martedì 9 giugno 2015

Riceviamo e pubblichiamo.

Ma la Bindi è presentabile?


ansa - bindi - Rosy Bindi al teatro Vittoria di Torino per partecipare ad un'intervista pubblica condotta da Gad Lerner, Torino,17 novembre 2012. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
Rosy Bindi non aveva mai chiesto di indagare sulle liste elettorali. Lo fa ora che è alla testa della Commissione Antimafia, ora che è in polemica con il suo partito. Nella speranza di rimediare una brutta figura per qualche candidato, di guadagnare ancora un po’ di visibilità, e di far arrivare un colpetto a Renzi. Per farlo si fonda su una delle tante funzioni della Commissione:
Indagare sul rapporto tra mafia e politica, sia riguardo alla sua articolazione nel territorio, negli organi amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive. 
Lo fa tardi (le candidature son depositate da oltre 40 giorni), però, e malissimo: prima sbandiera l’indagine a suppporto della campagna mediatica sugli impresentabili, poi lascia filtrare i nomi di 4 impresentabili pugliesi, che così vengono sbattuti in prima pagina manco fossero camorristi senza che si conoscano le motivazioni, poi ci si rende conto di dover passare al vaglio migliaia di candidature, e non si sa bene con quali criteri andrebbero “indicati” gli impresentabili se non quelli che la legge già prevede, ed infine: non si possono certo fare favoritismi nel presentare solo in parte le liste.
Risultato: si è affermato che ci sono impresentabili, ma quanti e perchè lo si saprà, forse, solo a campagna elettorale chiusa. Tutti potranno speculare, e nessuno potrà difendersi. La responsabilità di questo pasticcio è tutta della Bindi. E’ presentabile una presidente della Commissione Antimafia del genere?
Caino Mediatico
PS. La Dc è stata un pilastro della democrazia italiana, ma si sa che la società ne inquinava alcune parti importanti. In Sicilia ci furono vittime e carnefici. Rosaria Bindi da Sinalunga fu eletta al Parlamento Europeo assieme a Salvatore Lima, assassinato in una guerra di mafia. Nel 1974, 15 anni prima che Rosy fosse eletta, Paolo Sylos Labini si era dimesso dal comitato tecnico-scientifico del ministero del Bilancio, di cui faceva parte da circa dieci anni, quando Giulio Andreotti, ministro in carica per quel dicastero, aveva nominato sottosegretario Salvo Lima, che già all’epoca era comparso varie volte nelle relazioni della Commissione Parlamentare Antimafia ed era stato oggetto di quattro richieste di autorizzazioni a procedere. Rosy lo sapeva, ma sulle liste DC di allora non chiese alcuna indagine. Perchè accanto a qualche vero impresentabile c’era una maggioranza di nobilissime e straordinarie persone. Oggi, invece, ha cambiato metodo e idea.

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