Non c'è nessun complotto dietro il visto negato a Salvini
L'Abuja City Gate ad Abuja, capitale della Nigeria. Immagine via Wikimedia Commons
Come forse saprete—visto che se ne sta parlando molto in queste ore, con il solito corredo di battutine argute—domani Matteo Salvini sarebbe dovuto partire per la Nigeria, ma resterà in Italia perché gli è stato rifiutato il visto d'ingresso nel paese.
"Era tutto pronto," ha detto il leader della Lega Nord ai microfoni di Radio Padania, "e invece non si parte. La cosa assurda è che vengono in migliaia qui come clandestini e poi noi... non possiamo andare in certi paesi." "I nigeriani non avevano capito che volevamo portare lì sviluppo e investimenti," ha aggiunto Salvini, dopo aver raccontato di aver fatto la vaccinazione contro la febbre gialla ed essere anche rimasto due giorni a letto.
Salvini ha poi espresso la sua frustrazione per la vicenda anche attraverso la sua pagina Facebook: "La Nigeria nega l'ingresso ad una delegazione di amministratori, giornalisti e imprenditori italiani che volevano aiutare quel Paese. Mentre in Italia entra chiunque, anche senza documenti, spesso per rubare. Il mondo al contrario," ha scritto.
Molti commentatori della pagina di Salvini sono stati subito pronti a vedere una motivazione politica dietro al mancato ottenimento del visto per il loro leader: "C'è sicuramente lo zampino del nostro ministro dell'integrazione che ha fatto pressione per impedire la trasferta in Nigeria," oppure "Il visto è stato negato su pressioni del nostro governo, sarei curioso di sapere le motivazioni," si legge in alcuni commenti.
Ma a dire il vero sembra parecchio improbabile che le cose stiano così: è infatti più facile che si sia trattato di un errore burocratico o che la decisone del consolato nigeriano sia stata dettata da altri motivi—in primis di sicurezza, visto che la Nigeria è un paese considerato ad alto rischio dalla Farnesina, che "raccomanda di limitare allo stretto necessiario i viaggi nel paese" a causa dell'attività di Boko Haram e per l'alto rischio di sequestri di persona.
Nel tentativo di scoprire la verità ho cercato di contattare l'Ambasciata della Nigeria in Italia, ma non ho ricevuto risposta. Allora mi sono rivolto a S.g.p.a Servizi e Zama World Visa, due agenzie che si occupano di visti, per capire almeno quali sono di solito le motivazioni che portano al rifiuto di un visto.
Secondo i primi, molto probabilmente si è trattato di un vizio di forma, di "un errore nella compilazione della documentazione o di documentazione mancante" che ha portato al mancato rilascio del visto. Una questione prettamente formale e burocratica, insomma. "Nella richiesta per un visto, alcuni paesi pongono delle domande particolari che possono trarre in inganno. Ad esempio, per entrare in India viene chiesto se si hanno parenti pakistani, e molti italiani non rispondono pensando che la domanda non sia rivolta a loro. E così facendo rischiano di vedersi negato il visto."
Se davvero è andata così, a Salvini basterebbe rifare domanda "presentando la documentazione mancante" per vedersi accordato il visto d'ingresso in Nigeria.
Secondo Zama World Visa, invece, potrebbero esserci altri motivi dietro la decisione del console nigeriano di negare il visto a Salvini. "Non capita quasi mai che il visto venga rifiutato," mi ha detto un impiegato dell'agenzia con cui ho parlato. "Quando capita, di solito è perché il console non è soddisfatto della documentazione allegata oppure ritiene che la motivazione del viaggio non sia congrua. Ma questo sicuramente non è il caso, visto che Salvini è una persona nota e il motivo del viaggio era abbastanza chiaro."
In questo caso, la decisione del console nigeriano potrebbe essere stata motivata da due fattori—l'assenza di un invito ufficiale e le preoccupazioni per la sicurezza del leader leghista.
"Non so adesso che documenti siano stati presentati, ma se [Salvini] avesse avuto un invito da un'autorità politica nigeriana difficilmente il console avrebbe potuto rifiutare. Se gli hanno rifiutato il visto è perché non aveva un invito. C'è anche da considerare il problema della sicurezza: la Nigeria è un paese molto pericoloso, praticamente in uno stato di guerra civile, e ci sono stati diversi casi di rapimenti a danno di occidentali."
Probabilmente Salvini non aveva preso le dovute precauzioni di sicurezza, come l'avere qualcuno sul posto a guidarlo e a dirgli dove andare e dove non andare, e il console ha ritenuto di non dover autorizzare il suo viaggio. Anche perché "nel caso gli fosse successo qualcosa, la responsabilità sarebbe stata del console che aveva emesso il visto."
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