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MILANO - È subito gelo al primo incontro ufficiale Ue-Grecia dell’era Tsipras. “Il clima è stato positivo” ha provato a buttare acqua sul fuoco il ministro delle finanze elvetico Yanis Varoufakis dopo un’ora con Jeroen Dijsselbloem. A giudicare dalle parole del presidente dell’Eurogruppo non sarebbe andata proprio così: “Le azioni unilaterali non vanno bene - ha detto riferendosi agli annunci dei ministri che hanno già fatto a pezzi il memorandum concordato tra l’ex premier Antonis Samaras e i cerditori –. La conferenza sul debito europeo chiesta da Syriza? Non se ne parla, per quello c’è già l’Eurogruppo”. Silurando così uno dei primi punti del programma della sinistra radicale. "Non esiste una data di scadenza del programma di aiuti - ha concluso Dijsselbloem -. I greci hanno pagato un prezzo carissimo alla crisi, sarebbe un peccato buttare tutto all'aria ora". 

Atene, da parte sua, non le ha mandate a dire. “Inutile che tornino qui gli uomini della Troika - ha detto Varoufakis -. Per noi i vecchi accordi sono saltati un minuto dopo il voto. Vogliamo trattare, ma lo faremo con la Ue”. Gli echi del braccio di ferro sono arrivati fino alla Borsa di Atene: il listino viaggiava attorno alla parità quando è iniziata la conferenza stampa e pochi minuti dopo alla chiusura (a conferenza ancora in corso) era scivolato a -2,6%.

Dijsselbloem ha incontrato Tsipras ma soprattutto il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, e il vice-premier, Yanis Dragasakis, con i quali partiranno i veri e propri negoziati su austerità e aiuti. Secondo il quotidiano Efymerida ton Syntakton, vicino al partito Syriza, Varufakis proporrà al presidente dell'Eurogruppo una moratoria di 5 anni nel pagamento del debito, l'eliminazione dell'obbligo di avanzo primario e la convocazione di una conferenza internazionale sul debito. Fonti del governo greco spiegano che l'esecutivo non vuole il programmato ritorno della missione della Troika ad Atene e si oppone all'estensione del piano di salvataggio da 240 miliardi di euro, cioè a un allungamento dei tempi del saldo dei debiti, la cui scadenza è prevista per il 28 febbraio. La Troika si era detta disponibile a tornare ad Atene per un'ispezione finale, in vista dell'ultima trance di prestiti da 7 miliardi di euro. Berlino anche oggi ha ribadito il suo no a un 'haircut', un taglio del debito della Grecia, considerando invece un'opzione possibile la sua estensione. Nei giorni scorsi anche Bruxelles si era espressa in questo senso.

I colloqui di ieri sono stati definiti "utili e costruttivi", ma non sono andati troppo nei dettagli delle richieste. Tspiras a chiesto a Schulz più tempo per effettuare le riforme, ricordando che la Grecia non vuole perseverare "nell'errore dell'austerity". Nel complesso, tra le parti si sono allungati i classici ramsocelli d'ulivo con il premier che ha promesso dialogo e Schulz che ha risposto offrendo soluzioni comuni. 

Sul destino di Atene si è anche espresso, dalla visita diplomatica a Pechino, il premier fracese Manuel Valls: "Nessun timore, la Grecia resterà, deve restare nell'area euro", ha detto parlando del suo dialogo con Tsipras. "Dobbiamo aiutare la Grecia a uscire dalla crisi che sta fronteggiando, ma la Grecia deve rispettare i suoi impegni, così lavora l'Unione europea". Come accennato si inizia ad aprire qualche porta a Berlino: un allungamento delle scadenze sul debito greco "ha senso soltanto se Atene accetta di implementare le riforme", dice il portavoce del ministero delle Finanze tedesco, secondo il quale una discussione sull'haircut o una conferenza internazionale sul debito invece "non sono relistiche". Lo stesso ministro, Wolfgang Schaeuble, si dice pronto ad avviare una trattativa, ma ribadisce che Atene deve mantenere gli impegni sulle riforme e che Berlino non accetta ricatti. "C'è bisogno di solidarietà in Europa - dice - per cui non possiamo essere ricattati".