Movimento 5 Stelle, Rizzetto a capo dei ribelli: «Da oggi gruppo misto»
In nove abbandonano la creatura di Grillo, ecco nomi e motivazioni, affidate a una conferenza stampa
Sono 9 i parlamentari, tutti deputati, che lasciano il Movimento 5 stelle. Si tratta dei dissidenti ‘storici’ del partito di Beppe Grllo: i deputati Tancredi Turco, Walter Rizzetto, Aris Prodani, Samuele Segoni, Mara Mucci, Eleonora Bechis, Marco Baldassarre, Sebastiano Barbanti, Gessica Rostellato. Il senatore Francesco Molinari, dato anche lui per partente, lascerà il gruppo al Senato dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. L’annuncio delle motivazioni dello ‘strappo’ e’ affidato a una conferenza stampa a breve ma alcuni di loro sono gia’ in Transatlantico alla Camera, riuniti con altri ex 5 Stelle come Tommaso Curro’. I 10 di oggi si uniranno agli altri gia’ fuoriusciti dal Movimento, in una componente del gruppo Misto non avendo i numeri necessari (servono 20 deputati) per costituire un gruppo autonomo. Lo riporta l’Agi.
IL NUOVO GRUPPO SI CHIAMERÀ «ALTERNATIVA LIBERA»? -
La nuova componente che nascerà all’interno del gruppo misto dovrebbe chiamarsi «Alternativa Libera». A questo gruppo dovrebbero affiliarsi anche i deputati già fuoriusciti. Walter Rizzetto, uno dei nove ex M5S che ha lasciato il gruppo alla Camera, ha però detto che è presto per parlare di una nova entità. Samuele Segoni, un altro dei fuoriusciti, ha rilevato che «Nel Movimento vi é ormai una mancanza di sistema di partecipazione, un’assenza insopportabile di trasparenza nei processi decisionali, mancato rispetto delle espulsioni. Io personalmente sono stato da Beppe Grillo ma non c’è stata possibilità di confronto. Il nostro tempo è il futuro…».
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«IL MOVIMENTO ASPIRAVA ALLA BELLEZZA» -
«Il Movimento -ha continuato Segoni- è nato per cambiare le cose, aspiravamo alla bellezza, non alla rabbia, alla violenza verbale e per questo oggi abbiamo rassegnato le dimissioni dal gruppo. Tra non capire e rimanere in silenzio abbiamo scelto di ribellarci ancora una volta. Vogliamo fare qualcosa che serva ai cittadini e non a qualcuno. Noi siamo contro la vecchia politica, il movimento doveva essere un mezzo non un fine, noi vogliamo rispondere al mandato che i cittadini ci hanno dato, Vogliamo evitare che un despota per difendere i suoi interessi possa ricattare deputati liberi. Non abbiamo alcuna paura e resteremo qua. Vogliamo essere chiamati ‘Alternativa libera’ perché siamo un cantiere aperto. Il nostro gruppo sarà aperto, inclusivo e orizzontale, un cantiere aperto per un progetto di cambiamento che possa offrire un’alternativa libera».
Ecco come Gessica Rostellato conferma su Facebook (per la diretta, scorri in fondo!).
IL «MANIFESTO PROGRAMMATICO» DELLA NUOVA COMPONENTE POLITICA -
Caris Vanghetti sul sito Vanghettate.it ha pubblicato il testo integrale del discorso fatto questa mattina da Mara Maucci con cui è stata annunciata l’uscita dal Movimento 5 Stelle dei 9 deputati, Sebastiano Barbanti, Tancredi Turco, Walter Rizetto, Aris Prodani, Gessica Rostellato, Samuele Segoni, Marco Baldassarre e Eleonora Bechis, in rotta di collisione con Grillo e Casaleggio. Il discorso contiene le motivazioni della loro uscita e costituisce una sorta di manifesto programmatico della nuova componete politica:
“Noi vogliamo cambiare l’Italia, e farlo con coerenza e responsabilità. E’ questo il motivo che ha acceso in noi la speranza, che assieme a tanti cittadini ci ha spinti all’impegno e alla partecipazione, che ci ha fatto credere e lavorare per costruire un Paese diverso, un Paese da cambiare e da consegnare migliore ai nostri, genitori, ai nostri figli.Leggete gli indicatori economici e le statistiche, ma soprattutto guardate quanta sofferenza vi è attorno a noi, quanta solitudine, quante difficoltà nelle nostre città, per strada, nei nostri luoghi di lavoro. Guardate quante speranze tradite, quanta sofferenza tra i cittadini, gli studenti, i lavoratori, i piccoli imprenditori. Era per dire loro di non arrendersi, di non rassegnarsi, di unirsi e organizzarsi per cambiare le cose che era nato il M5S. Ed è per queste stesse motivazioni che oggi abbiamo rassegnato le dimissioni dal gruppo del m5s. Perché prima di tutti e di tutto vengono loro, e la speranza e l’impegno per il cambiamento che deve continuare a resistere. Prima delle sigle, delle appartenenze fittizie, delle convenienze personali, di chi guarda solo ai propri profitti e non al bene comune. Prima di tutto ciò vengono i cittadini e le loro vite, non certo il tatticismo della vecchia politica che noi volevamo abbattere e sostituire con l’impegno dal basso, la partecipazione diretta, le idee dei cittadini e l’onestà delle persone perbene, Sentiamo il dovere di dirlo con la massima chiarezza. Dinanzi a noi c’erano due strade.
La prima, era quella comoda e sicura dell’indifferenza e del quieto vivere,del barattare i nostri principi con la benevolenza di qualche capo divenuto un politico politicante come gli altri. La seconda, invece, quella che abbiamo scelto. E’ quella difficile, complicata, ma giusta, del difendere i valori nei quali crediamo, rispettare i sogni ed i bisogni dei cittadini che ci hanno votato e che assieme a noi continuano a lavorare sui territori. La strada complicata ma doverosa del dire basta, basta a chi voleva trasformarci in politici di professione che eseguono solo ordini dall’alto pur di conservare la poltrona, a chi voleva tradire il voto del 25% dei cittadini italiani, tenerlo congelato e usarlo solo come clava per i propri interessi,
quelli dei suoi pochi fedelissimi e delle aziende di famiglia…
Le storie che ci hanno portato ad avvicinarci al movimento, le nostre storie, così come quelle dei tanti cittadini che ci hanno creduto e continuano a crederci ancora, sono storie tutte diverse per percorsi e intensità, ma hanno tutte un principio comune: la democrazia partecipata e resa trasparente, la democrazia utile a combattere i privilegi e a migliorare le condizioni di vita delle persone. Noi siamo Cittadini, che hanno creduto e credono sul serio che uno valesse uno, che non ci fossero gerarchie verticali ma solo azioni orizzontali, e che attraverso i propri rappresentanti tutti possano tornare ad avere voce in capitolo sui processi decisionali, verificare le attività parlamentari in maniera sempre più trasparente e favorire processi e scelte utili a cambiare, per migliorala, la realtà che ci circonda. Solo che, ve lo confessiamo, ad un certo punto non abbiamo più capito. Non abbiamo più capito cosa c’entrasse il nascondersi dietro inutili slogan come “Siete circondati” o “Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno”, con la nostra volontà di costruire una buona politica del fare, tramite la quale dei normali cittadini potessero migliorare l’attuale classe politica, cambiarla.Non abbiamo più capito chi ha deciso si dovesse abbandonare il nostro progetto originale di fare politica in maniera nuova, senza neanche averci provato, e adeguandosi alle peggiori pratiche del Palazzo, diventando una sterile forza di opposizione puramente distruttiva, nascondendo e mortificando le nostre pur buone e tante proposte, solo perché è più facile fare un’opposizione becera, casinista, utile solo a una ristretta oligarchia, tra l’altro mai scelta né votata da nessuno. E non abbiamo più capito la miopia di chi predicava l’immobilismo anziché la partecipazione diretta a processi e scelte che potevano farci realizzare le nostre proposte, quelle costruite dai cittadini che ci avevano sostenuto e votato lo scorso febbraio. E allora tra il non capire ed il rimanere in silenzio per comodità, e il rispettare il consenso ricevuto e le speranze dei cittadini che ci hanno votato, abbiamo scelto di ribellarci ancora una volta, e di provare, con l’aiuto di tutti coloro che lo vorranno, (perché siamo un cantiere aperto) a realizzare nel concreto il nostro progetto di cambiamento e di trasformazione: della classe politica, della società, del Paese. Certo, non lo nascondiamo…anzi, ci sono tante vicende “interne” che ci hanno portato a maturare questa scelta: tante promesse tradite e tanta inaccettabileincoerenza, come la mancanza di un efficace sistema di partecipazione e sintesi politica che permettesse un processo bottom-up, l’assenza insopportabile di trasparenza nei processi decisionali, come nel caso del’accordo con Farage, o nella costruzione dell’organigramma, con il vincere dei rapporti familistici che tanto avevamo combattuto. O ancora, lo diciamo perché siamo chiamati a parlare il linguaggio della verità, il mancato rispetto regole per le espulsioni e la deriva anti-democratica per le minoranze: non può certo essere credibile chi in Parlamento chiede il rispetto per le minoranze nel nome della democrazia, ma è il primo che non a non rispettare, anzi a cercare di annichilirle, le minoranze interne. Come possiamo tacere sulla voluta e pianificata assenza di organizzazione su tutti i vari livelli, tra eletti sui territori e tra territori e parlamentari, ad esempio: un caos studiato ad arte per poter imporre direttive dall’alto e confermato dal sistematico sconfessare qualsiasi tentativo di costruire qualsiasi forma di autoorganizzazione della base. E come possiamo non dire nulla sull’assenza di chiarezza sulle iscrizioni alle molte zone grigie inerenti le votazioni on line, dalla mancata certificazione, allo scarso preavviso scarso, dal poco al sistematico condizionamento del voto e dei voti.Insomma, l’elenco potrebbe essere lunghissimo, e potrebbe andare dalla mancanza di volontà di decidere la linea politica all’interno dell’assemblea parlamentare o con la rete ala completa assenza del dibattito sui singoli temi; dalla gravissima delegittimazione del vero cuore del movimento, i meetup , ai tanti attivisti che vengono diffidati quando si adoperano per il territorio e poi , invece, usati quando c’è da raccogliere soldi. Ma più di tutto, al di là delle vicende interne cui abbiamo solo accennato, per chiarezza e dovere di verità, ma sulle quali non vogliamo più tornare perché il nostro tempo è il futuro, quel che sentiamo il bisogno di sottolineare è ciò che ha fatto scattare in noi la molla per essere qui stamattina: l’impossibilità di poter realizzare le proposte per le quali siamo stai votati, l’impossibilità di rispondere al nostro mandato parlamentare, l’impossibilità di essere utili ai cittadini e al nostro paese. A che serve essere parlamentari, aver ricevuto la fiducia di tanti, avere questo importante potere e questa immensa responsabilità, se poi siamo costretti a tenere le braccia conserte, e a limitarci ad urlare qualche no? Forse ai due capi del M5S e al loro direttorio, starà bene accontentarsi di una nicchia di elettorato, come se i cittadini fossero solo numeri da sommare. Ma noi siamo e restiamo convinti di quelle ragioni e della possibilità dei cittadini di incontrarsi, organizzarsi, fare massa critica e produrre controllo, scelte, cambiamento, innovazione. Ecco, noi vogliamo fare qualcosa che serva, ai cittadini e non a chi si è prontamente trasformato in quello che voleva combattere, e cioè un politico interessato solo ai sondaggi e alla calcolatrice. Ed è proprio in nome di quella coerenza e responsabilità che rimarremo a dare battaglia in parlamento, contro la vecchia politica e quella nuova subito adeguatasi alla vecchia, per far qualcosa che serva, qualcosa di utile, qualcosa che faccia del’Italia un Paese più simile a quello nel quale noi vorremmo vivere. Il M5S era ed è un mezzo, non un fine: il vero fine è il cambiamento! Noi non siamo pedine interscambiabili nelle mani di burattinai,noi siamo orgogliosamente cittadini che vogliono rispettare e rispondere al mandato affidatogli dagli elettori, dai meetup, dalla base, dai territori. Rimarremo qui, e anche in questo difenderemo la nostra amata Costituzione, che è il vero statuto del M5S, e che all’articolo 67 prevede esplicitamente la libertà dal vincolo di mandato proprio per evitare che qualsiasi despota possa, solo per i propri biechi interessi, ricattare deputati liberi e coraggiosi, impedendo loro di continuare ad impegnarsi per il cambiamento. D’altronde recitava il comunicato numero 45 del m5S: “ogni eletto risponderà al programma del m5s e alla propria coscienza, non ad organi direttivi di qualunque tipo. La libertà di ogni candidato di potersi esprimere liberamente in Parlamento senza chiedere il permesso a nessun capo bastone sarà la sua vera forza.”Lo diciamo quindi senza paura, conoscendo benissimo, purtroppo, il tentativo di delazione, di mistificazione e di capovolgimento della realtà che a breve qualcuno proverà a mettere in campo: sono i vertici abusivi del movimento che dovrebbero dimettersi, perché hanno tradito i principi ed i valori per i quali il movimento era nato. Ma lo sappiano questi signori, solo le idee non hanno padroni, e sopravvivono, sempre, a diktat e strumentalizzazione, e le persone sono solo un mezzo attraverso il quale le idee possono crescere, affermarsi, essere realizzate. Per questo non abbiamo alcuna paura, e rimarremo qua, a lavorare con sacrificio e passione, a studiare con dedizione e caparbietà, ad impegnarci per portare avanti le attività dei territori e dei cittadini che rappresentiamo, per praticare nell’azione quotidiana e nel concreto la meritocrazia e la trasparenza, contro gli sprechi e le spese sbagliate, certo, ma anche nelle scelte politiche e nei processi decisionali. Vogliamo costruire democrazia partecipata reale, per mezzo di metodologie il più possibile orizzontali e prive di filtri, dare vita ad una rete dove non vi sia nessuna gerarchia, dove vi sia un rapporto paritario con i territori e tra i territori, e dove fare politica torni a corrispondere all’esercizio di un diritto e di un dovere civico.Lo faremo senza nessuna alleanza fissa o predeterminata, ma solo valutando, con i nostri si ed i nostri no, senza preconcetti o posizioni ideologiche, punto per punto tutte le questioni e le vicende, entrando nel merito delle questioni e assumendo come criterio per le nostre decisioni il fatto che il loro effetto dovrà portare benefici maggiori al maggior numero possibile di persone. A partire dalla vicenda dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, alla quale vogliamo contribuire senza né inciuci né arroccamenti, ma dicendo la nostra e ascoltando tutti, contribuendo ad eleggere una figura che sia il più possibile vicina ai cittadini e rappresenti nel miglior modo possibile le istanze di cambiamento e trasparenza che noi consideriamo esiziali. Anche qui, vedete, basta tattica e strategie, ma si alla politica del fare, senza calcoli né ideologie. E’ così che andremo avanti. E faremo tutto ciò nei luoghi della vita reale e in Parlamento, dove daremo nei prossimi giorni vita ad un nuovo gruppo, che sarà inclusivo, aperto, orizzontale, e che avrà un solo principale obiettivo: unire i volenterosi e cambiare I’Italia assieme a tutti coloro che vorranno farlo con coraggio ed onestà, a tutti coloro che credono sia possibile non rassegnarsi, non limitarsi ad abbaiare alla luna. Non ci interessa rimanere in un movimento dove un direttorio nominato sceglie per tutti, dove su di un blog si ratificano decisioni prese altrove, dove si nega il dibattito ed il pluralismo mortificandoli con espulsioni senza alcun appello. Noi aspiravamo alla bellezza, non alla rabbia, alla violenza verbale, ad un clima cupo, decadente, fatto di sospetti, intrighi e agguati da palazzo, dove le idee diverse sono diventate reato di lesa maestà. Noi non volevamo e non vogliamo trovare un posto in questa società, ma costruire una società nella quale valga la pena di trovare un posto.Per questo, certi di rappresentare una parte maggioritaria di quell’elettorato del m5s che si sta allontanando da quel partito, continueremo a fare il lavoro per il quale siamo stati eletti, orgogliosi di essere persone libere e senza capi-bastone all’interno delle istituzioni.Senza chiudere la porta a nessuno, e sperando che il nostro gesto possa contribuire ad alimentare il confronto ed anche l’autocritica tra coloro che decideranno di proseguire lungo quella strada: saremo i primi ad esserne felici e pronti ad ascoltare.
Nel frattempo, proseguiamo per la nostra, di strada: c’è l’Italia da cambiare”.
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