccarlo chiedendo al Pd se intendeva andare avanti con una o l'altra proposta».
I dem presero tempo, un bel po' di tempo, e alla fine scelsero per le unioni civili condannando le nozze gay su un binario morto. Il resto è cronaca.
LA RIVOLTA DEGLI EX CATTO-M5S. E dire che mentre si vocifera di una ala cattolica del M5s e di una possibile fronda, c'è tra gli ex grillini chi sostiene al contrario l'esistenza di una vera e propria lobby Lgbt, come Andrea Aquilino, attivista romano ex candidato alla Regione Lazio espulso nel 2014 per «attività di propaganda politica e sociale svolte», si legge nella diffida, «in qualità di sedicente “portavoce” e rappresentante degli attivisti cattolici del Movimento 5 stelle».
Alla sola ipotesi Rotelli sorride. «Prima delle elezioni politiche, il M5s ci contattò per fare formazione via streaming ai candidati su temi come il matrimonio gay e l'omofobia». Una sorta di lezioni di diritto. «E una lobby gay, ammesso e non concesso che esista, si comporterebbe in questo modo?».

Twitter @franzic76

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