lunedì 9 dicembre 2013

Di questi eroi non sei degno Generale Pound. Lascia stare Ambrosoli e Borsellino che se fossero vivi ti caccerebbero a calci nel sedere. Tu sei un pagliaccio e tra qualche anno né di te né dei grillini talebani si ricorderà più nessuno.

Grillo: "Gli eroi? Questo popolo non li ama". Primarie Pd? "2 

euro per farsi prendere per il culo"

Ambrosoli, Borsellino, Livatino, Mattei: il comico genovese pubblica sul suo blog il consueto calendario dei 'Santi laici'. Attacco al popolo ma anche allo Stato: "Assente e cialtrone". Mentre in un altro post critica gli elettori del Partito democratico
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ROMA - Beppe Grillo, come ogni anno, rende omaggio a quei personaggi che hanno sacrificato la propria vita per il bene dell'Italia. Ma lo fa a modo suo: attaccando a tutto campo, dallo Stato ai cittadini. Il leader del Movimento 5 Stelle pubblica sul suo blog il calendario dei 'Santi laici' 2014 ed è subito polemica.

Paolo Borsellino, Giorgio Ambrosoli, il 'giudice ragazzino' Rosario Livatino, Enrico Mattei. Questi i simboli scelti quest'anno da Grillo per rappresentare l'impegno sociale e l'amore per il nostro Paese. Ma il commento all'elenco è amaro: "Chi glielo ha fatto fare?", si domanda il comico genovese, soprattutto a fronte di uno "Stato assente e cialtrone" e di un popolo che "non ama gli eroi".

"Borsellino - scrive il leader Cinquestelle - sapeva del tritolo arrivato dal continente. Tritolo uscito dagli arsenali militari. Sapeva della trattativa stato-mafia. Era impallidito quando nell'ufficio dell'allora ministro degli interni mancino aveva incontrato contrada. E chi 'glielo ha fatto fare' - continua - ad Ambrosoli di farsi ammazzare davanti a casa da un mafioso americano inviato da Sindona? Il banchiere preferito da Andreotti, protetto dalla P2 e dal Vaticano? Ambrosoli sapeva di dover morire. Scrisse una lettera testamento alla moglie. Ai suoi funerali, le esequie di uno dei pochi uomini con la schiena dritta nell'Italia del dopoguerra, non partecipò nessuna carica dello stato".

E ancora: "Mattei è esploso con il suo aeroplano. Anche lui era a conoscenza della morte che lo attendeva ogni giorno. Gli successe Cefis, il fondatore della P2. Livatino, poi, aveva ricevuto minacce e girava senza scorta, non se ne curava. Fu massacrato da quattro sicari".

"Cosa si prova- sottolinea Grillo- a sapere di dover morire con i colpevoli che ti sopravvivono e spesso fanno carriera grazie al tuo assassinio? Chi 'te lo fa fare' di lasciare la tua famiglia senza un sostegno, privata per sempre di un marito e di un padre, e vedere glorificati politici come lo 'statista' Andreotti pluri presidente del Consiglio, di cui Enrico letta è un ammiratore, che di Ambrosoli disse 'che se l'era cercata?".

E conclude con l'affondo ai suoi connazionali: "Gli eroi non piacciono agli italiani, gli ricordano la loro indifferenza, la loro frequente vigliaccheria nei confronti del potere. Vivi e lascia vivere, mio nonno è morto a cent'anni perchè si faceva i cazzi suoi. I nostri eroi, troppi, sono per ora morti invano, celebrati nelle ricorrenze. In prima fila sempre i collusi, gli omertosi e i politici. Alla domanda 'chi glielo ha fatto fare?' Io non trovo risposte, ammiro il loro coraggio, la loro indipendenza, la loro determinazione, lo spirito civico, ma forse per questo popolo non ne valeva la pena".

Ma, in una altro post, dal titolo "Ancora, Pd prendimi per il culo, ancora" Grillo non risparmia critiche neanche alle primarie per la segreteria del Partito democratico che hanno incoronato Matteo Renzi: "La capacità di parte degli italiani di farsi prendere
 
 
per il culo - dice - è inimmaginabile. Il pdmenoelle (come chiama il Pd) ha incassato insieme agli altri partiti due miliardi e trecento milioni di finanziamenti illegali, bocciati da un referendum. E ora non è sazio ancora di elettori masochisti, ancora. Due euro per votare ancora. Per farsi prendere per il culo ancora". Un messaggio, il suo, accompagnato da un video in cui le foto dei tre candidati alla segreteria vengono colpiti con delle uova e poi ridotti in poltiglia.

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