Antoniazzi rivela agli inquirenti: «Gli ho dato 450mila euro in due anni»
All’ex presidente leghista il denaro versato in contanti in cinque tranche
All’ex presidente leghista il denaro versato in contanti in cinque tranche
I soldi per Chirichelli
dal tesoretto svizzero
dal tesoretto svizzero
di Maria Fiore wPAVIA Un tesoretto depositato in una banca Svizzera. Da questo fondo, custodito in una cassettta di sicurezza a Lugano, e da «fondi personali» tenuti in cassaforte, Pietro Antoniazzi, fino al settembre 2015 responsabile finanziario di Asm Pavia, avrebbe prelevato soldi in contanti per pagare l’allora presidente di Asm Pavia Giampaolo Chirichelli. È lo stesso Antoniazzi a rivelare il dettaglio ai magistrati in un interrogatorio dello scorso novembre, ieri confermato davanti al gip Erminio Rizzi che ha firmato per lui una seconda ordinanza di custodia in carcere. L’ex contabile di Asm Pavia, arrestato insieme a Chirichelli, all’ex direttore generale Claudio Tedesi e all’ex presidente di Asm Lavori Luca Filippi, a novembre rivela ai finanzieri e agli inquirenti di avere versato, «in contanti e in nero», circa 450mila euro a Chirichelli, quindi un quarto della somma di oltre 1,8 milioni di euro sottratta dalle casse di Asm Pavia attraverso un complicato meccanismo di storni e fatture false e finita su un conto piacentino. Antoniazzi ricorda cifre e date, seppure con qualche incertezza: «Ho dato a Chirichelli 40mila euro nel 2012, 130 mila..., 136 mila nel 2013 e 200 mila nel 2014, duecento..., anzi 215 mila nel 2014». Dichiarazioni che aggravano la posizione di Chirichelli, che si trova attualmente nel carcere di San Vittore in attesa di interrogatorio con l’accusa, formulata dai magistrati Mario Venditti e Paolo Mazza, di avere apposto la propria firma su assegni intestati ad Antoniazzi o alla sua società Consula. La faccenda dei soldi pagati a Chirichelli emerge da una domanda del magistrato. Per quale motivo Chirichelli avrebbe dovuto firmare assegni che, di fatto, finivano ad Antoniazzi?Gli inquirenti danno la loro risposta: il comportamento di Chirichelli non era disinterassato, perché l’ex presidente riusciva a partecipare «alla spartizione delle somme indebitamente distratte». Così quando viene chiesto ad Antoniazzi se «i compensi erano tutti suoi», il contabile risponde: «Allora, complessivamente l’accordo con Chirichelli era: “Ti tieni le tasse, ti tieni un pezzo del tuo compenso per i lavori” ed in parte restituivo in contanti a Chirichelli». Gli inquirenti chiedono Ad Antoniazzi se ci sono riscontri, attraverso documenti bancari o altro, ma l’ex contabile risponde di no. Il consulente finanziario spiega, però, di avere pagato le tasse su quel milione e 800mila euro e quindi di avere intascato una cifra inferiore. Precisa, comunque, di avere «contabilizzato» tutto. Tutto, tranne i prelievi di contante per pagare Chirichelli, effettuati dal conto in Svizzera aperto tra il 2006 e il 2007. I prelievi sarebbero avvenuti poco per volta, perché «non vado a prelevare 500 mila euro in contanti per conto di...». Sul deposito di Piacenza, invece, sarebbero finiti gli assegni relativi alle false 13 note di accredito destinate solo in apparenza al Comune di Pavia. Il conto è ora praticamente vuoto. «I soldi li ho spesi tutti», dice Antoniazzi ai finanzieri. Ma gli inquirenti li cercano ancora.
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