regione liguria
Spese pazze: a processo il vice di Salvini
Edoardo Rixi, attuale assessore regionale allo Sviluppo economico e vice del segretario del Carroccio Matteo Salvini, il giorno del suo compleanno, l’8 giugno, non spegnerà le candeline in allegria. Perché proprio quel giorno inizierà il processo a suo carico e per altri 22 tra ex e attuali consiglieri regionali liguri rinviati a giudizio per le spese pazze sostenute con i fondi dei gruppi regionali, nel periodo tra il 2010 e il 2012. A Rixi (nella foto con Salvini) i magistrati contestano anche pranzi in Costa Azzurra a base di ostriche durante giorni di festa, menù bambini, cenoni di Capodanno, viaggi in località turistiche montane e città d’arte. Alla sbarra, oltre a Rixi, anche due attuali consiglieri: Francesco Bruzzone (Lega Nord e attuale presidente del Consiglio regionale) e Matteo Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia. E poi anche tutti gli ex componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale negli anni 2010-2012: Rosario Monteleone, allora presidente (Udc), Michele Boffa (Pd), Giacomo Conti (Fds), Massimo Donzella (Udc). Le accuse, a vario titolo, per i 23 imputati sono di peculato e falso. Secondo l’accusa, i consiglieri regionali in quei due anni si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, di tutto e di più: cene, viaggi, gite al luna park, birre, gratta e vinci, ostriche, fiori e biscottini. In alcuni casi, secondo l’accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano. Per un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro. Non solo. Le pezze giustificative, molto spesso, si riferivano a periodi festivi: Natale, capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e Primo maggio. Giorni «sospetti» per l’accusa per svolgere attività istituzionale.ROMA Non si fermerà al centro storico la verifica del Campidoglio guidato dal prefetto Francesco Paolo Tronca sugli affitti irrisori nelle case del Comune a Roma. «I tempi saranno celeri», ha assicurato il commissario, e la documentazione sarà inviata alla magistratura, sia ordinaria che contabile. E già emergono nuovi dati: solo il 18,5% di chi ha in affitto una casa del Comune nel I municipio, quello del centro storico, ha un contratto regolare, secondo verifiche su 574 immobili. Gli abusivi «accertati sono il 16,2%», mentre gli inquilini «in attesa di stipula di contratto, nei confronti dei quali è stata già accertata la sussistenza dei requisiti il 15,7%». Tra i casi più eclatanti già emersi ci sono: un alloggio nel rinomato Borgo Pio affittato a poco più di 10 euro al mese; un altro situato nel centralissimo corso Vittorio Emanuele, dato a 24 euro; un appartamento con vista Fori Imperiali, per cui si pagano soli 23 euro mensili; e un quarto, addirittura in via del Colosseo, concesso per pochi euro in più. I canoni d’affitto saranno aggiornati in tempi brevi e saranno possibili sfratti - assicura il Campidoglio -, oltre ad accertare le eventuali responsabilità dei dirigenti del Comune. Affittopoli è riemersa con l’insediamento del commissario. «Ho constatato che non esisteva un censimento puntuale e dettagliato del patrimonio di Roma Capitale - ha detto Tronca - e ho avviato con delle squadre esperte soprattutto in informatica e analisi questo monitoraggio che è partito dal I Municipio (che comprende il centro storico) e continuerà su tutti gli altri». «Ora si tratta di analizzare posizione per posizione, per capire quando è partito il singolo affitto, come e da chi e se sono subentrati dei subaffittuari - ha detto ancora il prefetto -. Assicuro ai romani che con tempi estremamente brevi intendo concludere questa operazione su tutti i municipi». Sulla precedente indagine dell’amministrazione di Ignazio Marino il prefetto ha commentato: «Ognuno lavora col proprio metodo». Secondo l’ex assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi, molto vicina a Marino, «nel luglio 2014 la giunta aveva già approvato una delibera sui canoni assolutamente fuori mercato e che dovevano essere urgentemente aggiornati. Per l’inerzia di alcuni uffici amministrativi - è l’accusa - non si è proceduto. Molti inquilini non hanno reagito bene e si sono rivolti agli avvocati», bloccando l’iter con delle cause, secondo Cattoi. Un anno fa la lista Marchini calcolò che il Comune aveva 751 immobili da dismettere, di cui 630 occupati abusivamente, 58 liberi e 63 regolari. Affittati a prezzi di mercato renderebbero oltre 26 milioni, a fronte di un milione e 800mila euro scarsi incassati. Poi, ci sono i morosi perché qualcuno neanche paga. Un inquilino di piazza Trilussa, a Trastevere, doveva 112 mila euro al Comune, ha ricordato l’ex capogruppo di Marchini, Alessandro Onorato. L’Italia dei Valori denuncerà per omissione di atti di ufficio e danno erariale le giunte degli ultimi 15 anni.
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