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BERGAMO - Un caso "amplificato oltre l'inverosimile" che ha come protagonista il presepe (o meglio, il presepio mancato) alla scuola elementare De Amicis di Bergamo, secondo il preside Luciano Mastrococco. Il quale è da due giorni al centro delle polemiche per aver vietato, questa almeno è la prima versione della vicenda, di rappresentare la Natività all'interno dell'istituto per non discriminare i tanti bambini stranieri che lo frequentano. Nessun divieto, ha poi corretto il preside in conferenza stampa, ma la libertà per i singoli insegnanti di "decidere cosa fosse meglio in base alla loro specifica realtà scolastica e alla loro esperienza".

IL SONDAGGIO Siete d'accordo col preside?

Non è bastata questa dichiarazione al leader della Lega, Matteo Salvini, che insieme con altri militanti bergamaschi ha portato un presepe alla scuola De Amicis. L'hanno realizzato fuori dal cancello: Madonna col Bambino, san Giuseppe, angioletti e Magi. Tutto il necessario per ripristinare la tradizione, insomma, visto che "in Italia il presepio si fa da secoli e non offende proprio nessuno". Il segretario federale del Caroccio, circondato da alcuni alunni della scuola, non ha risparmiato critiche al preside: "Non è una battaglia religiosa, il presepe è simbolo di gioia e accoglienza. Chi deve educare e si permette di dire che il presepe nella sua scuola non ha posto dovrebbe cambiare lavoro".

"Penso che tutti noi saremmo stati più volentieri a fare il presepio a casa nostra - ha aggiunto Salvini - ma abbiamo voluto essere qui per dire una cosa: giù le mani dalla nostra religione, il rispetto e l'integrazione passano dall'orgoglio di quello che siamo. Se il preside vuole fare battaglie politiche, le faccia altrove e non sulla pelle dei bambini". In appoggio al preside è venuto invece il parroco di Celadina (il quartiere in cui si trova la scuola De Amicis), don Mario Carminati, che ha criticato "i politici che strumentalizzato questa vicenda. Il presepe è un simbolo di pace e non'imposizione. Altrimenti rischiamo si diventare noi gli integralisti".

Sul
 tema era intervenuto anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, con parole parzialmente critiche: "Rispetto la scelta del preside, ma dico la mia. Laicità non è azzerare le differenze, ma dare voce a tutti. Un presepe non disturba  nessuno", aveva scritto su Facebook. "Ma no alle minacce e alle strumentalizzazioni politiche - ha aggiunto in conferenza stampa - Qui oggi nessuno ha vietato niente a nessuno".