giovedì 11 giugno 2015

Sono degli incompetenti quasi come Salvini. Capiscono di economia come io capisco il milanese.

"Il reddito minimo ci costerà 15 miliardi": l'Istat "boccia" la proposta di Grillo

Dopo la proposta fatta dal Movimento 5 stelle adesso arrivano le stime dell'Istat: il costo totale dovrebbe essere di 14,9 miliardi di euro. Soldi che andrebbero alle famiglie in difficoltà
Redazione 11 Giugno 2015
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E' sempre stata una delle proposte di punta del Movimento 5 stelle, ma anche altri partiti hanno presentato il proprio progetto per un reddito minimo, che sia garantito oppure di cittadinanza. Il disegno di legge dei grillini era stato anche presentato in Senato: mettere a disposizione e a chi ne avrà i requisiti 780 euro al mese. Ma adesso è arrivato il momento di fare i conti con i dati, che questa volta arrivano direttamente dell'Istat: secondo le stime per poter dar vita al progetto contenuto nel disegno di legge servono circa 14,9 miliardi di euro
I dati sono stati presentati direttamente dal presidente dell'istituto Giorgio Alleva nel corso dell'audizione alla commissione Lavoro e previdenza sociale del Senato. La spesa sarebbe destinata a 2 milioni e 759 mila famiglie con un reddito inferiore alla soglia di povertà (10,6% delle famiglie residenti in Italia).
Non è la prima volta che l'istituto di ricerca fa una stima rispetto alla proposta di reddito di cittadinanza: nel rapporto annuale il costo totale della misura era stimato in 15,5 miliardi. Il costo minore calcolato è dovuto al fatto che nel 2015 è presente il bonus di 80 euro mensiliche, aumentando il reddito disponibile dei cittadini, rinvigorisce anche quello di alcune famiglie che ipoteticamente sarebbero comprese nel provvedimento. 
L'Istat ha fatto un calcolo anche sull'altra proposta al vaglio del Senato, quella di Sel sul reddito minimo garantito: la cifra arriverebbe a 23,5 miliardi di euro, destinati a tutte le famiglie indigenti, compresi coloro che non hanno la cittadinanza italiana. I non poveri - spiega l'Istat - e le famiglie con un reddito superiore all'80% della linea di povertà relativa non avrebbero alcun beneficio. Le famiglie beneficiarie sarebbero circa 1 milione e 960 mila, pari al 7,5% della popolazione.

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