POLITICA
Lega Nord: cinema, mattoni e conti in rosso
La Film Commission lombarda è nelle mani di Di Rubba. Che guida anche le attività immobiliari del Carroccio. E prova a risollevare le finanze del partito.More Sharing Services
Cosa hanno in comune la Lombardia Film Commission, l'ente no profit che promuove con denaro pubblico produzioni audiovisive nella regione governata da Roberto Maroni, e la Pontida Fin Srl, la società che gestisce gli immobili della Lega Nord di Matteo Salvini?
Nulla, se non che alla guida delle due società, in quota Carroccio, c'è la stessa persona, Alberto Di Rubba.
NOMINATO DALLA REGIONE. Al commercialista 35enne di Gazzaniga, paese in provincia di Bergamo, ad agosto la giunta regionale della Lombardia, su proposta della leghista Cristina Cappellini, assessore alla Cultura, ha affidato la presidenza della Film Commission (partecipata da Regione, Comune di Milano, Unioncamere e fondazione Cariplo).
GRATIS ALLA FILM COMMISSION. L'incarico di Di Rubba è a titolo gratuito. L'unico a percepire un compenso, tra i membri del Consiglio di gestione dell'ente, è il direttore generale Alberto Contri (120 mila euro annui).
Tra i candidati alla carica c'era anche il direttore della programmazione della Cineteca, Enrico Nosei, ma i membri della giunta Maroni gli hanno preferito il giovane bergamasco laureato in Economia e commercio e appassionato di motocross, suscitando qualche perplessità nel mondo della cinematografia lombarda per l'inesperienza del nominato nel settore.
AD DI PONTIDA DA OTTOBRE. L'incarico di amministratore unico di Pontida Fin Srl per Di Rubba è arrivato, invece, il 30 ottobre.
Come risulta dal registro delle imprese, la Lega Nord, il partito di cui il governatore Maroni è stato segretario fino al 2013 prima di passare lo scettro a Salvini, ha nominato come amministratore unico della società con sede in via Bellerio che gestisce «tutte le attività immobiliari del Movimento» proprio il 35enne. Cinema e mattone, affari pubblici e affari di partito.
ASSET PREGIATO DEL CARROCCIO. Pontida Fin Srl è uno degli asset più pregiati del patrimonio del Carroccio - iscritta a bilancio 2013 con un valore di 7.107.305,20 euro - ma ha chiuso il proprio rendiconto del 2013 con 88.523 euro di perdite. Più in generale, è tutta la situazione finanziaria della Lega a non far dormire sonni tranquilli a Salvini.
Nulla, se non che alla guida delle due società, in quota Carroccio, c'è la stessa persona, Alberto Di Rubba.
NOMINATO DALLA REGIONE. Al commercialista 35enne di Gazzaniga, paese in provincia di Bergamo, ad agosto la giunta regionale della Lombardia, su proposta della leghista Cristina Cappellini, assessore alla Cultura, ha affidato la presidenza della Film Commission (partecipata da Regione, Comune di Milano, Unioncamere e fondazione Cariplo).
GRATIS ALLA FILM COMMISSION. L'incarico di Di Rubba è a titolo gratuito. L'unico a percepire un compenso, tra i membri del Consiglio di gestione dell'ente, è il direttore generale Alberto Contri (120 mila euro annui).
Tra i candidati alla carica c'era anche il direttore della programmazione della Cineteca, Enrico Nosei, ma i membri della giunta Maroni gli hanno preferito il giovane bergamasco laureato in Economia e commercio e appassionato di motocross, suscitando qualche perplessità nel mondo della cinematografia lombarda per l'inesperienza del nominato nel settore.
AD DI PONTIDA DA OTTOBRE. L'incarico di amministratore unico di Pontida Fin Srl per Di Rubba è arrivato, invece, il 30 ottobre.
Come risulta dal registro delle imprese, la Lega Nord, il partito di cui il governatore Maroni è stato segretario fino al 2013 prima di passare lo scettro a Salvini, ha nominato come amministratore unico della società con sede in via Bellerio che gestisce «tutte le attività immobiliari del Movimento» proprio il 35enne. Cinema e mattone, affari pubblici e affari di partito.
ASSET PREGIATO DEL CARROCCIO. Pontida Fin Srl è uno degli asset più pregiati del patrimonio del Carroccio - iscritta a bilancio 2013 con un valore di 7.107.305,20 euro - ma ha chiuso il proprio rendiconto del 2013 con 88.523 euro di perdite. Più in generale, è tutta la situazione finanziaria della Lega a non far dormire sonni tranquilli a Salvini.
Conti in rosso della Lega: perdite per 14,4 milioni di euro
Diventato segretario a dicembre 2013, l'erede di Maroni ha, infatti, ereditato dalla precedente gestione un bilancio in pessima salute: 14.452.985,64 milioni di euro di perdite, quasi 4 in più rispetto al 2012, e un patrimonio netto dimezzato, da 35.543.772 a 21.090.086 euro. E la liquidità ammonta a 6 milioni di euro.
Sui conti hanno pesato molto anche le spese legali che la Lega ha dovuto sostenere negli ultimi anni nei processi scaturiti dal cosiddetto «scandalo dei diamanti» e degli investimenti in Tanzania, oltre che per il contenzioso con Matteo Brigandì, ex avvocato di Umberto Bossi, espulso da Maroni.
NIENTE SOLDI DA BELSITO. Poche settimane fa, però, il partito, per decisione di Salvini, ha rinunciato a costituirsi parte civile nel processo a carico dell'ex tesoriere Francesco Belsito sui presunti investimenti in Tanzania, e dunque anche alla possibilità di ottenere un risarcimento.
Il segretario del Carroccio ha motivato la scelta affermando che «sono cose che fanno parte del passato» e che la Lega non intende «intasare i tribunali andando a chiedere quattrini che certa gente neppure ha: in ogni caso noi non possiamo spendere soldi e perdere tempo in cause che durano anni».
DIPENDENTI IN CASSA INTEGRAZIONE. Intanto da dicembre i 70 dipendenti di via Bellerio sono in cassa integrazione, mentre il quotidiano della Lega, La Padania, che pure ha beneficiato di contributi pubblici in questi anni, ha cessato le pubblicazioni cartacee.
La crisi di cassa e la situazione di lavoratori e giornalisti sono state all'ordine del giorno dell'ultimo Consiglio federale del 28 novembre. Si è «deliberato che i versamenti volontari di tutti gli eletti aumenteranno notevolmente», ha annunciato Salvini al termine dell'incontro, promettendo presto risposte positive alle preoccupazioni dei dipendenti.
SALVINI NOMINA VICE L'ANTI-COTA. In quella sede il leader leghista ha anche nominato due nuovi vice-segretari federali: Riccardo Molinari, 31 anni, di Alessandria, ex assessore della giunta di Roberto Cota in Piemonte, rinviato a giudizio nel processo cosiddetto Rimborsopoli e vicino al segretario fin dai tempi della militanza nel movimento giovanile. L'altro è Edoardo Rixi, consigliere regionale in Liguria.
Sui conti hanno pesato molto anche le spese legali che la Lega ha dovuto sostenere negli ultimi anni nei processi scaturiti dal cosiddetto «scandalo dei diamanti» e degli investimenti in Tanzania, oltre che per il contenzioso con Matteo Brigandì, ex avvocato di Umberto Bossi, espulso da Maroni.
NIENTE SOLDI DA BELSITO. Poche settimane fa, però, il partito, per decisione di Salvini, ha rinunciato a costituirsi parte civile nel processo a carico dell'ex tesoriere Francesco Belsito sui presunti investimenti in Tanzania, e dunque anche alla possibilità di ottenere un risarcimento.
Il segretario del Carroccio ha motivato la scelta affermando che «sono cose che fanno parte del passato» e che la Lega non intende «intasare i tribunali andando a chiedere quattrini che certa gente neppure ha: in ogni caso noi non possiamo spendere soldi e perdere tempo in cause che durano anni».
DIPENDENTI IN CASSA INTEGRAZIONE. Intanto da dicembre i 70 dipendenti di via Bellerio sono in cassa integrazione, mentre il quotidiano della Lega, La Padania, che pure ha beneficiato di contributi pubblici in questi anni, ha cessato le pubblicazioni cartacee.
La crisi di cassa e la situazione di lavoratori e giornalisti sono state all'ordine del giorno dell'ultimo Consiglio federale del 28 novembre. Si è «deliberato che i versamenti volontari di tutti gli eletti aumenteranno notevolmente», ha annunciato Salvini al termine dell'incontro, promettendo presto risposte positive alle preoccupazioni dei dipendenti.
SALVINI NOMINA VICE L'ANTI-COTA. In quella sede il leader leghista ha anche nominato due nuovi vice-segretari federali: Riccardo Molinari, 31 anni, di Alessandria, ex assessore della giunta di Roberto Cota in Piemonte, rinviato a giudizio nel processo cosiddetto Rimborsopoli e vicino al segretario fin dai tempi della militanza nel movimento giovanile. L'altro è Edoardo Rixi, consigliere regionale in Liguria.
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