PARMA - CAPITALE&LAVORO
Pizzarotti dichiara guerra ai sindacati
Il sindaco toglie l'integrativo ai dipendenti comunali: «Via le organizzazioni, tratto con voi». Dopo i tagli agli stipendi del 2012, nonostante le promesse, è arrivata la decurtazione anche per il 2013. La Cgil: «E' peggio di Marchionne»
La «rivoluzione grillina» travolge il Comune di Parma, dove è guerra aperta tra i sindacati e il primo cittadino del Movimento 5 Stelle, Federico Pizzarotti. Il sindaco, fiore all'occhiello del moVimento fondato da Beppe Grillo, e suo ariete nello «sfondare» le porte delle istituzioni (ha aperto la strada prima verso la Sicilia e poi fino al Parlamento), si è scontrato con i dipendenti comunali, che dopo un braccio di ferro di vari mesi, giovedì scorso sono scesi in piazza. Ed essendo andato a incontrarli, fuori dal municipio, si è trovato al centro di una selva di fischi e addirittura anche di qualche «Vaffa» (chi di spada ferisce...). Pizzarotti non si aspettava un'accoglienza simile, anche perché nella battaglia per l'integrativo che ci disponiamo a raccontare, aveva anche tentato di «scavalcare» il sindacato, per parlare direttamente con i lavoratori. E in effetti, un mese e mezzo fa, racconta la Cgil, si era tenuta a Parma un'animata assemblea in cui il primo cittadino si era impegnato di fronte ai dipendenti del Comune (e in assenza dei funzionari di Cgil, Cisl e Uil, non invitati) a non operare tagli pesanti sui loro integrativi. Probabilmente i lavoratori gli avevano dato un'apertura di credito, ma poi anche la busta paga di febbraio - come d'altronde già quella di gennaio -si è rivelata pesantemente monca. Ma cosa è successo esattamente negli ultimi mesi? Ce lo racconta Sauro Salati, segretario della Fp Cgil di Parma. Ieri abbiamo anche cercato Pizzarotti, o un suo portavoce, ma dalla segreteria del sindaco non siamo riusciti a raggiungerli, nonostante diversi tentativi delle addette dell'ufficio. Parma, come si sa, è stata al centro negli ultimi due anni di diversi scandali e tracolli finanziari: il Comune, rovinato sotto l'amministrazione di centrodestra, è stato prima commissariato, e successivamente ha visto la vittoria del primo sindaco «grillino». In tutta questa confusione, i lavoratori del Comune - i cui stipendi base, come in tutta Italia, sono congelati dal 2010 - si sono comunque dati da fare. Aspettando un accordo per l'erogazione dell'integrativo 2012 che è arrivato soltanto nel dicembre scorso.«Abbiamo ampliato le classi delle materne per accorciare le liste di attesa - racconta Salati - I vigili urbani hanno accettato, nonostante fossero sotto organico, di fare anche i turni notturni. Abbiamo creato, caso quasi unico nel Paese, uno Sportello unico al servizio dei cittadini, dove puoi chiedere dalla carta di identità ai documenti per le imprese. A dicembre abbiamo accettato, viste anche le difficoltà obiettive del Comune, un taglio al fondo del nostro salario accessorio da oltre 900 mila euro a quasi 600 mila. Il che ha significato già pesanti tagli alle buste paga. Ma al tavolo prima di Natale, la segretaria generale del Comune si è impegnata a garantirci che anche per il 2013 i lavoratori non avrebbero perso l'integrativo». Promessa mantenuta? Manco per idea.«I lavoratori - continua Salati - hanno proseguito nell'erogare servizi di eccellenza, mentre Parma ha dovuto pagare il massimo dell'Imu, dell'imposizione Irpef, e diverse rette e tariffe sono aumentate. Mentre alcuni servizi venivano tagliati: ad esempio alle materne è stato deciso il taglio di 88 posti, nonostante il nostro impegno. Ebbene, comunque a gennaio è arrivata la doccia fredda: le buste paga dei lavoratori erano tornate al contratto nazionale base, perdendo ciascuno di loro dai 30-40 euro mensili a 150 e oltre».E sì, da gennaio a oggi (a marzo la busta paga sarà quasi certamente ugualmente decurtata) qualcuno dei dipendenti ha perso fino a 600 euro: chi ha perso meno, si aggira sui 150 euro. E Pizzarotti? Il sindaco ha deciso di non siglare nuovi integrativi con il sindacato: alle riunioni, le delegazioni del Comune hanno presentato cifre molto basse per il rinnovo, «irricevibili» secondo la Cgil, scendendo dai già decurtati 600 mila euro del 2012 a qualcosa inferiore ai 200 mila. Non sono state fatte cifre ufficiali, ma insomma stiamo là. Alla rottura del tavolo, e alla protesta indetta da Cgil, Cisl e Uil - «sempre con il mandato dei lavoratori», tiene a sottolineare il segretario Fp Cgil Salati - Pizzarotti, in pieno stile «grillino», il giorno del corteo e dei fischi ha preso carta e penna e ha scritto direttamente ai dipendenti comunali, annunciando che comunque prima o poi un integrativo arriverà. Ma, pare di capire, il sindaco vuole ripetere l'esperienza dell'assemblea con i lavoratori, senza i sindacati. Protesta la Fp Cgil, con il segretario nazionale Federico Bozzanca: «Esautorare i sindacati è un atto autoritario, nel solco della linea ideologica del M5S espressa dagli anatemi di Grillo. Stupisce che il sindaco Pizzarotti chieda di interloquire direttamente con i lavoratori senza i sindacalisti, esautorando perfino le Rsu elette dai lavoratori. Un atteggiamento che fa concorrenza al peggior Marchionne».
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