A lanciare l’allarme sulle drammatiche condizioni in cui versano milioni di nigeriani nelle aree interessate dagli attacchi di Boko Haram è stata sabato l’Agenzia di News dell’Onu IRIN che con un rapporto molto eloquente parla di “milioni di persone affamate a causa di Boko Haram”.
IRIN nel suo rapporto non attacca direttamente le ONG internazionali e la comunità internazionale ma il riferimento all’abbandono è palese e dovrebbe far aprire una riflessione specie in questo momento in cui in occidente arrivano milioni di disperati dalle aree di conflitto. Le persone abbandonate a se stesse finiscono per cercare una via di fuga e quella via di fuga si chiama Europa.
Proprio in Europa si fa un gran parlare di “assistere i rifugiati direttamente nelle arre interessate prima che partano” ma poi si scopre che, nel caso della Nigeria, i fondi messi a disposizione per questo tipo di operazioni sono del tutto insufficienti, appena 33 milioni di Euro dal 2014 contro, per esempio, le centinaia di milioni spesi per la Palestina. E se si considera che le operazioni (implementate da ECHO) riguardano tutta la Nigeria (178 milioni di abitanti) e non solo il nord interessato dai combattimenti, si può capire di quanto iniquo sia l’intervento europeo.
Naturalmente ci sono anche altri progetti che riguardano la Nigeria (ne renderemo conto nei prossimi giorni) ma destinare in poco meno di due anni solo 33 milioni di Euro per la gravissima emergenza umanitaria nel Nord della Nigeria è davvero ridicolo. Poi non ci si può lamentare se questi disperati cercano di fuggire e di raggiungere l’Europa.
Il caso della Nigeria non è isolato. Sempre in Africa c’è la Repubblica Democratica del Congo che nella sua zona nord-orientale vive una situazione di conflitto cronica con gravi violazioni dei Diritti Umani (qui il rapporto sul Coltan che può rendere una idea della situazione). Poi ci sono i conflitti in Sud Sudan, in Africa Occidentale, in Africa Orientale (la Somalia per esempio), la guerra dimenticata del Darfur (se ne è interessato di recente Human Rights Watch) e tanti altri micro-conflitti che provocano centinaia di migliaia di sfollati. Eppure di fronte a tutto questo l’Europa sembra quasi indifferente nonostante vi siano milioni di persone che premono ai suoi confini. Sembra quasi che per la UE ci sia solo la Palestina.
Assistere i rifugiati a casa loro? Bene, tutti siamo d’accordo, ma se poi destiamo una elemosina a questa fondamentale operazione non possiamo lamentarci se ce li ritroviamo che tentano in tutti i modi di attraversare il Canale di Sicilia. L’Europa deve uscire dalla ipocrisia che la attanaglia, deve fare delle scelte coraggiose e smettere di finanziare la corruzione e il malaffare in territori come la Palestina e destinare i fondi necessari a zone dove veramente ce ne è bisogno. Altrimenti non faremo altro che vedere aumentare giorno dopo giorno il numero di disperati che cercano di sopravvivere aggrappandosi al sogno europeo.
Scritto da Carlotta Visentin