Stampa
ROMA - Beppe Grillo ritwitta i 140 caratteri con insulti omofobi di un account twitter che aveva ripreso la polemica sui 10 mila euro da baby pensionato di Nichi Vendola. Ma il leader M5s ha provveduto subito a cancellare il suo tweet. L'ex presidente della Puglia andrà in pensione a fine mese all'età di 57 anni con una pensione di circa cinquemila euro lordi, per gli incarichi ricoperti in Regione per dieci anni. A questi cinquemila euro si sommano i 198mila euro annui (sempre lordi) di indennità di fine mandato. Sia il vitalizio che l'indennità erano stati aboliti dallo stesso Vendola nel 2012. La polemica era stata rilanciata in rete dagli stessi Cinque stelle.

Beppe Grillo ha attaccato Vendola anche sul suo blog, raffigurandolo in versione bebé, con tanto di ciuccio e tutina celeste. E scrive: "Dopo anni di lotte a favore dei lavoratori passati tra i banchi di Montecitorio e la buvette della Camera, dopo migliaia di chilometri macinati nelle auto blu finalmente il compagno Vendola è giunto alla pensione. Alla veneranda età di 57 anni e dopo ben dieci anni di contributi versati come governatore della Puglia Baby Vendola, si trova ora a dover vivere con soli 5.618 euro lordi al mese. Avrebbe dovuto averli tra tre anni  ma fortunatamente grazie a una legge regionale gli è stato possibile cominciare ad incassare subito. Con una pensione da fame come questa arrivare a fine mese sarebbe difficile per Baby Vendola, se non avesse anche un assegno di fine mandato di 198.000 euro dopo dieci anni come governatore della Puglia. I lavoratori che hanno votato Baby Vendola per anni gli augurano la migliore vita possibile, in attesa della loro pensione minima a 66 anni o con 42 anni di contributi".

Cancellare il tweet è servito a poco perché le reazioni al commento omofobo sul social network sono state immediate. E il Pd ha lanciato l'hashtag #omofoBeppe. Il sottosegretario alle riforme costituzionali Ivan Scalfarotto scrive: "Ecco perché il M5s non ha votato la legge sull'omofobia. Temevano la galera".

Nichi Vendola risponde a Grillo sul suo vitalizio: "Se fossi ricco come Beppe Grillo volentieri rinuncerei al vitalizio. Sono stato eletto deputato in cinque legislature e presidente di regione per due legislature e tutti sanno che non mi sono arricchito e che non ho rubato. Sono orgoglioso del fatto che la mia sia l’unica regione non coinvolta in rimborsopoli. Il mio partito si è battuto sempre e in ogni sede contro tutti i privilegi. La Puglia ha abolito i vitalizi a partire dal 2013. Ricordo a tutti, però, che il trattamento economico degli eletti nelle istituzioni, ciò che oggi appare appunto come privilegio, è stato concepito come una barriera alla corruzione degli stessi: ora vedo che il mio vitalizio fa più scandalo delle tangenti a Galan! E osservo con tristezza il fatto che ai comici miliardari continua a dare scandalo pure il mio orecchino… Credo che si capisca quanto questa effervescente polemica contro di me sia null’altro che l’ennesimo linciaggio di chi pensa che la lotta politica non sia combattere le idee, ma denigrare le persone. Faccio politica ormai da oltre quarant’anni e devo dire che l’unica cosa a cui non mi rassegno è la barbarie".