lunedì 26 gennaio 2015

Riceviamo e pubblichiamo.

Matteo Renzi incontra i parlamentari del Pd: "Scheda bianca alle prime tre votazioni per il Quirinale" (DIRETTA)

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MATTEO RENZI

Il Pd voterà scheda bianca alle prime tre votazioni. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi all'assemblea dei deputati alla Camera indicando il metodo per eleggere il Capo dello Stato. Intanto il vicesegretario democrat, Lorenzo Guerini, afferma che il nome del candidato sarà fatto prima di sabato 31 gennaio.
"Non faccio l'elogio del franco tiratore ma - vi stupirò - difendo il diritto di dissenso" sull'elezione del presidente della Repubblica. Così il premier Matteo Renzi, secondo quanto riferisce chi è presente, nel chiudere l'assemblea Pd al Senato.
Il Pd voterà scheda bianca nelle prime tre votazioni per l'elezione del capo dello Stato e "la quarta votazione sabato mattina sarà quella decisiva". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ai senatori del Pd, secondo il tweet della senatrice pd, Magda Zanoni.
"Sono assolutamente certo della lealtà di tutti nel Pd. Non penso a imboscate né a tattiche che possano portarci a risultati diversi". Lo ha detto il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini parlando con i giornalisti in Senato.
"Lo faremo prima". Così risponde il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini a chi, al Senato, gli domanda se fare sabato un nome per la presidenza della Repubblica non sia troppo tardi, come sostiene qualche parlamentare Pd.
"Non si fa il presidente della Repubblica 'contro' nessuno. Neppure contro il Nazareno". Così Matteo Renzi rivolgendosi, a quanto si apprende, ai senatori Pd in assemblea sull'elezione del Capo dello Stato.
Anche per l'elezione di Ciampi ci furono 180 franchi tiratori, per Cossiga furono 170. Lo ha sottolineato il premier Matteo Renzi ai senatori Pd, secondo quanto viene riferito.
"Il presidente della Repubblica deve essere una persona capace di resistere a stress test". E' il requisito che, a quanto si apprende, Matteo Renzi indica ai senatori del Pd per il prossimo presidente della Repubblica.
L'assemblea "è andata benissimo". Lo ha detto Rosy Bindi al termine della riunione dei deputati Pd con Matteo Renzi sul Quirinale. Ai cronisti che le chiedevano se siano state trovate soluzioni definitive ha risposto: "Risolutiva sarà solo l'urna, ma il Pd è sulla strada giusta".
"Siamo in una settimana cruciale, ciascuno di noi ha ancora sulla pelle la ferita del 2013". Lo ha detto il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, parlando durante l'assemblea di Matteo Renzi con i parlamentari del partito democratico sulla sfida per il quirinale.
Speranza ha sottolineato che "ora è più che mai indispensabile un rapporto leale e franco per evitare le drammatiche vicende di due anni fa. Questo è solo il primo step, il rapporto e il confronto dentro i gruppi parlamentari sarà decisivo e io faccio appello a tutti voi: non perdiamo questa occasione per fare emergere il nostro punto di vista. Ciascuno può dire e proporre metodo e nomi, proviamo a utilizzare questi momenti di confronto nel modo più efficace possibile".
Il voto per l'elezione del Presidente della Repubblica non è un referendum su Matteo Renzi. Così lo stesso premier, secondo quanto riferito dai partecipanti, ha chiuso la riunione dei deputati dem. Il premier ha fatto un appello all'unità, nel solco di quanto detto da molti intervenuti: io sono favorevole all'unità, non tutti però hanno fatto uno sforzo in questo senso nei passaggi parlamentari di queste settimane.
Non so se c'è lo spazio perché si chiuda su una donna, lo verificheremo. Così Matteo Renzi, a quanto riferito dai partecipanti alla riunione del gruppo Pd della Camera.
Vediamo se questa volta M5s capirà che questa è l'occasione buona. Così Matteo Renzi all'assemblea dei deputati dem.
"Sulla Presidenza della Repubblica deve esserci una discussione reale fra le due aree politiche decisive per la sua elezione, quella di Renzi e del Pd e quella del centro-centrodestra. Questa discussione per essere reale deve avvenire da una parte e dall'altra su rose di nomi e non su proposte secche magari derivanti da un percorso che è una sorta di congresso di partito". Lo afferma Fabrizio Cicchitto, del Nuovo centrodestra.
"In sostanza -aggiunge- né Renzi né il Pd possono pretendere di comunicare alla vasta area di centrodestra e di centro il nome da essi prescelto chiedendo gentilmente di votarlo a scatola chiusa. Da una parte e dall'altra, al dunque, deve esserci una discussione reale".
Con una lettera inviata alla segreteria del Partito democratico, Pippo Civati candida Romano Prodi per la presidenza della Repubblica. Secondo quanto si apprende, nella lettera il deputato dem propone di ripartire dal nome che il Pd aveva candidato nel 2013.
Con una discussione franca sono convinto che riusciremo a superare lo scoglio dell'elezione del capo dello Stato se faremo una scelta unitaria. L'assemblea però non può essere uno spot. Possiamo condividere almeno un profilo? Dobbiamo indicare un politico, deve avere una visione e deve essere del Pd. Si tratta non di imporre ma di costruire. Così, secondo quanto si apprende, Cesare Damiano nel corso dell'assemblea dei deputati dem con Matteo Renzi, convocata in vista delle votazioni per l'elezione del presidente della Repubblica, che avranno inizio giovedì.
È importante che "il Pd riesca a superare la prova del Quirinale unito ed è sbagliata l'impostazione di cercare un candidato 'contro'. Va cercata la massima condivisione e in questo caso dobbiamo cercare l'interlocuzione con Fi". Così, a quanto si apprende, Stefano Fassina condivide la linea di Renzi all'assemblea.
La partita del Quirinale deve essere divisa da quella sull'Italicum. Così Davide Zoggia, esponente della minoranza Pd, intervenendo all'assemblea del gruppo dei deputati dopo Matteo Renzi invita, "nonostante le divisioni di questi giorni" a tenere distinte le due questioni. Quanto al metodo, Zoggia ha affermato che non si deve arrivare necessariamente alla quarta votazione prima di avere un nome, "sabato mattina è troppo tardi": "non si deve votare necessariamente scheda bianca alle prime tre votazioni" ha detto.
Pier Luigi Bersani non è presente all'assemblea del Pd nella quale Matteo Renzi ha indicato metodo e passaggi per l'elezione del presidente della Repubblica. Dei big del partito, manca alla riunione anche Dario Franceschini mentre partecipa il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
Il Pd farà un nome secco per il Colle, alla quarta votazione, e non proporrà una terna. Lo ha detto il premier Matteo Renzi all'assemblea dei deputati del Pd.
I nomi dei candidati alla presidenza della Repubblica "non li facciamo perché poi decidano altri". Così Matteo Renzi, all'assemblea dei deputati, spiega il metodo per arrivare all'elezione del Capo dello Stato.
"Siamo in una settimana cruciale. Ciascuno di noi ha ancora sulla pelle le ferite del 2013. Ora è più che mai indispensabile un rapporto leale e franco per evitare le drammatiche vicende di due anni fa". Così il capogruppo Roberto Speranza nell'aprire l'assemblea Pd con Renzi sul Colle. "Questo è solo il primo step - ha spiegato - Il rapporto e il confronto dentro i gruppi sarà comunque decisivo e io faccio appello a tutti voi: non perdiamo questa occasione per far emergere il nostro punto di vista".
"Crediamo nel Pd, luogo di discussione". Così Matteo Renzi ha aperto l'assemblea dei deputati Pd alla Camera dedicata all'elezione del presidente della Repubblica.
Chi non condivide il nome del candidato alla Presidenza della Repubblica "dovrà dirlo apertamente". Così, a quanto si apprende, il premier Matteo Renzi all'assemblea dei deputati riunita in vista dell'elezione del Capo dello Stato.
Il Pd voterà scheda bianca alle prime tre votazioni. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi all'assemblea dei deputati alla Camera indicando il metodo per eleggere il Capo dello Stato.
"Noi ascoltiamo tutto il Pd, le proposte di tutto il partito. Ci confrontiamo con tutti per giungere a una scelta condivisa". Così il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini ha risposto a una domanda dei giornalisti sulla disponibilità del Pd ad ascoltare la minoranza interna nella partita per il quirinale. Guerini è giunto a Montecitorio per l'assemblea dei parlamentari del Pd.
"Ci sono le condizioni - ha aggiunto - perché il partito possa trovarsi nella condivisione di un percorso e di un metodo fino alla proposta che poi faremo alle altre forze politiche e quindi presenteremo all'assemblea dei grandi elettori Pd". Quanto al nome "non credo si possa fare già oggi ma le condizioni per fare un buon lavoro - ha ripetuto - ci sono tutte". Insomma "nomi non ne facciamo" anche perché "abbiamo le consultazioni da fare".
Infine, sul pericolo di franchi tiratori in aula Guerini ha osservato che "la lezione del 2013 ha insegnato tanto a tutti", "sono sicuro che faremo bene il lavoro e lo faremo insieme".

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