domenica 21 settembre 2014

Salmond ha ragione. Ovunque vada Salvini perde.

Salvini, la macumba scozzese
di un vincente degli insuccessi

Il primo ministro Alex Salmond è convinto che la causa principale della sconfitta sia dovuta alla visita in Scozia del lumbard Matteo Salvini

di Aldo Grasso

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Il primo ministro Alex Salmond era di pessimo umore. In Scozia il referendum sull’indipendenza è stato vinto dai No: il Paese continuerà quindi a fare parte del Regno Unito. Non è solo questo il motivo delle sue dimissioni. Si è convinto che la causa principale della sconfitta sia dovuta alla visita in Scozia di Matteo Salvini, uno che non ne ha mai azzeccata una. 
La visita dei lumbard
Com’è noto, una delegazione di lumbard guidata da Salvini è andata in loco a tifare per la vittoria degli yes . Il consigliere regionale lombardo Angelo Ciocca ha fatto un po’ di confusione: prima ha indirizzato i suoi verso Amburgo, poi verso Strasburgo e solo al terzo tentativo ha capito che si trattava di Edimburgo. Quando il leader dello Scottish National Party ha visto Salvini indossare una maglietta che univa la croce di San Giorgio con la bandiera scozzese, ha fatto gli scongiuri. Non sono serviti. 
Salmond sapeva che Salvini è un perdente di successo o, se volete, un vincente di insuccessi. Sapeva che Salvini è un po’ un parolaio.
La moneta unica
Adesso sostiene che l’euro è una moneta criminale, che continuare a dire che non si può uscire dall’euro è suicida, ma solo fino a poco tempo fa (2012) le sue idee erano altre: «La Lombardia e il Nord l’euro se lo possono permettere. Io a Milano lo voglio, perché qui siamo in Europa». Salmond era al corrente che la Lega non è nemmeno riuscita a formare, con Marine Le Pen, un gruppo euroscettico al Parlamento Europeo. Che la Padania, a differenza della Scozia, è solo un paese immaginario e che il federalismo, tanto sbandierato, finora è rimasto nel cassetto. Gli era noto persino che Salvini, che tanto tuona contro la casta e parentopoli, ha fatto assumere la sua compagna alla Regione Lombardia e quando era deputato a Bruxelles i suoi assistenti erano Franco e Riccardo Bossi, fratello e primogenito del Senatùr. E poi c’è quel viaggio imbarazzante in Corea del Nord in compagnia di Antonio Razzi: «In Corea tutti i ragazzini fanno sport». Wow! Oggi è San Matteo e in un momento in cui Matteo è un nome vincente in Italia (Renzi , Don Matteo, Trentin, Marzotto, Manassero, persino Orfini), l’unico a muoversi come un Trota è quel vincente di insuccessi che ha fatto la macumba anche alla Scozia. 

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