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ROMA - E' il giorno della riflessione in casa Pd dopo l'affondo della sinistra civatiana in asse con Vendola contro "il candidato al Colle del Patto del Nazareno" e la risposta dura della maggioranza. E, insieme, il giorno dell'annuncio delle consultazioni con i partiti, primo passaggio formale del percorso che porterà all'elezione del nuovo Presidente. Grillo, intanto, dice no al Nazareno e sembra respingere l'idea di un fronte comune con la sinistra del Pd e con Sel su un candidato alternativo.

Le consultazioni prenderanno il via martedì alle 9,30 nella sede del Pd. Alle 19 la delegazione del Pd incontrerà quella di Forza Italia, guidata da Silvio Berlusconi, Renato Brunetta e Paolo Romani.

M5S: "Non andremo al Nazareno".
 "Con tutto il rispetto, ci è andato Berlusconi, noi al Nazareno non ci andremo". Alessandro Di Battista, dal palco della Notte dell'Onestà a Roma, legge la risposta del M5s all'invito del Pd di partecipare alle consultazioni per il presidente della Repubblica, chiudendo di fatto qualsiasi ipotesi di dialogo con la maggioranza.

Durante la manifestazione, Di Battista ha letto, insieme alle migliaia di persone che affollano la piazza, la risposta del Movimento (proiettata su un maxischermo) all'invito del presidente del Consiglio ad andare a discutere nella sede del Partito Democratico il nome del candidato al Quirinale. "Caro Renzi, è il popolo italiano che ti parla. Il Presidente della Repubblica non può essere di parte... Lei invece ha già deciso che il capo dello Stato sarà eletto dalla quarta votazione in poi quando sarà sufficiente solo la metà più uno dei voti".

"In questo modo - ha ripreso Di Battista accompagnato dal coro dei presenti  - il nome del nuovo presidente sarà espressione del volere di un partito solo: quello suo e di Berlusconi. Il partito del Nazareno".

Quirinale, coro M5s alla 'Notte dell'onestà': "Noi al Nazareno non ci andiamo"


Grillo: "Renzi buffoncello". Gli attacchi più pesanti sono arrivati però da Beppe Grillo. "La disonestà intellettuale rovina i rapporti tra le persone. Noi oggi abbiamo un buffoncello che ci ricatta. Non fa i nomi neanche al suo partito e li chiede a noi. Ma andate a fare in c..". In una giornata scandita in gran parte dalle sue esternazioni, Beppe Grillo ha ribadito la volontà del M5S di non partecipare alle consultazioni per il Quirinale.

Uscendo dall'albergo Forum per recarsi alla manifestazione, a un cronista gli ha chiesto se era "pronto per la battaglia per il Quirinale", Grillo aveva risposto: "I giochi sono già fatti, noi decidiamo poco". E dopo l'arrivo a Piazza del Popolo: "Il Nazareno? Io non so cosa sia il Nazareno. Ci inventiamo delle parole...". E ancora: "Noi non ci fidiamo più di nessuno". Poi l'affondo su Twitter: "Si tratta per il Presidente della Repubblica con un criminale ai servizi sociali", ha scritto sul social riprendendo le parole pronunciate a Piazza del Popolo da Salvatore Borsellino.

Nel corso del suo intervento Grillo ha attaccato l'ex presidente delle Repubblica Napolitano: "Se non fosse stato per un presidente che ha lavorato contro la libertà e la democrazia di questo Paese, noi saremmo al Governo". "Noi siamo contro queste riforme qui - ha aggiunto - noi siamo riformatori". "Abbiamo evitato disordini sociali in Italia. Ci hanno definito eversori ma abbiamo fatto da cuscinetto", ha poi aggiunto Grillo lanciando una provocazione alla platea: "Non so se ci conviene rimanere puri. Forse dovremmo sporcarci anche noi di merda". La prevedibile risposta è stata un coro di "Nooooo".

Il leader del M5S ha poi rivendicato la diversità del suo movimento: "Noi chiediamo soldi agli attivisti e loro li donano. Gli altri pagano cinesi e marocchini per farli votare alle primarie". Non è mancato l'affondo sull'euro: "Ve lo dice un pagliaccio di natura, io non ho fatto la Bocconi, dobbiamo uscire immediatamente dall'Euro e riprenderci la nostra sovranità. Questa gente del fiscal compact andrebbe processata, perché hanno modificato dei trattati. I Ministri delle finanze dal '99 a oggi andrebbero processati e messi in galera"

Fico: "Nazareno luogo del delitto". "Renzi, se proponi Amato al Colle si rivolta tutto il Paese e noi con lui - ha detto  - è finito il tempo di giocare". Prima di lui era intervenuto Carlo Sibilia, che chiedeva nomi per ragionare insieme "altrimenti è una dittatura tra Renzi e Berlusconi".

Quirinale, Fico: ''Amato presidente? Il paese si rivolta e noi con loro''


Serracchiani: "Ce ne faremo una ragione". Il Pd affida la sua risposta al M5S a Debora Serracchiani: "Niente consultazioni con i Cinque Stelle? Ce ne faremo una ragione. A Grillo, evidentemente, va bene votare insieme solo se votiamo i loro. Come per il giovane Di Maio, eletto vicepresidente della Camera con i voti del Pd".

Il calendario. Stabilito intanto il calendario degli incontri di materdì. Si inizia con Per l'Italia, Centro democratico e Scelta Civica, quindi il primo passaggio delicato con gli alleati di Area Popolare (Ncd-Udc). Seguiranno il Misto, Maie, Api; quindi Psi; SVP, PAT, Union Valdotaine; Lega Nord; Italia dei Valori; Fratelli D'Italia; GAL. Infine Forza Italia, Popolari per l'Italia e per ultimo Sel.

FI compatta. Rispetto ai giorni scorsi, il clima all'interno di FI sembra invece più sereno. "La sintesi della settimana trascorsa contempla al primo posto la ritrovata centralità di Forza Italia, grazie all'"eterno Berlusconi", un atto di saggezza e follia insieme che sposta l'asse, cambia il paradigma della politica", si legge oggi sul Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera da sempre molto vicina alle posizioni di Brunetta. "Restiamo fedeli al 'sì' dato da Berlusconi al Patto del Nazareno e all'Italicum 2.0 - si legge ancora - nonché all'impianto della riforma costituzionale specie riguardo al superamento del Senato. Da qui la decisione del capogruppo Brunetta di sostenere gli emendamenti proposti sia da deputati di Forza Italia sia da altri di centrodestra per modificare l'art. 21 in senso presidenzialista".

Civati nel mirino. Ma nel Pd, intanto, non si placano le polemiche interne. Ed è Civati ad essere questa volta preso di mira. Sulla sua pagina Facebook la proposta di un "candidato nn - no Nazareno" viene commentata con toni durissimi, quasi inediti fino all'insulto, e inviti ad andarsene. "Stai remando contro la direzione del partito. Se non concordi con le scelte- gli dice- vai nel gruppo misto o dimettiti. Ti ricordo che il tuo stipendio da parlamentare te lo paghiamo noi. Il problema grosso sai qual è? che se esci non rientri più perchè lo sbarramento del 3% vi manda tutti a fare gli operai! Te, Bersani, Fassina e la Bindi. Non se ne può più. Fuori dalle balle!", si può leggere a firma Marco Scanziani. E più d'uno gli chiede di cambiare mestiere per "non fare la fine di Bertinotti". E uno infine ironizza : "Ponzio Pilato è abbastanza non-nazareno?"

Sel difende Civati. L'attacco subito da Civati ha scatenato la reazione di Sel: "E' vergognoso che ci sia una forma di squadrismo telematico che sta diventando costume diffuso e pericoloso sul piano democratico", ha detto il capogruppo di Sel a Montecitorio Arturo Scotto. "C'è la responsabilità grave da parte di tutti  - aggiunge Scotto - a far riflettere su come si calibrano le parole. Non mi pare scandaloso che civati possa sollevare delle critiche. La cosa incredibile è la contraerei renziana alle sue parole".

D'Attorre: "Niente aut aut da Renzi".
 Secondo Alfredo D'Attorre, da sempre vicino all'ex segretario Bersani, il Pd può arrivare ad una posizione unitaria sul candidato per il Quirinale solo se Matteo Renzi eviterà "aut aut" e se si eviterà "l'atteggiamento un pò protervo che c'è stato sulla legge elettorale". "Se si ripete lo schema dell'Italicum - ha aggiunto D'Attorre -  rischiamo di esporre il Pd e anche il parlamento a spaccature gravi e dannose in questa fase".

Cacciari e la scissione. Uno scontro che, agli occhi di Massimo Cacciari, è già concluso: "La scissione nel Pd c'è già. Che due siano separati in casa o in due alloggi diversi, conta poco". E conclude:  "Mi pare che Renzi voglia stringere un'alleanza con Berlusconi per procedere nelle sue riforme e rendere sempre più ininfluente la minoranza interna".

Salvini: "Lontani dai partiti". Sul tema del Quirinale è intervenuto anche Matteo Salvini: " Ci collochiamo lontani da questi partiti che fanno accordicchi sottobanco e vicino agli italiani schifati dalla politica, - ha detto il segretario della Lega Nord ai microfoni del Gr Rai - che non vanno più a votare e che hanno perso la speranza". Eppure per il Colle la Lega avrebbe "l'imbarazzo della scelta, da Piero Ostellino a Vittorio Feltri ad Angelo Panebianco ad alcuni imprenditori che hanno fatto grande l'Italia nel mondo. Però non penso che appassionano Renzi".