domenica 24 marzo 2013

Abbiamo eletto al senato ed alla camera degli emeriti incapaci. Fanno finta di non sentire quello che tutti i giorni dichiara il loro Generale. Sanno che se dicono solo una parola diversa dal Generale tornano a casa per sempre a proseguire la loro grigia vita.


La lezione di stile di Laura Boldrini a Beppe Grillo

Beppe Grillo è tornato nuovamente ad attaccare Laura Boldrini, presidente della Camera, e Piero Grasso, presidente del Senato. Non avendo altro argomento da spendere per ricompattare i suoi, il comico continua ad insistere che siano delle foglie di fico, per altro nominati da Bersani e Vendola, quindi non democraticamente eletti.
Verrebbe da dire, da che pulpito: le espulsioni di Tavolazzi, di Favia e della Salsi sono state decise “democraticamente” da qualcuno? No. I commenti negativi (circa 2500) al suo post in cui minacciava le espulsioni dei senatori dissidenti, sono stati cancellati dopo votazione “democratica”? No. Il regolamento delle parlamentarie a 5 stelle è stato redatto “democraticamente”? No. Idem per il codice di comportamento, il non-statuto e via discorrendo.
Senza contare che Claudio Messora e Daniele Martinelli, responsabili della comunicazione (stesso stipendio dei parlamentari), sono stati “democraticamente eletti”? No, anzi, Martinelli, dopo essere stato trombato già due volte alle elezioni con l’IDV, è stato trombato pure alle parlamentarie (ipse dixit a Gad Lerner).
Ma veniamo ora alla sfida che Beppe Grillo aveva lanciato alla Boldrini e a Grasso, a proposito del dimezzamento del proprio stipendio. Laura Boldrini ha pubblicato sulla sua pagina facebook il documento ufficiale con cui informa il segretario generale della camera che:
  1. intende rinunciare all’uso dell’alloggio di servizio e al rimborso delle spese accessorie di viaggio e telefoniche;
  2. chiede il dimezzamento dell’indennità di funzione e del rimborso spese per l’esercizio del mandato (e ai rimborsi forfettari);
Notare che, ad oggi, non pare essere pervenuta alcuna richiesta in tal senso al Segretario Generale, per quanto riguarda i deputati grillini, che finiranno per percepire, nonostante il dimezzamento annunciato della diaria, comunque più di 11mila euro (contro i 13mila di tutti gli altri deputati).
Ma il bello deve ancora venire. Mentre la presidente della Camera va al Quirinale a piedi (mentre Grillo & co. si sono presentati in furgone nero, vetri oscurati), scorta ridotta all’osso e va alla mensa dei dipendenti di Montecitorio, pagandosi il pranzo per intero, cosa fanno i parlamentari a cinque stelle? Ma certo, vanno al ristorante della Camera, pagando 15 euro, a fronte di oltre 120 euro di pranzo (90 euro a carico dei contribuenti).
Sgamati da Chi e immortalati in un eloquente foto, uno di loro, Adriano Zaccagnini, “confessa” su Facebook e chiede ammenda “Ammetto il mio errore e sono pronto a restituire la parte eccedente del conto, che non ho pagato“. E la scusa è che non sapeva “che in quel ristorante di lusso la quota a carico del deputato è di 15 euro ed il resto del conto, probabilmente 80-90 euro, è a carico dei contribuenti. In totale sono stato a mangiare lì tre volte, a 15 euro a pasto, quello che manca lo pagherò con il mio stipendio, pensavo che in quel ristorante si risparmiasse in confronto a un locale del centro di Roma“.
Ma come? Era uno dei pezzi forti del libro di Stella e Rizzo del 2007! Sbandierato nelle piazze anche dal capo Beppe! Loro non sapevano, poverini…
Di questo fatto, però, sul blog di Grillo non c’è traccia. Nessuna scusa in pubblico, niente di niente. Però continua, imperterrito, ad attaccare Laura Boldrini e Piero Grasso. E del referendum online sulla decisione se fare o meno un governo col PD per cambiare legge elettorale e fare quella sul conflitto di interessi non se ne parla: lo vieta il non-statuto, o meglio, vieta alleanze con altri partiti. Cambiarlo? Per carità: è il Vangelo secondo Casaleggio.
Amen.

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...