Profughi, l’Ungheria costruisce un nuovo muro al confine croato
Berlino sfida i paesi dell'Europa orientale sulle ripartizioni: «Senza accordo, decisione a maggioranza». Vertice Ue straordinario il 23 settembre
Profughi,
senza un accordo sulla ripartizione tra i Paesi Ue il ministro degli Esteri tedesco, il socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier, ha minacciato la possibilità di ricorrere al voto di maggioranza. Un “avvertimento” al blocco dell’Est che ancora si ostina a rifiutare qualsiasi compromesso sull’emergenza rifugiati.
In attesa del vertice Ue di mercoledì 23 settembre, intanto, anche la Croazia ha annunciato la chiusura di sette su otto passaggi di frontiera con la Serbia, «fino a nuovo ordine». La decisione di Zagabria è stata presa dopo che sul suolo croato erano entrati più di 11mila rifugiati, come ha spiegato il ministro degli Interni croato. Il paese balcanico è diventato il nuovo corridoio di passaggio verso la Slovenia e poi l’Austria e la Germania, dopo la chiusura della frontiera serbo-ungherese.
La scelta indebolisce ancora di più il trattato di Schengen: sono ormai diversi i Paesi che a tempo determinato hanno sospeso la libera circolazione, introducendo controlli al confine, Austria e Slovenia compresi.
UNGHERIA, ORBAN E IL NUOVO MURO ANTI-PROFUGHI -
Tutto mentre l’Ungheria del premier di destra Viktor Orban continua la sua operazione anti-migranti. Dopo la costruzione di una recinzione lungo tutto il confine serbo, ora ha annunciato la creazione di un nuovo muro lungo il confine croato. Sarà lunga 41 chilometri. «Non possiamo aspettarci alcun aiuto dalla Serbia, dalla Croazia o dall’Europa occidentale nell’affrontare la crisi dell’immigrazione», ha attaccato il premier ungherese.
PROFUGHI, ECCO I NUMERI -
Sono intanto 473.887 i rifugiati e migranti che hanno attraversato il Mediterraneo finora nel 2015 per raggiungere l’Europa. Di questi, almeno 182mila, il 40% circa del totale, provengono dalla Siria. A riferire i numeri è l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Rispetto ai primi dati diffusi dall’agenzia con sede a Ginevra, si tratta di circa 9mila arrivi in più.
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