Legge Severino, l'Anticorruzione di Raffaele Cantone propone 25 modifiche: "Ci sono norme divergenti"
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L'Autorità Anticorruzione (Anac) ha approvato una delibera in cui sottopone a governo e parlamento 25 proposte di modifica alla legge Severino. Nello specifico le proposte riguardano ipotesi di modifica, integrazioni di lacune, soluzioni di imprecisioni contenute nelle norme attuative della legge Severino: il decreto legislativo 39/2013 con le misure su inconferibilità e incompatibilità degli incarichi; e il decreto legislativo 235/2012 su incandidabilità e divieto a ricoprire cariche elettive e di governo dopo sentenze di condanna. Quindi, nella legge Severino serve un coordinamento tra le norme sulla inconferibilità degli incarichi e quelle su incandidabilità e sospensione: ci sono "divergenze" sui reati elencati e sulle conseguenze legate alla loro graduazione e gravità, segnala l'Anticorruzione
La delibera è frutto del lavoro della Commissione di studio istituita dall'Autorità e vuole contribuire alla discussione, in atto in Parlamento (ddl 'Madia' di riforma della P.A.), sulla revisione del decreto legislativo 39. Diverse le criticità segnalate nel provvedimento, norma di grande importanza, sottolinea l'Autorità, ma con alcune incongruenze e lacune.
Queste le più rilevanti: mancata disciplina delle inconferibilità a livello nazionale, con grave disparità di trattamento con i livelli regionali e locali; limitazione alle sole figure apicali della disciplina relativa alle aziende sanitarie; mancata armonizzazione delle divergenti discipline (d.lgs. 39 e d.lgs. 235, cosiddetta 'legge Severino') delle conseguenze sull'incarico (sospensione) per condanne penali non definitive.
E ancora: alcune definizioni incerte che hanno prodotto rilevanti problemi applicativi, quali quella di 'enti di diritto privato in controllo pubblico', 'enti di diritto privato regolati e finanziati', 'amministratore di ente pubblico o di ente di diritto privato in controllo pubblico'; incertezza nella piena distinzione tra amministrazione controllante e enti controllati, con il rischio del perpetuarsi di pericolose confusioni di ruoli; la non sempre proporzionata individuazione dei 'periodi di raffreddamento', cioè del tempo che deve trascorrere, per chi si trovi nelle situazioni di inconferibilità, prima di poter aspirare al legittimo conferimento dell'incarico amministrativo; e infine l'insufficienza del sistema di accertamento delle violazioni e di irrogazione delle sanzioni, nel quale all'Anac dovrebbe essere riconosciuto un ruolo più attivo, tempestivo ed efficace.
Per l'Autorità è necessario un coordinamento tra le ipotesi di inconferibilità degli incarichi per condanna non definitiva previste da uno dei decreti attuativi della legge 190 anticorruzione, ossia il 39/2013, e le ipotesi di sospensione dalla carica previste dall'altro decreto attuativo, il 235/2012. Quest'ultimo è quello in cui potrebbe incappare Vincenzo De Luca, eletto presidente della Regione Campania, ma a rischio sospensione per una condanna in primo grado per abuso d'ufficio.
L'Anticorruzione ha approvato una delibera che al ìpunto 7 analizza le divergenze tra le due norme su inconferibilità e sospensione dalla carica. L'obiettivo delle due misure è lo stesso: evitare l'accesso o la permanenza in carica di soggetti privi dei dovuti requisiti di moralità e imparzialità. Ma diversi sono i reati elencati nelle due disposizioni.
E se il decreto 39 prevede una graduazione delle conseguenze in rapporto alla gravità dei reati, il 235 negli articoli 8 e 11 sulla sospensione da cariche regionali e locali - spiega la delibera - non applica né distinzioni né graduazioni in base al reato e alla pena inflitta. Per questo, afferma l'Authority, sarebbe "opportuno che il legislatore procedesse a un'armonizzazione".
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