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ROMA - Il giorno dopo lo strappo sul patto del Nazareno - con la candidatura unica di Sergio Mattarella al Quirinale, Silvio Berlusconi ha accusato Matteo Renzi di non aver rispettato gli accordi - le fibrillazioni interne al centrodestra prima si acuiscono e poi paiono stemperarsi dopo l'appello all'unità lanciato dal presidente del Consiglio. Un appello recepito da Ncd che in serata dirà di sì al nome del Pd mentre Forza Italia rimarrà ancorata all'opzione scheda bianca. A questo punto Mattarella potrebbe contare su almeno 644 consensi.

Dal governo, è il sottosegretario Luca Lotti, fedelissimo del premier, a mettere sull'avviso gli azzurri mentre in aula anche la seconda e la terza chiamata sortiscono una fumata nera: "Spiace che Renato Brunetta (capogruppo Fi a Montecitorio, ndr) evochi le elezioni anticipate. Ma il buon Brunetta si metta il cuore in pace. Voteremo nel 2018, dopo aver fatto le riforme. Noi vogliamo farle insieme a Forza Italia, ma se Brunetta non vuole e Berlusconi lo seguirà, noi le faremo senza Forza Italia".

Un concetto che il presidente del Consiglio ha già espresso al telefono con Berlusconi, scatenando l'ira dell'ex Cav (che oggi era a Cesano Boscone, dove ogni venerdì svolge quattro ore di servizi sociali). A questo punto, tra tensioni, riunioni d'urgenza, calcoli e strategie dell'ultima ora, la posizione di Forza Italia è un'incognita. In un primo momento il partito sembrava orientato a non partecipare alla quarta votazione di domani sul Colle con l'obiettivo di mostrare compattezza ed evitare il rischio insito nella scheda bianca (e soprattutto nel voto segreto): se a Mattarella arrivassero più voti di quelli che ha sulla carta, il voto sul Quirinale avrebbe come doppio effetto quello di consentire al candidato designato da Renzi di superare tranquillamente il traguardo mentre Berlusconi sarebbe completamente tagliato fuori.

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In serata, però, è Brunetta ad annunciare che domattina Fi voterà scheda bianca. E sempre in serata, in Transatlantico, è il consigliere politico di Fi, Giovanni Toti, a chiudere (a parole) qualsiasi porta all'appello lanciato da Renzi:  "Avremmo voluto un nome condiviso ma il Pd ha rotto il patto e questo appello di Renzi è tardivo. Non siamo stati noi a interrompere il metodo. L'appello di Renzi non inficia il ragionamento fatto per il quale voteremo scheda bianca".

Ma in queste ore dentro Forza Italia non si esclude nulla, nemmeno che alla fine Berlusconi possa fare una delle sue giravolte e convergere sul nome dell'ex ministro della Difesa. Non a caso, l'ex premier riflette. E valuta. La circostanza farà dire al leghista Roberto Calderoli: "Siamo alle comiche, Mattarella sarà eletto grazie a Fi e Ncd". Sempre dal Carroccio è Umberto Bossi a rivolgere un consiglio a Berlusconi: caro Silvio - gli dice dal Tg3 - non votare scheda bianca ma combatti.

La novità di non partecipare al voto sarebbe emersa al termine dell'ufficio di presidenza azzurro riunitosi stamani a Montecitorio (con il leader collegato telefonicamente). I parlamentari di Fi  - che tornano a vedersi alla fine del terzo scrutinio assieme ai moderati di Area popolare - domani non avrebbero voluto rispondere alla chiamata e non esprimere alcun voto. I contatti con Area popolare, tuttavia, sono proseguiti nel tentativo di trovare una linea comune, alla luce della contrarietà espressa dai vertici di Ncd e Udc a non partecipare al voto. Gli alfaniani, che stanno formalmente al governo col Pd di Renzi, preferiscono una linea decisamente più accomodante.

Non a caso, l'asse con gli ex compagni di partito (fino a quasi 15 mesi fa si chiamava Pdl) è parso vacillare perché forte è emersa una spinta a convergere sul giudice costituzionale. In questo contesto, prima che iniziasse lo spoglio della terza chiamata, Renzi incontra il 'suo' ministro con l'intento di trovare il più ampio avvicinamento. E gli avrebbe detto: "Non capisco come faccia un titolare dell'Interno a non votare una personalità come Mattarella". Un modo per 'legare' la scelta di rimanere al Viminale alla decisione politica di non optare per il candidato del Pd. Tra le indiscrezioni non confermate, anche quella di una telefonata tra Giorgio Napolitano e Alfano. Di fatto, sotto sera la scelta è presa: Ncd (più Udc) convergerà su Mattarella domani alla quarta chiamata. I primi a uscire ufficialmente allo scoperto sono stati 11 senatori di Area popolare.

Nel frattempo, i contatti in corso tra Alfano e Berlusconi si intensificano al punto che la riunione di Ap prevista per le 21 viene posticipata a domattina alle 8.

Sempre stamani, però, si è svolta anche la riunione organizzata dalla fronda interna ai berlusconiani, quella guidata da Raffaele Fitto. All'incontro con l'eurodeputato erano presenti 38 grandi elettori azzurri.

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Proprio stamani Fitto aveva diramato una nota in cui, polemicamente, dichiarava: "Leggo dalle agenzie di una fantomatica riunione dei cosiddetti 'uffici di presidenza' dei gruppi parlamentari di Senato e Camera. E' una ottima iniziativa solo se è un preannuncio di dimissioni e azzeramento. In caso contrario, è una ennesima riunione autoreferenziale e priva di legittimazione. I deputati e i senatori dei gruppi di Forza Italia vanno rispettati, vanno rispettati tutti, e non hanno bisogno di poche badanti che pretendano di decidere senza di loro e sopra le loro teste". I fittiani, comunque, sembrano orientati a votare scheda bianca e insistere nella richiesta di azzeramento dei vertici azzurri.