martedì 29 settembre 2015

Salvini in Italia in due mesi riesce a portare in tribunale una persona perbene perché appartiene alla casta. In Nigeria è uno tra tanti.

Il console della Nigeria smentisce Salvini sul visto

Aveva detto: «Mi negano il permesso». L'ambasciata di Roma a Lettera43.it: «Macché, trattato come tutti».

29 Settembre 2015Share on facebook
Respinto senza appello.
Come del resto vorrebbe fare lui con i clandestini che sbarcano sulle coste italiane.
Ma stavolta non c'entrano politiche sull'immigrazione o xenofobia. Solo burocrazia e ritardi.
Ha fatto notizia il 'blocco' della Nigeria al leader della Lega Nord Matteo Salvini, che il 28 settembre a Radio Padaniaaveva detto di essere stato costretto a rinunciare al suo viaggio nel Paese africano perché non gli era stato concesso il visto.
«ATTENDIAMO RISPOSTE». Peccato che la versione di Abdulkareem Adaji, console all’Ambasciata nigeriana a Roma, smentisca tutto: «Non è vero che abbiamo negato il visto all’europarlamentare Salvini», dice a Lettera43.it, «quello che lui ha raccontato alla stampa italiana non è la verità. Ha mandato l’application con i documenti, noi abbiamo avviato la procedura e stiamo aspettando la risposta da Abuja (capitale della Nigeria, ndr)».
«TRATTATO COME TUTTI». Quindi la colpa sarebbe solo del leghista, pigro nel presentare tutte le carte nei tempi previsti.
«Non spetta a me commentare le idee politiche del deputato Salvini, né la sua posizione sull’immigrazione», ha aggiunto Adaji, «quello che posso assicurarle è che i nostri uffici lo hanno trattato come un qualsiasi altro cittadino. Se vuole, può parlare con il nostro ambasciatore che vi confermerà quanto vi ho detto e potrà eventualmente approfondire la questione».

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