La reporter ungherese che incarna il principio fascista della codardia
Blog post del 10/09/2015
Ieri ho visto il video, pubblicato dal Corriere della Sera, di quella ignobile reporter ungherese che sgambetta un padre con in braccio il figlioletto, mentre corre verso qualche flebile speranza di futuro dignitoso.
Oggi il Corriere ha pubblicato il seguito di quel video, con il padre che sgomento si rialza tra le lacrime disperate di quel suo figlio portato con amorevole fatica tra le braccia.
Ho avuto un sussulto di commozione e di rabbia, vedendo questo video. Ho pensato che è un bene mostrare queste immagini al mondo; anzi, è un dovere. È necessario incominciare a mostrare senza indugi le abiezioni umane, la feccia morale e l'ignominia verso cui si spingono certi marcescenti "cittadini europei".
Episodi come quello documentato da quei video sono già disgustosi di per sè, ossia se rivolti a persone adulte. Ma quando si rivolgono a persone adulte, disperate, che corrono portando tra le braccia i propri figli terrorizzati, non siamo più nella sfera del disgusto. Siamo nella sfera della violenza. E alla violenza si deve rispondere con dura fermezza.
Mi sono chiesto quale potesse essere l'esistenza di quella piccola donna, di quell'essere ignobile, che non riesce a essere smossa dalle urla di un bambino. Un bambino che potrebbe essere suo figlio. Un bambino che potrebbe essere il figlio di ciascuno di noi. Ho provato una infinita tenerezza vedendo la manina di quel piccolo cresciuto troppo in fretta che si toccava la gamba, piangendo a dirotto; ho sentito una empatia profonda vedendo il suo viso urlante coperto di candido moccio, che mai come in questo caso mi è parso un simbolo di purezza. E mi ha colpito la fierezza e l'orgoglio di quel padre che non si piega di fronte alla violenza codarda, ma si arrabbia e riparte ostinato con la sua corsa verso la speranza.
Ho pensato che quella donna è una sconfitta dell'umanità e mi sono vergognato a pensarla parte del mio stesso continente. È a robaccia come questa che dobbiamo ribellarci. A gente senza dignità.
Mi conforta in ciò un fatto. Ossia la percezione - spero non fallace - che queste violenze ignobili su creature che portano con sè il candore dell'innocenza, diffuse per tutto il mondo, smuovano le coscienze di chi sa di essere umano e di chi può cambiare il destino. Spero che questo bambino possa crescere in un'Europa nuova.
Per quella reporter degna di sguazzare nella sugna più maleodorante provo solo immensa felicità per il suo licenziamento. E la certezza che i fascisti, di ogni epoca, hanno una sola caratteristica genetica: la codardia.
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