Luigi Di Maio a Repubblica Tv: «Renzi vuole una Rai a sua immagine e somiglianza»
Il vicepresidente della Camera attacca il Presidente del Consiglio sulla vicenda Rai: «Paura che il palinsesto possa fare perdere consenso, forse?». E sui migranti: «Se l'Europa non interviene teniamoci i soldi e facciamo da soli»
«La reazione del Pd sulla Rai è una reazione di debolezza. Hanno paura che il palinsesto possa fare perdere consenso, forse? Renzi vuole una Rai a sua immagine e somiglianza». Queste le parole di Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera del Movimento 5 Stelle, ospite a Repubblica Tv.
RAI, LUIGI DI MAIO CONTRO MATTEO RENZI: «HA PAURA DI PERDERE CONSENSO?»
Di Maio ha lanciato il suo attacco al Presidente del Consiglio partendo dal caso Rai e dalle dichiarazioni di esponenti di maggioranza in Commissione di Vigilanza: «Hanno paura che il palinsesto possa fare perdere consenso, forse? Perché se la tv dice: Non hai abolito le province ma hai tolto gli elettori e ora costano più di prima, come dice la Corte dei conti, allora forse perdi il tuo consenso elettorale». E per quanto riguarda la presenza dei partiti in seno alla televisione pubblica, Di Maio è apparso alquanto critico: «Via i partiti dalla Rai, lo avevamo detto. Poi Renzi ha deciso di votare il cda con la legge Gasparri che lui stesso aveva criticato. Invece di prendere un amico abbiamo scelto una persona che può vantare un curriculum e che non si sognerebbe mai di prendere mai un ordine da noi. Se lo immagina Freccero che dice ‘Sì signori’? Ecco la nostra garanzia di indipendenza. Non certo lo spin doctor di Casini, come ha fatto qualcun altro».
LUIGI DI MAIO: «NOI DEL MOVIMENTO SIAMO IN CARNE E OSSA, NON SOLO SU UN BLOG»
I sondaggi continuano a mostrare un Movimento 5 Stelle, che domani 3 ottobre compirà 5 anni, in piena salute, merito anche del lavoro di deputati e senatori. Luigi Di Maio spiega che per loro «Essere una forza di governo significa aiutare a risolvere i problemi dei cittadini ascoltando chi vive quei problemi. Ascoltare e poi legiferare. Siamo un movimento giovane. E siamo in carne e ossa, come vede mi può toccare, non siamo solo quelli della rete sul blog».
«I MINISTRI DEL MOVIMENTO? PERSONE COMPETENTI ED ESPERTI DI PROBLEMI. NO AI TAGLI CON LE CALCOLATRICI»
A proposito di persone, Luigi Di Maio viene messo davanti ad un importante quesito: quali ministri sceglierebbe il Movimento 5 Stelle nel caso dovesse andare al governo? Il viceministro della Camera risponde così: «il cosa non il chi. Personalità eminenti, certo, che abbiano però l’esperienza e per esperienza intendo quella della vita di tutti i giorni. La mia squadra di governo la immagino fatta di persone competenti nella materia, ma esperte dei problemi quotidiani. Non si fanno i tagli con la calcolatrice come hanno fatto i tecnici. La gente non va più a votare perché non pensa più di influire nel cambiamento con il proprio voto. E invece un cittadino, se paga le tasse, deve influire nelle scelte di come si spendono queste tasse. Bisogna avere la sensibilità di ascoltare e poi voler cambiare le cose. È il metodo: se prima ascolti, poi puoi cambiare».
«SI AL REDDITO DI CITTADINANZA ED AL SOSTEGNO ALLE IMPRESE»
Capitolo programmi. I due punti fermi del Movimento 5 Stelle, continua Luigi Di Maio, sono il reddito di cittadinanza e gli aiuti alle imprese: «Sostenere chi non ha il lavoro e chi lo da. Questo deve essere l’ultimo anno in cui l’Italia non ha il reddito minimo di cittadinanza. Servono 17 miliardi per 9 milioni di italiani. Questa mattina, prima del videoforum, ha scritto su Twitter e Facebook: “Oggi è il 2 ottobre, la festa dei nonni. Sarebbe stata la giornata ideale per aumentare le pensioni minime oltre la soglia di povertà sancita dall’Istat, portandole tutte a 780 euro al mese. Questa norma è contenuta nella nostra legge sul reddito di cittadinanza. Faremo di tutto perché sia l’ultimo 2 ottobre senza questa misura di modernità». Per Luigi Di Maio la proposta non si limita solo a dare soldi agli italiani in difficoltà. Questi dovrebbero impegnarsi per “meritarsi” tale denaro: «Noi abbiamo studiato la legge sulla base di quelle che ci sono negli altri Paesi europei, ma non voglio assolutamente che diventi qualcosa di cui approfittarsi. Saranno obbligatori corsi di formazione e 8 ore al giorno di lavori di pubblica utilità. I soldi ci sono. Abbiamo visto come tagliandoci gli stipendi siamo riusciti a finanziare 250 imprese».
«MIGRANTI, SE L’EUROPA NON CI AIUTA CI TENIAMO I SOLDI E FACCIAMO DA SOLI»
Luigi Di Maio parla anche di immigrazione e ne approfitta per lanciare una nuova stoccata, questa volta all’indirizzo di Bruxelles: «Gli italiani non ne possono più perché vedono questo fenomeno sfruttato come un business. Uno scandalo ma anche uno schifo perché sui disperati si faceva lucro. Noi siamo stati i primi a proporre la modifica del Trattato di Dublino, anche perché se l’Europa non ci aiuta allora dovremmo tenerceli noi i miliardi e ce li spendiamo da soli per gestire i flussi migratori».
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«DI PIETRO CANDIDATO A MILANO? NO, HA FATTO DUE MANDATI»
Per quanto riguarda le candidature alle prossime elezioni, Luigi Di Maio chiude la porta ad un’eventuale designazione di Antonio Di Pietro a Milano. Bisogna rispettare le regole: «non ha i requisiti, ha già fatto due mandati ed è stato una eternità nelle istituzioni. Se si inizia a derogare si finisce come il Pd che aveva la regola dei 3 mandati salvo eccezioni e poi le eccezioni sono diventate piu’ della regola». Perché le regole sono semplici: essere incensurato, avere la residenza nel posto in cui ci si candida, tagliarsi lo stipendio. Alleanze, non pervenute. La base? Ancora la rete, con una piattaforma che deve però essere ancora realizzata «ma ci stiamo lavorando».
«DOPO BEPPE GRILLO? IO DO’ IL MIO CONTRIBUTO»
Un giorno Beppe Grillo dovrà necessariamente “abdicare”. Il suo successore sarà Luigi Di Maio? L’interessato nega: «Lui ha fatto un movimento per buttare giù quelli che facevano i politici di professione. Oltre 1.500 cittadini dei 5 Stelle sono entrati in politica nelle nostre liste non perché avevano conoscenze, ma perché volevano provare davvero a cambiare le cose. Non voglio derubricare la questione ‘Di Maio leader’. Dovevo essere incoronato ma i fatti poi hanno smentito anche perché le monarchie, per fortuna, non ci sono più in Italia. I sondaggi lasciano il tempo che trovano, io sono contento di dare il mio contributo ma quando sceglieremo il candidato, non sarà un leader».
APPUNTAMENTO A IMOLA IL 17 E 18 OTTOBRE
Intanto, pensando al futuro prossimo, il 17 e 18 ottobre a Imola il Movimento 5 Stelle accoglierà militanti e curiosi in quel di Imola. Un evento presentato così da Luigi Di Maio: «Un’occasione per chi non ci vota. Ci saranno tante agorà. Ascolteremo i cittadini che vogliono discutere un tema del nostro programma. Essere forza di governo, vera e seria, significa individuare le soluzioni ascoltando prima di tutto chi vive quei problemi, diversamente da quello che da il presidente del Consiglio».
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