Svizzera, bocciato nettamente il referendum anti-immigrati
Bocciato il quesito che chiedeva una limitazione dell'immigrazione per motivi ecologici. No anche ad altri due temi
Il 73 per cento di chi ha votato ha respinto l'iniziativa ritenendola, oltre che eccessiva, dannosa per l'economia. "E' stato un Ecoflop", il commento pungente, rilasciato alla versione online del quotidiano Blick, dal politologo Michael Herman. Sul no ha pesato la posizione contraria di Christoph Blocher, il leader della destra elvetica, il quale peraltro era stato l'artefice di un'iniziativa dai contenuti analoghi, che denunciava l'accordo di libera circolazione con l'Ue, e che venne approvata lo scorso 9 febbraio, all'insegna dello slogan "stop al l'immigrazione di massa". "Siamo stati vittime di una campagna terroristica", ha denunciato l'agricoltore Andreas Thommen, uno dei promotori di Ecopop.
Sempre oggi l'elettorato svizzero ha bocciato, per la seconda volta in due anni, un'altra iniziativa, questa volta appoggiata dalla sinistra, per abolire i forfait fiscali, ovvero gli accordi che diversi Cantoni stabiliscono con i ricchi contribuenti esteri che si stabiliscono in Svizzera, per pagare meno tasse. In questo caso il 61,6 per cento dei votanti ha detto no.
"Il fatto di aver raggiunto il 40 per cento dei consensi comunque dimostra che il forfait fiscale, per una parte importante della popolazione svizzera, è ingiusto", commenta il deputato socialista di Berna, Corrado Pardini. "Direi, però, che questa sconfitta è compensata dal fatto che una stragrande maggioranza di cittadini ha respinto l'iniziativa Ecopop, che avrebbe portato la Svizzera in una pericolosa situazione di isolamento economico e sociale", ci tiene a sottolineare Pardini. "A questo punto ci sentiamo più vicini all'Europa", aggiunge il parlamentare.
Dalle urne svizzere e' uscito anche un terzo no, anche questo inappellabile. Il 76,6 per cento degli elettori ha, infatti, bocciato un'altra iniziativa, quella denominata "Salvate l'oro della Svizzera", in base alla quale la banca centrale elvetica avrebbe dovuto conservare, fisicamente, tutte le riserve aurifere del Paese che, per il 30 per cento, sono ora depositate all'estero. Se fosse stata accolta, i timori di molti economisti, il mercato mondiale dell'oro, attualmente in difficoltà, ne sarebbe uscito gravemente destabilizzato.
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