Si arresta (cautamente) la caduta del Pil Secondo l'Istat, nel terzo trimestre 2013 variazione congiunturale praticamente nulla, ma vanno giù consumi e investimenti delle imprese. Produzione su di mezzo punto Stando quanto comunica l’Istat, il Pil nel ter- zo trimestre 2013 segna una variazione con- giunturale nulla, interrompendo la picchiata iniziata nel terzo trimestre 2011, ovvero otto trimestri prima. Ma «la fine della recessione non può ancora essere dichiarata», anche perché «non è compito dell’Istituto certificar- lo». Giù consumi e investimenti delle imprese. L’Istituto Nazionale di Statistica scrive quindi che nel terzo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dell'1,8% nei confronti del terzo trimestre del 2012. La stima preliminare diffusa il 14 novembre 2013 scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale dello 0,1% e una diminuzione tendenziale dell'1,9%. Il terzo trimestre del 2013 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2012. La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,9%. Rispetto al trimestre precedente - continua l’Istat -, tutti i principali aggregati della domanda interna sono diminuiti, con cali dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono aumentate del 2,0% e le esportazioni dello 0,7%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,2 punti percentuali alla variazione del PIL. Il contributo è stato negativo per gli investimenti fissi lordi e per i consumi delle famiglie residenti (entrambi -0,1 punti percentuali) e nullo per i consumi della Pubblica Amministrazione (PA). Le scorte hanno contribuito positivamente alla variazione del PIL per 0,6 punti percentuali, mentre la domanda estera netta ha sottratto 0,4 punti percentuali. Il valore aggiunto ha segnato, in termini congiunturali, un andamento negativo nell'agricoltura (-1,6%), positivo nell'industria in senso stretto (0,2%) e variazioni nulle nelle costruzioni e nei servizi. In termini tendenziali, il valore aggiunto è diminuito in tutti i comparti: nell'agricoltura dello 0,7%, nell'industria in senso stretto del 2,8%, nelle costruzioni del 5,5% e nei servizi dello 0,9%». A ottobre 2013, poi, l'indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,5% rispetto a settembre. Nella media del trimestre agosto-ottobre l'indice ha registrato una flessione dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a ottobre 2013, l'indice è diminuito in termini tendenziali dello 0,5% (i giorni lavorativi sono stati 23 come ad ottobre 2012). Nella media dei primi dieci mesi dell'anno la produzione è scesa del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A ottobre l'indice destagionalizzato registra una sola variazione negativa nel comparto dell'energia (-0,9%). Aumentano invece, i beni di consumo (+0,8%), i beni intermedi (+0,6%) e i beni strumentali (+0,5%). Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a ottobre 2013, aumenti tendenziali nei comparti dei beni intermedi (+1,9%) e dei beni di consumo (+0,5%). Segnano invece una flessione l'energia (-4,2%) e i beni strumentali (-2,6%). Per quanto riguarda i settori di attività economica, a ottobre 2013 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+14,9%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+9,0%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori dell'attività estrattiva (-13,2%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-11,4%), delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (-6,4%). |
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martedì 10 dicembre 2013
Su questi dati occorre lavorare. Non il....o la va o la spacca di Grillo il fanatico ignorante.
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