martedì 15 settembre 2015

I grillini mancano completamente di senso dell'umorismo.

Il Movimento 5 Stelle ha pubblicato un altro video in cui si ridicolizza da solo

settembre 15, 2015

Grab dal video.

Fra un mese, esattamente il 17 e 18 ottobre prossimi, si terrà Italia5Stelle, la manifestazione nazionale che celebra i comici movimentisti e la loro prole incazzata.
Dopo l'enorme risultato delle elezioni del 2013, e questi due anni passati in parlamento—con annessa opposizione oltranzista, vlog selvaggi di Di Battista, diaspore di traditori e parziale ridimensionamento della figura leaderistica di Grillo—il Movimento si presenta a questo appuntamento con l'intenzione di riassettare la propria struttura per incorporare le aspirazioni maggioritarie tanto sperate. Come si legge nel post pubblicato dal blog di Beppe Grillo per presentare l'evento, infatti, il tema dell'incontro "sarà il M5S al governo."
Durante la festa per celebrare i dieci anni del meetup di Brescia, Grillo lo ha dichiarato apertamente: "nel 2013 non eravamo pronti, abbiamo imbarcato chiunque." In quella stessa occasione il leader del movimento ha addirittura annunciato la possibilità di rinunciare alle "parlamentarie", uno dei capitelli della logica di democrazia dal basso che ha animato per anni ogni singolo evento 5 Stelle.

Poi si è rimangiato tutto pochi giorni dopo, ma una cosa va detta: che ci siano delle nuove basi per una sofisticazione interna e istituzionale—individuabili soprattutto nell'affermazione di figure come quelle di Di Battista, Di Maio e Fico—può anche essere credibile. E probabilmente è l'unico modo che il Movimento ha per uscire dal turbinio populista d'opposizione.
Il problema è che la comunicazione di base sembra non aver intrapreso lo stesso percorso. Già il fatto che il banner dell'evento di ottobre sia composto da una vignetta di Grillo e Casaleggio su un sidecar non è esattamente una scelta illuminante; ma poco fa sulla pagina Facebook del Movimento è stato pubblicato l'inno ufficiale di Italia5Stelle 2015, che sembra la naturale prosecuzione dello spot realizzato per il ritorno della Lira lo scorso febbraio.
#LOFACCIAMOSOLONOI!#LoFacciamoSoloNoi: l'inno di Italia 5 Stelle 2015Mi aiutate a farlo girare? Così a Imola lo cantiamo tutti insieme!
Posted by Beppe Grillo on Martedì 15 settembre 2015
I 3:36 minuti da cui è composto il video, accompagnato dall'hashtag #LoFacciamoSoloNoi, sono così auto-evidenti che è quasi superfluo e banale stare a dibattere sul livello della strategia comunicativa grillina: è fondamentalmente un misto fra una sessione di orienteering fra la moralità e la legalità e una canzone scritta dallo spin-doctor di Giuseppe Povia. Il tutto girato con una perizia tecnica praticamente inesistente.
Per tutta la durata dell'inno, una ragazza percorre un sentiero costellato da cartelloni su cui sono raffigurate le vittorie che il Movimento ha conseguito negli ultimi due anni—"ART.138 SALVATO"; "ZERO ALLEANZE"; "42 MILIONI DI EURO RIFIUTATI"—e li segna con un pennarello rosso mentre annuisce fiera in mezzo al bosco. Mentre Andrea Tosatto canta cose come:
Lo facciamo solo noi / di salire sopra il tetto / di pretendere rispetto / da chi proprio non ce n'ha. / Lo facciamo solo noi / di non fare compromessi / di restar sempre noi stessi / per amore di onestà. / Lo facciamo solo noi / di non prendere i rimborsi / di far fatti e non discorsi / per la nostra ITALIA.
Ora: al di là del fatto che a livello di trasmissione dei contenuti non è cambiato niente, e che l'insistenza sui rimborsi e l'onestà è ormai diventata quasi un lamento, quello che colpisce è la manifesta incapacità dell'apparato comunicativo del movimento di partorire qualcosa in grado anche solo di non mostrare il fianco alle solite critiche. Soprattutto perché era esattamente quello che volevano evitare.

"Vorrei che [la canzone] non facesse ridere come le altre che abbiamo fatto per divertirci," si legge in un intervento riportato sul blog di Grillo. "Vorrei che fosse utile a tutto il M5S, che aiutasse le persone a far capire quanto siamo diversi dagli altri."
Tralasciando il fatto che pur non volendo risultare ridicoli hanno reso pubblico un video con la qualità audio di uno scantinato, il Movimento cerca di rinfrescare la propria immagine rinfiocinando una serie di capisaldi tipo "Noi diamo i soldi per fare le strade"—come ad esempio la Trazzera—o tutta la sequela di novene del grillismo tipo la rinuncia ai benefici dei parlamentari attraverso frasi eleganti come "le auto blu le lasciamo alla casta" o "guadagnamo quel tanto che basta" che fanno venire in mente gli slogan di un picchetto alla prima manifestazione.
Doveva essere l'inno della svolta, ma sembra più che altro una specie di summa musicale di tutte le vecchie caratteristiche del Movimento 5 Stelle. E questo mostra quanto sia flebile l'accortezza comunicativa di un corpus ancora a metà strada fra il mondo delle istituzioni e il "movimentismo".

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