Sondaggi, perché il Pd risale e Salvini si imballa
Una nuova rubrica settimanale per orientarsi meglio nel mondo della politica, tra i numeri dei sondaggisti e le mosse dei partiti
Scorrendo gli ultimi sondaggi e parlandone con gli esperti in questa rubrica proviamo a farci strada col nostro tom tom fra gli orientamenti politici dell’elettorato. Tenendo conto che servirebbe un navigatore anche per andare da un sondaggio all’altro. Comunque sia, ci proviamo.
=== ANDARE DRITTO ===
La strada principale per forza di cose è “viale Pd”. Dove, con il risultato delle regionali, l’ansia per il montare del problema-immigrazione, il pasticcio comunicativo sugli insegnanti, si erano spalancate alcune buche pericolose. Passata l’estate, il viale Pd è tornato più liscio e piano piano sta tornando sgombro. Il partito di Renzi, negli ultimi giorni, è tornato a crescere nel gradimento degli italiani, sfiorando o per alcuni istituti superando, anche nettamente, la famosa “quota Veltroni” (33,2). Di pari passo – probabilmente anzi ne è la causa – migliora il giudizio sull’operato del governo e la fiducia nel premier.
Secondo noi questo accade soprattutto per due ragioni: un contesto economico più positivo, con conseguente – seppure relativa – crescita della fiducia; e per il dileguarsi degli spettri di crisi dopo l’accordo nel Pd sulla riforma del Senato. Sarà anche vero che il merito del ddl Boschi non interessa le masse: e tuttavia se c’è una cosa che la gente proprio non sopporta è la litigiosità che conduce alla paralisi.
=== TRA UN CHILOMETRO SVOLTARE A SINISTRA ===
Tutti gli analisti concordano sul fatto che nel Paese c’è una larga fascia di persone che si sentono in difficoltà, escluse, povere, prive di tutele e via dicendo. La paura c’è eccome. Questa paura si esprime politicamente nella voglia di voto di protesta. Dentro quest’area elettorale c’è un’ampia zona di elettori in bilico fra la rabbia e la speranza (il derby che Renzi ha varie volte indicato). Per il Pd forse si tratta di (ri)parlare a questa fascia con parole d’ordine e realizzazioni di governo di carattere più “sociale”. Sul piano economico più che su quello, pur importante, dei diritti. Sui tempi medi-lunghi, il premier-segretario del Pd dovrebbe tenere insieme la credibilità acquisita presso i moderati con una nuova capacità di recupero su aree di sinistra tuttora incerte.
=== STRADA SBAGLIATA, RICALCOLA PERCORSO ===
L’automobile di Salvini si è imballata. Ha difficoltà a superare la fatidica soglia del 15%. “Via della Lega Nord” improvvisamente si è fatta scoscesa. Secondo l’Ipsos è notevole la caduta di fiducia nel capo leghista, tallonato ormai da Giorgia Meloni. Dopo la folle corsa dei mesi scorsi è come se la macchina leghista avesse perso la strada: il bau bau sull’immigrazione funziona di meno. Strategicamente, verso il centro è impossibile andare, stante le caratteristiche del suo leader e la natura delle sue parole d’ordine; e a destra la situazione appare troppo ingarbugliata, anche perché negli ultimi giorni la fuga da Forza Italia appare segnata più dall’attrazione fatale per Renzi (sotto l’ala dell’Ala verdiniana) che non dalla voglia di mettersi al riparo della Lega. Ecco perché Salvini deve ricalcolare il suo percorso.
=== TORNARE INDIETRO ===
L’asfalto del Movimento Cinquestelle è sempre scivoloso. Possibile che i sondaggisti, scottati dalla terribile sottovalutazione del M5S alle politiche 2013, tendano ora a sopravvalutarli, come pure è probabile che gli intervistati esprimano di getto un consenso a Grillo che naturalmente non va confuso con il reale consenso elettorale. Malgrado questa premessa, le ultime rilevazioni segnalano a “Piazza delle Cinque Stelle” una frenata del Movimento: qualche punto decimale in meno nelle ultime settimane, sia secondo Ipsos che secondo Swg. Pur essendo molto forti nel centro-sud e in alcune grandi città, a partire da Roma, i grillini devono un po’ ripensare se stessi, fermarsi ai box e darsi un profilo e una leadership credibili: da questo punto di vista la popolarità di Di Maio è ancora tutta da acquisire.
=== STRADA SENZA USCITA ===
Completamente avvolta nella nebbia la “Circonvallazione Est”, la strada della sinistra più radicale. Non bastano nemmeno i migliori fari anti-nebbia per destreggiarsi fra Possibile, Sel, Coalizione sociale, Fassina e altri cespugli neocomunisti. Al momento sarebbe meglio spegnere il motore, sgranchirsi le gambe e prendere qualcosa al primo bar aperto.
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