Riforma della scuola: governo va sotto in commissione su parere di costituzionalità
Maggioranza battuta al Senato con 10 voti contrari e 10 favorevoli. Determinante il parere di Mario Mauro, oggi Gal. Dal M5s: "Un tonfo, l'esecutivo si fermi"
ROMA - Governo battuto sul parere di costituzionalità alla riforma della scuola. Con 10 voti contrari e 10 a favore il parere in commissione Affari Costituzionali del Senato non passa per il "voto determinante" di Mario Maurosenatore di Gal che nei giorni scorsi ha annunciato l'uscita dalla maggioranza. Il presidente Anna Finocchiaro ha votato "sì".
Niente maggioranza, dunque, in commissione. Per Mauro "la 'buona scuola' è scritta male". E dice: "Fermiamoci un attimo tutti a riflettere perché va scritta meglio". Un risultato, quello di oggi, che l'esecutivo è costretto a incassare all'indomani della direzione Pd, dove il premier Matteo Renzi ha confermato di voler riaprire la discussione sul ddl dedicato alla scuola dopo l'annuncio dato sabato a Genova alla Repubblica delle Idee.
A commentare il voto a caldo è la presidente del gruppo Misto-Sel, Loredana De Petris, secondo la quale si registra così "la prima battuta d'arresto per una riforma che non piace a nessuno dei soggetti coinvolti ma che Renzi vuole imporre a tutti i costi. E' ora che il governo si decida a discutere le sue scelte e a correggere i suoi errori in un democratico confronto con il parlamento. Noi continueremo la nostra battaglia per battere questa riforma pessima e dannosa per tutti".
Ma dal Partito democratico è la senatrice Doris Lo Moro a replicare: "Il Pd era rappresentato in commissione da tutti i suoi componenti che si sono espressi in maniera positiva sul parere da esprimere. E' evidente che mancavano rappresentanti delle altre forze politiche di maggioranza. Si tratta a nostro parere, comunque, di un infortunio che non pregiudica in alcun modo il percorso della riforma della scuola a Palazzo Madama".
A tuonare, però, sono i parlamentari M5s delle commissioni Cultura di Camera e Senato: "Non ha voluto ascoltare il grido d'allarme del mondo della scuola, ora vediamo se Renzi farà finta di non sentire nemmeno il clamoroso tonfo della sua maggioranza qui in Senato. Questa riforma va fermata - continuano -, il governo ormai non può più ignorare né il dissenso aspro che viene da docenti e studenti, né il disagio sempre più diffuso che c'è
anche in parlamento e nella sua maggioranza, come dimostra chiaramente questo voto. Delle finte aperture di Renzi non sappiamo che farcene, l'unica strada percorribile è procedere solo con le assunzioni e poi riscrivere da capo tutto il resto".
Niente maggioranza, dunque, in commissione. Per Mauro "la 'buona scuola' è scritta male". E dice: "Fermiamoci un attimo tutti a riflettere perché va scritta meglio". Un risultato, quello di oggi, che l'esecutivo è costretto a incassare all'indomani della direzione Pd, dove il premier Matteo Renzi ha confermato di voler riaprire la discussione sul ddl dedicato alla scuola dopo l'annuncio dato sabato a Genova alla Repubblica delle Idee.
A commentare il voto a caldo è la presidente del gruppo Misto-Sel, Loredana De Petris, secondo la quale si registra così "la prima battuta d'arresto per una riforma che non piace a nessuno dei soggetti coinvolti ma che Renzi vuole imporre a tutti i costi. E' ora che il governo si decida a discutere le sue scelte e a correggere i suoi errori in un democratico confronto con il parlamento. Noi continueremo la nostra battaglia per battere questa riforma pessima e dannosa per tutti".
Ma dal Partito democratico è la senatrice Doris Lo Moro a replicare: "Il Pd era rappresentato in commissione da tutti i suoi componenti che si sono espressi in maniera positiva sul parere da esprimere. E' evidente che mancavano rappresentanti delle altre forze politiche di maggioranza. Si tratta a nostro parere, comunque, di un infortunio che non pregiudica in alcun modo il percorso della riforma della scuola a Palazzo Madama".
A tuonare, però, sono i parlamentari M5s delle commissioni Cultura di Camera e Senato: "Non ha voluto ascoltare il grido d'allarme del mondo della scuola, ora vediamo se Renzi farà finta di non sentire nemmeno il clamoroso tonfo della sua maggioranza qui in Senato. Questa riforma va fermata - continuano -, il governo ormai non può più ignorare né il dissenso aspro che viene da docenti e studenti, né il disagio sempre più diffuso che c'è
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