Unioni civili, la svolta di Grillo spiazza parlamentari e sostenitori M5s. E l'ex ideologo Becchi denuncia: "Cambiato il quesito nella consultazione web"
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Un post sul blog di Beppe Grillo per cancellare settimane di prese di posizione (apparentemente) perentorie. Il M5s avrà libertà di coscienza sulle unioni civili. Eppure, appena pochi giorni fa, il senatore Alberto Airola aveva assicurato che i pentastellati a palazzo Madama avrebbero votato compatti il ddl Cirinnà purché non venisse stravolto. Quindi, stepchild adoption compresa. E invece è proprio sul punto delle adozioni che la compattezza dei grillini ha vacillato.
Da giorni il gruppo del Senato ha dimostrato di essere tutt’altro che un monolite. Alcuni “portavoce” più vicini al mondo cattolico hanno cominciato a dichiarare le loro perplessità sulla stepchild adoption. Inoltre, qualche settimana fa tre deputate, Marta Grande, Tiziana Ciprini e Azzurra Cancellieri, si sono ritrovate in una stessa sala con Paola Binetti, Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi, in un incontro preparatorio del family day.
“Nel quesito sottoposto alla rete non si faceva riferimento alle adozioni”, è la giustificazione con cui sul blog è stata spiegata la decisione di lasciare libertà di coscienza. Ma anche su questo punto si è aperto un piccolo giallo. Perché il professor Paolo Becchi, ex ideologo del Movimento, è convinto che la domanda sottoposta al voto dei militanti fu cambiata in corso d’opera. E ne offre anche le prove attraverso la pubblicazione delle due diverse schermate. Nella prima versione – dice – il riferimento c’era e si escludevano unicamente le adozioni esterne alla coppia. “A metà pomeriggio – spiega ad Huffington – il quesito fu cambiato. Evidentemente quello era un nervo scoperto, ma questo dimostra la loro disonestà anche perché non è dato sapere quale fosse l’esito della votazione fino a quel momento”. Sicuro di quello che dice? “Certo, ne ho prima parlato con quattro avvocati e non c’è dubbio che quelle foto siano autentiche”. Di fatto, la scelta ha scatenato i commenti rete, molti dei quali negativi, e ha fatto partire l’hashtag #dietrofrontM5S.
Il cambio di rotta sarebbe stato deciso da Casaleggio in accordo con il direttorio, un modo sì per tenere conto della sensibilità cattolica di alcuni esponenti grillini (tra i quali anche Luigi Di Maio), ma ancor di più per non rimanere scoperti a destra, dove il Movimento ha una buona base di elettorato. Dalla deliberazione della svolta sarebbero stati completamente esclusi i senatori ed è per questo che ci sarebbero molti malumori per una decisione “calata dall’alto”. Soprattutto tra coloro che più si erano esposti e sgolati per dire che i grillini sul ddl Cirinnà sarebbero stati compatti. Lo stesso Airola, su Twitter, si limita a dire che per quanto lo riguarda è pronto a votare la legge “così com’è, coerentemente come ho sempre sostenuto”. E insieme ad altri portavoce lancia l’hasthtag #iovotosi, a bene vedere una sorta di conta a cui si uniscono, tra l’altro, Taverna, Buccarella, Bottici, Bulgarelli, Donno, Fattori, Marton, Nugnes, Scibona. Tra quelli più tentati dal votare no ci sarebbero invece Sergio Puglia, Enza Blundo, e altri senatori eletti al Sud.
A questo punto, l’esito delle votazioni sul provvedimento si fa particolarmente incerto. Perché la norma passi servono 161 sì al netto delle votazioni segrete, troppe “defezioni” di coscienza grilline sancirebbero l’affossamento della stepchild adoption. Ecco che in queste ore torna ad affacciarsi l’ipotesi di uno stralcio della norma o di un rimando a una legge delega.
Da giorni il gruppo del Senato ha dimostrato di essere tutt’altro che un monolite. Alcuni “portavoce” più vicini al mondo cattolico hanno cominciato a dichiarare le loro perplessità sulla stepchild adoption. Inoltre, qualche settimana fa tre deputate, Marta Grande, Tiziana Ciprini e Azzurra Cancellieri, si sono ritrovate in una stessa sala con Paola Binetti, Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi, in un incontro preparatorio del family day.
“Nel quesito sottoposto alla rete non si faceva riferimento alle adozioni”, è la giustificazione con cui sul blog è stata spiegata la decisione di lasciare libertà di coscienza. Ma anche su questo punto si è aperto un piccolo giallo. Perché il professor Paolo Becchi, ex ideologo del Movimento, è convinto che la domanda sottoposta al voto dei militanti fu cambiata in corso d’opera. E ne offre anche le prove attraverso la pubblicazione delle due diverse schermate. Nella prima versione – dice – il riferimento c’era e si escludevano unicamente le adozioni esterne alla coppia. “A metà pomeriggio – spiega ad Huffington – il quesito fu cambiato. Evidentemente quello era un nervo scoperto, ma questo dimostra la loro disonestà anche perché non è dato sapere quale fosse l’esito della votazione fino a quel momento”. Sicuro di quello che dice? “Certo, ne ho prima parlato con quattro avvocati e non c’è dubbio che quelle foto siano autentiche”. Di fatto, la scelta ha scatenato i commenti rete, molti dei quali negativi, e ha fatto partire l’hashtag #dietrofrontM5S.
Il cambio di rotta sarebbe stato deciso da Casaleggio in accordo con il direttorio, un modo sì per tenere conto della sensibilità cattolica di alcuni esponenti grillini (tra i quali anche Luigi Di Maio), ma ancor di più per non rimanere scoperti a destra, dove il Movimento ha una buona base di elettorato. Dalla deliberazione della svolta sarebbero stati completamente esclusi i senatori ed è per questo che ci sarebbero molti malumori per una decisione “calata dall’alto”. Soprattutto tra coloro che più si erano esposti e sgolati per dire che i grillini sul ddl Cirinnà sarebbero stati compatti. Lo stesso Airola, su Twitter, si limita a dire che per quanto lo riguarda è pronto a votare la legge “così com’è, coerentemente come ho sempre sostenuto”. E insieme ad altri portavoce lancia l’hasthtag #iovotosi, a bene vedere una sorta di conta a cui si uniscono, tra l’altro, Taverna, Buccarella, Bottici, Bulgarelli, Donno, Fattori, Marton, Nugnes, Scibona. Tra quelli più tentati dal votare no ci sarebbero invece Sergio Puglia, Enza Blundo, e altri senatori eletti al Sud.
A questo punto, l’esito delle votazioni sul provvedimento si fa particolarmente incerto. Perché la norma passi servono 161 sì al netto delle votazioni segrete, troppe “defezioni” di coscienza grilline sancirebbero l’affossamento della stepchild adoption. Ecco che in queste ore torna ad affacciarsi l’ipotesi di uno stralcio della norma o di un rimando a una legge delega.
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