Mafia Capitale, la cassiera della banda: "Ecco le mazzette per i politici"
Parla Nadia Cerrito, la segretaria di Salvatore Buzzi, uno dei capi di Mafia Capitale. I politici, dice, "li pagavo io, preparavo le tangenti e le mettevo in buste di carta"
Redazione 5 Dicembre 2014
ROMA - Lei si occupava delle mazzette. Lei teneva la contabilità. E lei, Nadia Cerrito, quarantanovenne segretaria di Salvatore Buzzi, ha deciso di parlare e collaborare. Le sue parole potrebbero accendere la luce su quel giro infinito di "bustarelle", appalti truccati e politici iscritti al registro paga della malavita che ha creato il fenomeno "Mafia Capitale" e che ha prodotto decine di arresti e un centinaio di indagati, compresi politici ed ex collaboratori bipartisan.
BUSTE E SOLDI - La Cerrito, come segretaria dell'uomo delle cooperative e vice di Carminati, Salvatore Buzzi, aveva il compito di registrare i politici romani "amici" e di preparare i "loro stipendi". "Li pagavo io, preparavo le tangenti e le mettevo in buste di carta",ha spiegato agli inquirenti, secondo quanto racconta Il Messaggero.
"CI METTEVO LA B" - "Buzzi mi portava i soldi in contanti, io facevo le buste ma non sapevo la destinazione - ha raccontato - Ci scrivevo solo B di Buzzi e lui la ritirava. Le cifre non superavano mai i quindicimila euro". A quanto racconta la Cerrito era ben consapevole di fare qualcosa al di fuori della legge, ma - si è giustificata - "non potevo rifiutarmi altrimenti mi licenziavano".
LA CONTABILITA' NERA - Naturalmente quei pagamenti ai politici amici, necessari per vincere gli appalti, non dovevano lasciare alcuna traccia. "Era tutta contabilità nera che mi dicevano di non registrare - ha spiegato la donna - L'agenda la tenevo sempre nella borsa, perché Buzzi mi diceva che riguardava pagamenti riservati e non volevo che altri lo vedessero".
MARINO E BUZZI - Nei libri neri del clan non compare mai il nome di Ignazio Marino, sindaco di Roma. Era stato lui stesso a giurare di non aver mai incontrato Buzzi o altri esponenti di "Mafia Capitale", ma - scrive RomaToday - c'è una foto che lo incastra. E dopo il Pd capitolino, anche il comune di Roma è sempre più vicino al commissariamento?
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