Francesco, pensaci tu!
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Sembra di stare in un mondo rovesciato, è come indossare una maglia al contrario. Dove si pensa più agli interessi di parte che al bene comune, più all'interesse personale che al bene collettivo. Si parla di pace ma si vuole la guerra, si parla di accoglienza, ma si rifiutano i migranti, si parla di dialogo e si vive la conflittualità. Mi verrebbe da dire Francesco pensaci tu!
Ritrovo attuale la motivazione per la quale il Parlamento con una legge riconosce il 4 ottobre come Festa di San Francesco: "giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse" e invita soprattutto "le scuole di ogni ordine e grado" a organizzare "cerimonie, iniziative e incontri dedicati ai valori universali". Credo che i giovani, molti li immaginano come bottiglie da riempire, sono invece lampade accese che con la loro luce questo mondo lo vorrebbero più illuminato da gente capace di prendere decisioni sagge e giuste.
Il Parlamento, con questa legge, invita le giovani generazioni a riflettere su fondamenti di pace, fraternità e dialogo. Ma come possiamo far riflettere i giovani se la nostra società è affollata di "maestri" e povera di "testimoni"? Sono attualissime le parole di Paolo VI: "la nostra società non ha bisogno di maestri, e se crede ai maestri è solo perché questi sono testimoni".
E' necessario aspirare alla pace in una società in cui soffiano venti di guerra. I raid aerei in Siria forse sono solo l'incipit e l'Italia cosa farà? Gli italiani cosa faranno? I giovani manifesteranno la loro voglia di pace e democrazia?
Il momento drammatico che le nostre famiglie stanno vivendo, ci invita ad aprire, in nome della fraternità, le porte delle frontiere, delle case, delle parrocchie e soprattutto il cuore.
Ad Assisi si accende, il 4 ottobre, la lampada sulla tomba di San Francesco, dove si incontreranno due visioni molto diverse sul tema dell'accoglienza ai migranti: quella del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e quella del governatore Roberto Maroni. Mai come questa volta, ai piedi dell'Assisiate, si è chiamati a trovare un punto di responsabilità comune per far si che l'accoglienza non diventi una "bandiera", ma una realtà concreta. La speranza è che sia ancora Francesco a compiere l'ennesimo miracolo.
Per non parlare della conflittualità politica mondiale che si consuma forte con fuoriuscite e schiacciamenti totali del dialogo e del confronto pacifico. Viviamo in un eterno talk show rincorrendo lo share. Il dialogo dovrebbe rafforzare le relazioni in politica, in famiglia, in casa, al lavoro e per strada. Al giorno d'oggi abbiamo tutto, ma manca la capacità di stare l'uno accanto all'altro e di comprendersi vicendevolmente.
Davanti a tutto questo, davvero il mondo sembra al rovescio. Francesco di Assisi è un faro che non abbaglia ma orienta, un modello sempre più attuale. E non è un caso che davanti a tutto questo, Papa Francesco venga chiamato, forse "inappropriatamente", ma giustamente "President of the world". Ecco perché mi sento di dire: Francesco pensaci tu!
Davanti a tutto questo, davvero il mondo sembra al rovescio. Francesco di Assisi è un faro che non abbaglia ma orienta, un modello sempre più attuale. E non è un caso che davanti a tutto questo, Papa Francesco venga chiamato, forse "inappropriatamente", ma giustamente "President of the world". Ecco perché mi sento di dire: Francesco pensaci tu!
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