giovedì 11 giugno 2015

Riceviamo e pubblichiamo.

Umberto Eco all'attacco dei social network.
Nel corso di un breve incontro con i giornalisti andato in scena nell’Aula magna della Cavallerizza reale di Torino, il semiologo ci è andato giù pesante.
«LEGIONI DI IMBECILLI». «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività», ha detto Eco. «Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».  
«PROMOSSO LO SCEMO DEL VILLAGGIO». Lo scrittore, che nell'occasione ha ricevuto dal rettore Gianmaria Ajani la laurea honoris causa in Comunicazione e cultura dei media, ha così argomentato il suo ragionamento. «La tivù aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità».
«I GIORNALI FILTRINO LE INFORMAZIONI». Eco ha, quindi, invitato i giornali «a filtrare con un’equipe di specialisti le informazioni di internet perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno». «I giornali dovrebbero dedicare almeno due pagine all’analisi critica dei siti», ha spiegato, «così come i professori dovrebbero insegnare ai ragazzi a utilizzare i siti per fare i temi. Saper copiare è una virtù, ma bisogna paragonare le informazioni per capire se sono attendibili o meno».
Le parole del semiologo sono immediatamente diventate virali su Twitter, scatenando una serie di reazioni tra il sarcastico e l'adirato. Ma c'è stato pure qualcuno che ha manifestato apprezzamento per le parole di Eco.

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